| CESIDIO CASINELLI. Signor Presidente, i problemi sollevati
in questa interpellanza sono datati e sono antichi, ancorché
risolti nemmeno in minima parte.
La vicenda ha assunto ormai i contorni e le cadenze di una
telenovela: lo dico all'onorevole sottosegretario
Garilli, al quale rivolgo anche gli auguri di buon lavoro, che
non ha partecipato alle precedenti puntate.
Il Governo ha comunque sempre assunto un atteggiamento
evasivo e superficiale su questi problemi. E' stato sempre
indifferente ai problemi di un territorio, di una provincia in
particolare, ai problemi degli imprenditori e dei cittadini di
questa zona dell'Italia. Problemi che sono stati sollevati
ripetutamente, sia in quest'aula che al Senato, da cinque
parlamentari della maggioranza eletti nella provincia di
Frosinone. Non dico questo perché si possa sostenere che le
istanze presentate dall'opposizione debbono avere minore
attenzione; ma ribadisco il concetto dei parlamentari della
maggioranza per far capire come sia più difficile per noi
spiegare ai nostri elettori, ai nostri concittadini, a colori
i quali rappresentiamo in quest'aula, l'indifferenza di un
Governo amico, che abbiamo votato, che sosteniamo lealmente e
che continueremo a sostenere.
Andiamo brevemente ad esaminare i fatti in questione.
Signor sottosegretario, l'interpellanza è abbastanza
dettagliata e si illustra da sola; ritengo comunque opportuno
fare un minimo di richiamo ai fatti principali.
Il problema riguarda in particolare la mia provincia,
quella di Frosinone, ma anche tutti quei territori, ex Cassa
del Mezzogiorno, usciti bruscamente da una situazione di
agevolazione che si concretizzava nella concessione agli
imprenditori di sgravi contributivi parziali. La provincia di
Frosinone, come pure la regione Abruzzo, ha una peculiarità in
questa cornice, perché per essa è poi intervenuta una sentenza
del TAR del Lazio, immediatamente esecutiva, che ha annullato
il decreto che aboliva gli sgravi per i territori della
provincia.
La vicenda in questione inizia in questa Camera circa due
anni fa, il 26 giugno 1996, subito dopo l'insediamento di
questa legislatura. In tale data fu presentata una
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interrogazione, di tutti i deputati della provincia di
Frosinone, con la quale si chiedeva al Governo quale
determinazione intendesse assumere a seguito di una sentenza
del TAR del Lazio che aveva annullato il decreto ministeriale
del 5 agosto 1994, con il quale si escludeva la provincia di
Frosinone dagli sgravi contributivi.
Rammento - ma non ve ne sarebbe assolutamente necessità -
che le sentenze della giustizia amministrativa sono
immediatamente esecutive. L'amministrazione dello Stato non ha
chiesto la sospensione del provvedimento, ha solo fatto un
tardivo ricorso al Consiglio di Stato, di cui non si è più
avuta notizia. Ignorando questa sentenza esecutiva, l'INPS
provinciale continua ad inviare ingiunzioni di pagamento alle
piccole e medie imprese, con tanto di mora e di interessi,
sulla scorta di un provvedimento che ormai è nullo, in quanto
il decreto ministeriale è stato annullato dal TAR.
L'interrogazione è stata depositata due anni fa, ma
nonostante i diversi solleciti ancora non ha avuto
risposta.
Nell'altro ramo del Parlamento, il senatore della
provincia, Diana, sempre il 26 giugno 1996, rivolse un'analoga
interpellanza, alla quale fu data, il 21 marzo 1997, una
risposta evasiva ed interlocutoria, in quanto il Governo si
trincerò dietro alcune decisioni della Commissione europea, a
proposito delle quali abbiamo poi avuto modo di verificare,
nel prosieguo dei lavori parlamentari, che per altre zone del
nostro paese - in particolare l'Abruzzo, che pure è uscito
dall'obiettivo 1 - a seguito di un diretto ed immediato
interessamento del Governo tali decisioni, che parevano
inappellabili, furono comunque riviste e mitigate, in modo da
risolvere almeno in parte i problemi di altri territori.
Qual era anche la logica della decisione della Commissione
europea nel 1995? Che alle regioni, alle province, ai
territori che escono dal regime degli sgravi occorresse
assicurare un rientro graduale, soprattutto quando si trovano
circondati, per tutto il loro perimetro, da altri territori in
cui permangono sgravi ed altre agevolazioni di tipo
diverso.
