| TIZIANO TREU, Ministro del lavoro e della previdenza
sociale. Presidente, l'emergenza dei lavori socialmente
utili di Napoli è parte di un'emergenza lavoro di rilevanza
nazionale, in particolare nel
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Mezzogiorno ed in Campania, dove non da oggi ha assunto
aspetti di gravità particolare. Lo dimostrano le stesse
dimensioni quantitative del fenomeno lavori socialmente utili:
oltre 30 mila in Campania ed oltre 16 mila a Napoli e
provincia.
Le tensioni accumulatesi in questi ultimi giorni sono
culminate in numerose azioni di protesta e, venerdì scorso, in
gravi incidenti, che hanno portato all'arresto di diverse
persone. Il resoconto effettuatomi dalla prefettura di Napoli
descrive purtroppo una situazione di estrema tensione, in cui
"l'intera città si è ritrovata ad essere ostaggio degli ultimi
manifestanti, buona parte dei quali annovera precedenti penali
e si dedica in maniera sistematica ad orchestrare atti di
violenza in città".
Tale situazione è stata affrontata con grande senso di
responsabilità dalle istituzioni locali, dai rappresentanti
sociali ed è stata seguita con attenzione costante dal
Governo. La strada indicata dalle istituzioni locali e da noi
condivisa per affrontare questa emergenza è quella del dialogo
ma anche quella del rapporto inscindibile tra lavoro e
legalità, con rifiuto di ogni forma di violenza.
Dagli incontri istituzionali di questi giorni a Napoli
sono emerse indicazioni per affrontare in modo operativo
l'urgenza più immediata, che è quella di dare sbocchi certi ai
lavori socialmente utili. La linea di azione principale è
quella già indicata da tempo nelle intese con le parti sociali
e ora verificata anche in sede locale, cioè applicare con la
massima intensità gli strumenti previsti dal decreto
legislativo n. 468 e dal decreto interministeriale applicativo
per dare sbocchi occupazionali veri a questi lavoratori.
Gli strumenti predisposti dai decreti sono molteplici:
attivazione di società miste, oltre a quelle già costituite, e
di imprese sociali, con l'impegno a sostenerle
finanziariamente nella fase di avvio; accompagnamento al
pensionamento dei lavoratori più anziani; proposte accelerate
per l'autoimpiego sulla base dell'esperienza del prestito
d'onore e dell'imprenditoria giovanile; offerte di impiego
agevolate a tutti gli operatori privati e negli appalti
pubblici; offerte di impiego temporaneo ad opera delle agenzie
di lavoro interinale ed in particolare di quella costituita
tra Italia lavoro ed enti locali; messa a regime, infine, di
tutti i progetti di impresa per i lavori di pubblica
utilità.
Il Governo e il mio dicastero in particolare sono già
stati impegnati in questo versante con varie iniziative.
Ricordo solo che sono stati assicurati finanziamenti necessari
per il 1998 al fine di rinnovare i progetti di lavoro
socialmente utile secondo i nuovi principi di riforma, cioè
orientandoli all'uscita su sbocchi occupazionali effettivi,
con un costo di quasi 300 miliardi (una quota consistente per
la Campania dell'intero sforzo nazionale). E' stato chiesto ad
Italia lavoro un impegno particolare per la realizzazione di
società miste con gli enti locali come sbocco per i lavori
socialmente utili. Le società miste già deliberate stanno
occupando 903 lavoratori e sono previsti studi già compiuti e,
quindi, delibere in corso per società miste riguardanti altri
982 lavoratori.
Italia lavoro, inoltre, sta varando con l'agenzia per
l'impiego della Campania, e d'intesa con la regione, un
programma straordinario di orientamento professionale, con
colloqui diretti con tutti i disoccupati impegnati in lavori
socialmente utili affinché possano utilizzare effettivamente
le opportunità di ricollocazione lavorativa previste nel
decreto interministeriale che prevede sbocchi diversi.
