| ALBERTO LA VOLPE, Sottosegretario di Stato per i beni
culturali e ambientali. Presidente, desidero ringraziare
vivamente gli onorevole Dalla Chiesa e Paissan per aver posto
una questione che effettivamente rappresenta un grande
rompicapo internazionale.
Tutti abbiamo presente le immagini delle recenti
Olimpiadi. A fronte di un tutto esaurito per la vendita dei
biglietti, si vedevano addirittura tribune vuote. Sembrava un
paradosso. In pratica, molti sponsor avevano acquistato
pacchetti di biglietti anche consistenti da destinare alla
loro clientela, senza che poi quest'ultima ritenesse opportuno
andare ad assistere agli eventi sportivi. Lo vediamo nei
teatri ed anche nelle partite di calcio.
Nel caso in esame, però, il problema è di carattere
internazionale. Infatti la commercializzazione dei biglietti è
stata effettuata dal comitato organizzatore francese.
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Le modalità di tale commercializzazione hanno, in realtà,
provocato proteste vivacissime e reazioni a livello
internazionale, da parte di organismi ufficiali, ed anche in
sede comunitaria. Tant'è vero che credo questo sia stato il
primo caso in cui il commissario per la concorrenza Van Miert
- che tante volte viene citato: ne abbiamo sentito parlare
anche pochi minuti fa a proposito delle zone che escono
dall'obiettivo 1 - ha dichiarato, essendo stata la questione
sollevata addirittura nel Parlamento europeo: "Non c'è
accordo. Non siamo soddisfatti delle risposte del comitato
organizzatore", aggiungendo: "La Commissione europea è decisa
a portare avanti la procedura contro la Francia, minacciando
sanzioni per violazioni delle leggi sulla concorrenza, se gli
organizzatori non proporranno una soluzione accettabile".
Van Miert ha poi illustrato la chiave di ripartizione
stabilita dal CFO per i biglietti messi in circolazione: il
4,8 per cento è riservato ai posti d'onore, il 37 per cento al
pubblico francese, il 21 per cento alle associazioni
nazionali, il 5,1 per cento ai tour operator, il 14,2
per cento agli sponsor, il 2,8 per cento alle
collettività che hanno cofinanziato gli impianti, il 4,3 per
cento alle associazioni sportive giovanili e solo il 6,3 per
cento - vale a dire 160 mila biglietti - non è stato ancora
assegnato e la Commissione (ha spiegato Van Miert) ha chiesto
che sia riservato ai tifosi degli altri paesi dell'Unione
europea per riparare alla discriminazione - sempre secondo le
parole del commissario europeo - da essi subita.
Su questo punto vi è però disaccordo con il CFO, che
accetta di destinare solo 50 mila biglietti alle federazioni e
vuole che i 110 mila rimanenti siano a disposizione di tutti,
francesi compresi.
La questione è giustamente rimbalzata a livello europeo:
non solo gli italiani, ma anche gli inglesi hanno fortemente
protestato e minacciato. Questo è il dato.
C'è da rilevare che l'eccesso di vendita di biglietti sul
suolo francese ha comportato un altro problema: i tour
operator hanno acquistato in Francia biglietti che poi
rivendono nei singoli paesi. Ciò ha ulteriormente complicato
la vicenda, essendo stati i biglietti da loro acquistati
(quindi si tratta di un fatto commerciale) ed abbinati ad
altre offerte che fanno parte dei "famigerati" pacchetti.
Questa è la situazione.
La federazione italiana gioco calcio ha avuto, come ho
detto prima, la disponibilità solo di una modesta quota di
biglietti, pari a circa l'8 per cento dei posti disponibili in
ciascuno stadio e precisamente: per Italia-Cile 3.271
biglietti, per Italia-Camerun 2.492 e per Italia-Austria
6.520.
Secondo una prassi costantemente seguita, la Federazione
italiana gioco calcio ha destinato parte dei quantitativi alla
vendita in favore di associazioni sportive, sponsor
federali, calciatori della squadra nazionale, nonché
all'organizzazione calcistica (lega nazionale professionisti,
lega professionisti serie C, lega nazionale dilettanti,
settore giovanile e scolastico, settore tecnico, associazione
italiana arbitri e via dicendo). In particolare, 2.302
biglietti per Italia-Cile, 1.883 per Italia-Camerun e 3.785
per Italia-Austria.
I rimanenti sono stati assegnati per la vendita al
pubblico alla Indaba incentive company Srl e, precisamente:
969 biglietti per Italia-Cile, 609 biglietti per
Italia-Camerun e 3.260 per Italia-Austria.
Questo è stato possibile in forza di una convenzione
stipulata nel 1997, con la quale l'Indaba è stata individuata
come impresa di riferimento per l'affidamento di servizi di
agenzia per viaggi e soggiorni riguardanti la federazione e le
sue squadre nazionali, nonché i servizi di distribuzione in
Italia e all'estero di parte della biglietteria relativa agli
incontri delle squadre nazionali.
La cessione per la vendita dei quantitativi dei biglietti
sopraindicati è stata disciplinata con specifico accordo, il
quale, fra l'altro, prevede che la cessione sia effettuata con
l'impegno da parte della Indaba di rispettare pienamente le
condizioni generali di vendita fissate dal comitato
organizzatore francese. L'Indaba si impegna a vendere una
percentuale non
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inferiore al 30 per cento dei biglietti al prezzo facciale
maggiorato del diritto di prevendita del 10 per cento, senza
l'inserimento in pacchetti viaggio o soggiorno.
Bisogna quindi distinguere tra questo pacchetto,
estremamente esiguo, di biglietti collocato sul mercato,
escludendo altre offerte (se non per il 10 per cento come
diritto di vendita) ed il resto distribuito con i criteri
illustrati.
Il Governo ritiene che intanto si debba protestare. Credo
che la posizione assunta dal commissario europeo sia
esemplare; anzi, mai come in questo caso ci sentiamo europei e
pienamente rappresentati dalla posizione espressa dal
commissario per l'attuazione della libera concorrenza. Vedremo
comunque quale sarà l'esito dell'intervento del commissario
europeo presso gli organismi internazionali ed anche quello
francese.
Per quanto possibile daremo indicazioni al nostro
rappresentante del CONI nella FIFA affinché nelle fasi
successive dei campionati del mondo, al di là delle tre
partite oggetto dell'interrogazione, si possa garantire una
disponibilità maggiore rispetto all'attuale, disponibilità che
suona certamente come insulto per il pubblico sportivo di
tutti i paesi europei. Questo è l'auspicio, mentre quello che
certamente il Governo può fare nei limiti in cui il suo
intervento è consentito dalle leggi è che i rappresentanti
italiani negli organismi internazionali si muovano in tale
direzione, anche in attesa dell'intervento del commissario
europeo.
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