Per la mia provincia, la conseguenza di questa uscita
senza paracadute è un tasso di disoccupazione del 22 per
cento, imprese che si spostano di cinquecento metri e trovano,
o a destra o a sud, maggiori sgravi e maggiori
agevolazioni.
Proseguo nell'elenco delle carte prodotte. Il Senato, in
data 6 febbraio 1997, ha votato un ordine del giorno, che il
Governo ha accettato, in cui si chiedeva, conformemente a
quanto rappresentato nell'interrogazione e nell'interpellanza,
che il Governo si impegnasse ad una riduzione graduale del
differenziale di fiscalizzazione tra i territori dell'ex Cassa
del Mezzogiorno rispetto al centro-nord, in particolare per la
provincia di Frosinone, per la quale vi era stato un
pronunciamento del TAR.
Si impegnava altresì il Governo a riferire entro 30 giorni
alle competenti Commissioni del Senato, ma non mi risulta che
ciò sia stato fatto.
Ancora. In data 18 dicembre 1997, durante la sessione di
bilancio dello scorso anno, fu approvato dalla Camera un
ordine del giorno. Esso, facendo riferimento alla legge n. 30
del 1997 e al provvedimento collegato alla finanziaria del
1998 - in quei giorni in discussione -, indicava come con un
emendamento presentato dal Governo al collegato alla
finanziaria, ed in seguito alla trattativa con l'Unione
europea - che dette i suoi frutti positivi non a settembre
all'atto dell'emanazione del collegato, ma solo a dicembre
durante la seconda lettura da parte della Camera - l'Abruzzo e
il Molise erano state inserite nell'elenco delle regioni
destinatarie di sgravi parziali, a differenza delle regioni
rientranti nell'obiettivo 1 alle quali gli sgravi venivano
concessi in maniera più marcata e definita. Anche in questo
caso, il Governo avrebbe dovuto riferire, ma nessuno l'ha
fatto.
In data 1^ aprile 1998, come primo firmatario di
quell'ordine del giorno, ho avuto una risposta da parte di un
capo di
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gabinetto aggiunto (non meglio identificato perché la firma è
illeggibile) del Ministero del tesoro, il quale ripete le
vecchie considerazioni più volte stravolte dagli eventi e dai
provvedimenti susseguitisi, ignorando che la trattativa
aggiuntiva, svoltasi nel novembre scorso, con l'Unione europea
aveva consentito ad alcune regioni di rientrare in un regime
parziale di sgravi.
Da ultimo - e concludo la cronistoria - va citato il
comportamento tenuto dal Governo al Senato qualche giorno fa,
in occasione della discussione del provvedimento n. 78 del
1998 recante interventi urgenti in materia occupazionale. In
quella sede è stato presentato un emendamento, naturalmente
accolto, tendente a portare a soluzione la situazione
pregressa delle regioni Abruzzo e Molise, ipotizzando che il
recupero dei contributi previdenziali per la parte non versata
potesse avvenire in 40 rate ed imponendo all'INPS di
sospendere le ingiunzioni di pagamento.
Al rappresentante della provincia, senatore Diana, il
quale chiedeva l'adozione di un analogo provvedimento per la
provincia di Frosinone - che dal punto di vista della
giustizia amministrativa versa nella medesima situazione - è
stato opposto un veemente rifiuto da parte del Governo. In
sostanza, l'emendamento è riferito alle sole regioni Abruzzo e
Molise.
Questa è la storia - peraltro riportata dettagliatamente
anche nell'interpellanza - rispetto alla quale vorrei sapere
se il Governo abbia in animo di porre rimedio alla
discriminazione che si perpetra a danno di alcuni cittadini
dello Stato; se il Governo ritenga di dover sottoporre
finalmente alla Commissione europea la problematica di queste
provincie e degli altri territori ex Cassa del Mezzogiorno,
perché finora non l'ha mai fatto anche se, quando ha voluto,
le soluzioni sono state trovate; se intenda ipotizzare per la
provincia di Frosinone e le aree della ex Cassa per il
Mezzogiorno parziali agevolazioni contributive; se ritenga,
nelle more, di dare direttive all'INPS per sospendere le
ingiunzioni di pagamento e, sul piano generale, se l'esecutivo
effettivamente intenda, così come lascia trasparire la mozione
di approvazione del DPEF, prestare attenzione in sede di
trattativa europea a quei territori che, una volta
incentivati, sono usciti "senza paracadute" dal regime di
incentivazione, ma che continuano ad essere caratterizzati da
un alto tasso di disoccupazione oltre ad essere privi di
sgravi ed incentivi, a differenza di altre aree. La
ringrazio.
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