Infine, i finanziamenti ministeriali in corso potranno
essere utilizzati dopo aver soddisfatto le necessità dei
lavoratori attualmente impegnati in lavori socialmente utili
per attivare, nelle quantità che saranno possibili,
microprogetti di pubblica utilità nelle città e nel territorio
che, sulla base di specifici piani d'impresa, possano portare
ad ulteriori sbocchi operativi. Nella stessa direzione si sta
muovendo il commissario Rastrelli per l'impiego di lavoratori
nelle attività di riassetto del territorio decise a seguito
dell'emergenza verificatasi.
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Dagli incontri tra le parti sociali e le istituzioni
napoletane di questi ultimi giorni sono emerse richieste per
approfondire gli strumenti che ho indicato. In particolare, è
stata avanzata una serie di richieste dirette a facilitare,
nella particolare gravità della situazione napoletana,
l'utilizzo degli strumenti previsti dal decreto: la revisione
dei criteri per il prepensionamento; una revisione e una
verifica degli incentivi alle imprese per assumere i
lavoratori impegnati in queste attività; una migliore
specificazione delle quantità di incentivi per l'autoimpiego;
il trasferimento agli enti locali delle risorse occorrenti per
fronteggiare queste spese ed eventuali ulteriori iniziative
occupazionali; una precisazione degli impieghi che possono
essere attivati nelle opere infrastrutturali di grandi
dimensioni che si stanno attivando nell'area interessata.
A fronte di tali richieste, è stata prospettata la
necessità di un incontro tra il ministero che rappresento e le
istituzioni locali, che ho già accettato e che si terrà
mercoledì prossimo. Sono fiducioso che con l'applicazione di
tutti gli strumenti che ho indicato e con eventuali correzioni
si potrà avviare una prospettiva realistica per l'attuale
bacino di lavoratori interessati a tali attività. Proprio
perché è in atto un lavoro difficile ma responsabile di
svuotamento del bacino dei lavori socialmente utili, ribadisco
che si deve respingere con la massima determinazione ogni
manifestazione di estremisti che strumentalizzino le
situazioni di tensione con pretesti e violenze. Con i violenti
non si tratta, ha sintetizzato bene il sindaco Bassolino.
D'altra parte, con altrettanta fermezza va detto che è
irresponsabile pensare di risolvere la situazione con
immissioni generalizzate dei lavoratori socialmente utili
nelle pubbliche amministrazioni locali. E' una falsa soluzione
assistenzialistica, che si è dimostrata deleteria in passato e
che avrebbe effetti negativi sul già precario equilibrio delle
stesse amministrazioni locali, impegnate in uno sforzo
meritorio di risanamento e di recupero dell'efficienza.
Gli obiettivi specifici cui ho fatto cenno, che riguardano
una situazione di emergenza, devono essere perseguiti
attraverso un impegno di tutti i soggetti coinvolti, le
istituzioni locali, le parti sociali, le imprese e il Governo
centrale. Con questo intento, il Governo ha programmato di
costituire un tavolo quadrangolare, che "sistematizzi" ed
intensifichi l'impegno comune per risolvere non solo i
problemi specifici, ma in generale i problemi dello sviluppo e
dell'occupazione nel sud. Tale decisione è stata già presa e
si è sollecitato che il tavolo si riunisca al più presto;
credo che tale sollecitazione debba essere accolta.
Lo stesso metodo di coinvolgimento quadrangolare va a
maggior ragione applicato per i problemi di Napoli, rispetto
ai quali esistono programmi ed interventi di sviluppo, che
però devono essere fortemente accelerati ed intensificati.
