| MARIO PEPE. Caro sottosegretario, ho atteso per lungo
tempo una risposta adeguata e motivata, non meramente
dottrinaria né fondamentalmente retorica da parte del Governo,
di cui pure sono sostenitore ed acerrimo difensore nelle
realtà territoriali da cui provengono consensi e solidarietà
alla sua politica.
C'è una dicotomia anche nella politica ambientale: la
grande politica, che viene elaborata a livello nazionale
all'interno delle istituzioni, e quella minuta, che pure è
significativa e che viene svolta dai parlamentari restituiti
alla loro territorialità.
Ebbene sottosegretario, un parlamentare che vive su un
territorio beffeggiato dalle istituzioni e vulnerato dalla
storia geomorfologica del paese, vive in una situazione di
totale marginalità e povertà, e vive anche un'esperienza
paradossale: l'ubicazione sul territorio di strane forme che
vivono la loro vita fisiologica turbinando aria e creando,
indubbiamente, difficoltà strutturali nelle comunità
interessate e illusioni, come la magicità di un'occupazione
momentanea e quotidiana che non c'è e che compromette
fortemente il territorio.
Io mi pongo una domanda. Il Ministero dell'ambiente - il
ministro Ronchi e lei, che è un autorevole collega e uomo di
Governo - chiede un potenziamento, un inveramento delle
competenze e della forza istituzionale, nonché dovizie di
risorse: come si atteggia di fronte alla richiesta di un
parlamentare che pone in
Pag. 27
maniera seria un problema che, al di là della formalità degli
atti e della legge, è particolarmente drammatico e può essere
definito - utilizzando la ormai nota locuzione VIA - come un
danno ambientale? Il Ministero dovrebbe adoperarsi in maniera
"improvvisa" - e qui la frettolosità c'è d'ausilio - per
intervenire anche se non c'è una competenza diretta - ma io su
questo ho qualche perplessità - per fermare gli organismi
regionali e comunali che hanno fornito in maniera improvvisa,
questa volta nel senso più comune del termine, le loro
autorizzazioni.
Il problema, dunque, deve essere fortemente tematizzato,
signor sottosegretario. E lei non può rispondermi in maniera
astratta e notarile in ordine a questioni che riguardano la
politica generale del suo ministero. Io provengo dalle realtà
locali, da un noviziato amministrativo e perciò conosco la
questione. Noi dobbiamo affrontare in maniera seria
l'argomento e perciò lei al più presto deve convocare
l'assessore regionale, gli amministratori locali per discutere
di problematiche che non sono afferenti solo alla Alta
Capitanata, al basso Molise, al Fortore beneventano, ai comuni
della Lucania. Esiste, infatti, un neocapitalismo eolico
selvaggio, abbrutente, feroce sul territorio che vuole
cogliere la buona fede o la latitanza o, ancora, le tendenze
compromissorie di molte regioni, pure della Campania, per
attivare una politica di esproprio delle risorse.
Sono convinto che l'energia eolica può concorrere a creare
un progetto di sviluppo delle nostre comunità. Lei, signor
sottosegretario, dovrebbe conoscere l'ambiente e il
territorio: la prima cosa che devono fare un ministro e un
sottosegretario con queste competenze è proprio quella di
studiare la mappatura geomorfologica del territorio. Le zone
del Fortore beneventano, del basso Molise, della Lucania,
dell'alta Capitanata attendono da anni un intervento dello
Stato significativo sul piano infrastrutturale, a partire
dalla prima per arrivare alla seconda Repubblica. Invece di
creare le condizioni infrastrutturali fondamentali per queste
nostre realtà - ed è un vero dramma, signor sottosegretario -
oltre al danno storico maturato colpendole in modo ingiusto,
realizziamo anche la beffa di installare nelle colline un
infinito numero di turbine che dovrebbero garantire l'energia
per altre realtà comunali, visto che deve essere
trasportata.
La nascita improvvisa e l'implementazione di questi
impianti creano forte preoccupazione sotto il profilo
dell'equilibrio ambientale e dell'ecosistema nelle comunità
locali ed anche in un parlamentare che, come me, proviene da
quelle zone. Si dirà che la storia non è fatta con i "se" né
che viene costruita secondo i parametri della psicologia, ma
ciò nonostante non si può fare a meno di chiedersi cosa
accadrà se un domani dovesse venir meno la forza eolica in
queste zone. Sappiamo, infatti, che le condizioni climatiche
cambiano spesso nel nostro paese e nel mondo intero: che ne
sarà di quest'enorme impianto, di questi mulini a vento che
potevano andar bene nel periodo di Cervantes, del suo don
Chisciotte, ma indubbiamente non vanno bene in una realtà che
ha chiesto a questo Governo un intervento serio per risolvere
i problemi infrastrutturali di due regioni tra loro
interconnesse, la Puglia e la Campania interna (il Sannio
beneventano), per creare una strada di collegamento al fine di
consentire il passaggio dal Tirreno all'Adriatico, consentendo
a queste comunità, che vivono nella marginalità e nel degrado
socio-economico, di recuperare centralità e la propria
individualità all'interno della nostra Repubblica.
Ebbene, dato che io sono per la brevità e per lo spirito
laconico, vorrei che questa risposta del sottosegretario fosse
"incartata" tra gli atti della nostra Camera anche a ristoro
ed a consolazione di una provocazione che ho tentato di
fare.
Signor sottosegretario, le voglio chiedere due cose: di
predisporre un controllo - l'ho già chiesto - sul territorio,
qui e subito, coinvolgendo gli organismi regionali; di fare
un'ulteriore verifica sulla congruità dell'impianto per il
territorio. Avanzo tali richieste, perché io sono
Pag. 28
diffidente come i sofisti e non credo che vi siano soltanto
accordi notarili tra gli enti locali e le società; penso,
invece, che vi siano altri interessi. Non ho ancora compreso
quali, ma sono convinto che vi siano altri interessi!
Signor sottosegretario, lei deve intervenire, assieme al
ministro, per sospendere in maniera cautelativa questi lavori
perché, al di là delle competenze, vi è un problema che
riguarda la difesa dell'ambiente del nostro territorio.
Altrimenti, sarò costretto (per difendermi o per difendere le
comunità, che deve fare un parlamentare eletto nel
maggioritario? Noi non viviamo mica in maniera parassitaria
nel proporzionale) a ricorrere ad altre giurisdizioni. Vorrei
quindi il suo impegno - mi auguro che vi sarà, perché io la
considero una persona determinata e corretta - per affrontare,
qui ed ora, la problematica delle aree che ho menzionato, al
fine di evitare ulteriori discrasie e la ribellione delle
nostre comunità, che non possono tollerare l'asetticità e la
politica talvolta pilatesca del Ministero dell'ambiente. Sono
convinto che le cose non stiano in questo modo; non vorrei
ricredermi e non vorrei elaborare una proposta significativa
per la "caducazione" dello stesso Ministero dell'ambiente.
Attenderò con molta pazienza; altrimenti, farò come Enrico
IV: verrò lì al Ministero "a far Canossa" impegnando il
Governo a risolvere subito questo problema!
| |