Ricordo solo alcuni capitoli della politica dell'occupazione
che sono stati attivati nella zona: un contratto d'area è già
stato approvato e varato nella zona di Castellammare di
Stabia, altri sono in fase istruttoria; tre patti territoriali
sono già stati approvati nel territorio di Caserta, Migliodoro
e Benevento ed altri sono in istruttoria; l'imprenditoria
giovanile ha attivato imprese giovanili nella zona per un
totale di oltre 500 mila persone interessate; il prestito
d'onore ha avuto una forte risposta da quelle aree: oltre 2
mila richieste, che sono in fase di istruttoria; allo stesso
modo, per quanto riguarda gli investimenti pubblici dei lavori
pubblici e dei trasporti, sono stati concentrati su Napoli e
la Campania ingenti risorse per le opere aeroportuali,
portuali e per la metropolitana. Questi sono impegni che vanno
accelerati e resi operativi: i ritardi nell'attuazione vanno
superati!
Già qualche mese fa ho avuto modo di proporre al sindaco
Bassolino la costituzione di una task force locale fra
tutte le istituzioni che possono contribuire ad accelerare
questi impegni ed a realizzare politiche di sviluppo, che sono
necessarie anche, certamente, per risolvere il problema
specifico dei lavori socialmente
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utili. Le istituzioni sono le seguenti: vanno dalla regione
al comune, alla provincia, all'agenzia ed agli uffici del
lavoro, all'imprenditoria giovanile, a "Italia lavoro" ed agli
uffici locali delle amministrazioni più interessate alle opere
di infrastrutturazione e di sostegno all'impresa in quelle
zone. Non ho quindi alcuna difficoltà ad accogliere l'invito
avanzato dai rappresentanti degli enti locali e dai sindacati
napoletani ad istituire un tavolo di confronto permanente ed a
realizzare quella task force per monitorare in modo
stabile il modo in cui procedono i lavori socialmente utili e
gli interventi per dare sbocchi operativi.
Credo, però, che debba essere anche allargato l'orizzonte.
L'accelerazione dell'impegno è necessaria non solo sul fronte
specifico dei lavori socialmente utili, ma anche per attuare
la gamma intera delle politiche per lo sviluppo su Napoli e su
tutto il Mezzogiorno. Il problema dei lavori socialmente utili
non si risolve se non ripartirà lo sviluppo a Napoli come
nelle altre aree del Mezzogiorno; e tanto meno si risolve il
problema dei disoccupati storici, di quelli che sono da troppi
anni senza lavoro o in situazioni di precarietà. Per questo,
occorre intensificare gli sforzi per sbloccare subito le
grandi opere pubbliche e le infrastrutture già in cantiere; e
far decollare concretamente i patti territoriali ed i
contratti d'area.
Un contributo importante allo sviluppo ed all'occupazione
potrebbe venire infine dalla lotta al lavoro nero. Per questo
obiettivo il Governo sta predisponendo - e lo presenterò a
giorni, con il collega Visco - un provvedimento per rafforzare
la normativa sui contratti di emersione, consentendo alle
aziende che vogliono accettare il percorso di emersione di
chiudere i conti con il passato, di essere sostenute per
diventare competitive anche in termini di servizi, per
regolarizzarsi in tempo ragionevole non solo rispetto agli
obblighi contributivi e fiscali, ma anche a quelli di
sicurezza ed amministrativi.
Vogliamo attivare al più presto questi patti di emersione,
concentrando l'attenzione sia sui sostegni sia sui controlli
proprio nelle aree geografiche più critiche come quelle
campane, dove il sommerso è più esteso e più pericoloso per la
parte sana dell'economia.
Solo accelerando gli impegni su tutti questi fronti si
possono dare risposte credibili all'emergenza, non solo di
Napoli ma di tutte le aree in difficoltà, e si possono
sostenere gli sforzi responsabili di tutti coloro i quali sono
impegnati, in questi momenti difficili, nella individuazione
di percorsi praticabili per la stessa emergenza, respingendo
le strumentalizzazioni di chi vuol fare alzare la tensione
sociale.
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