| MAURO MICHIELON. Signor ministro, mi permetta di esordire
con una battuta: oggi ho preso atto che lei è ministro del
lavoro i giorni pari e non lo è i giorni dispari. Dico questo
con grande amicizia, perché non è possibile che lei dica le
parole che ha detto (ossia che è impensabile gravare ancora
sugli enti pubblici, visto lo sforzo che si sta operando per
il risanamento degli stessi), rispetto al fatto che chi svolge
lavori socialmente utili trova collocazione negli enti
pubblici.
Il gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania
è perfettamente d'accordo con lei, tant'è vero che ieri ha
presentato numerosi emendamenti contro l'articolo 1- ter
del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 78
del 1998, recante interventi urgenti in materia occupazionale,
il quale prevede proprio questo. L'articolo 1- ter,
infatti, dispone che per coloro che svolgono lavori
socialmente utili a Napoli e provincia ed a Palermo sono
previsti accordi di programma affinché vengano assunti nel
settore pubblico e privato. Questo dice l'articolo
1- ter: non l'ho scritto io, anzi ho anche chiesto che
venisse soppresso.
Ci troviamo di fronte a gente che svolge lavori
socialmente utili in base ad un decreto-legge del 1984 (erano
circa 4 mila ex detenuti) ed attualmente ci sono in Campania
oltre 36 mila persone che svolgono lavori socialmente utili.
Visto, quindi, il provvedimento che la maggioranza ha
approvato ieri, che vale solamente per i lavoratori di Napoli
e di Palermo, sarà un vostro problema vedere come far
coincidere tali previsioni con il decreto che avete emanato
venerdì scorso.
Ho sentito che l'onorevole Cola si è scagliato contro di
lei, signor ministro. Il gruppo di alleanza nazionale ha una
strana posizione: ieri ha ritirato tutti gli emendamenti
relativi al provvedimento che prevedeva l'assunzione diretta
di chi svolge lavori socialmente utili nelle aree indicate.
L'onorevole Polizzi si è astenuto, in quanto è una persona
corretta e coerente, come l'onorevole Pampo, il rappresentante
di gruppo di alleanza nazionale in Commissione, che ieri non è
intervenuto; dopo di che l'onorevole Selva ha avuto un guizzo
di dignità elettorale ed ha dichiarato il voto contrario del
gruppo. Invito l'onorevole Cola a contare quanti voti di
astensione vi sono stati nel suo gruppo: c'erano quattro o
cinque file di deputati, che poi dovevano andare a Napoli, i
quali si sono astenuti. Alleanza nazionale, quindi, deve
decidere da che parte vuole stare: non ho ancora visto una
proposta di legge del gruppo di alleanza nazionale tesa ad
eliminare i lavori socialmente utili.
Signor ministro, abbiamo preso atto dei provvedimenti che
ha posto in essere per l'eliminazione dei lavori socialmente
utili, che, in base al suo piano per l'occupazione, deve
verificarsi entro il 1^ gennaio del 2000. Probabilmente, nei
territori della Padania dove vi sono dei lavoratori in
mobilità che svolgono i lavori socialmente utili, il decreto
avrà effetto, perché tutto sommato c'è lavoro e un incentivo
può essere utile. Attualmente, in Lombardia vi sono 13 mila
lavoratori in mobilità: lo dico per gli amici del sud, che
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pensano che solo da loro ci sia disoccupazione. Ma ci sono
anche 8 mila lavoratori in mobilità in Piemonte e 3.500 in
Veneto (forse qui gli incentivi potranno avere efficacia
perché vi dovrebbe essere un abbattimento del costo del
lavoro). Al sud, però, la situazione è diversa: non c'è
lavoro, per cui dare incentivi per le assunzioni quando non si
sa quale azienda sia intenzionata ad assumere può non essere
utile; comunque, auguri!
Per quanto riguarda, in particolare, la situazione di
Napoli e provincia, faccio presente all'Assemblea che dal 1984
al 1997 sono stati spesi 1.192 miliardi per i lavori
socialmente utili, in base al decreto-legge del 1984. Forse
questo ci fa capire come in realtà vi sia stata e vi sia
ancora una volontà di politica assistenziale, e non di una
politica operativa per il decollo del sud. Può darsi,
d'altronde, che queste persone si siano ormai abituate alla
loro realtà. Rispetto alle manifestazioni di piazza che ci
sono state, osservo che fino all'altro ieri i lavoratori
manifestavano tutti insieme per avere un lavoro fisso, mentre
ieri ho preso atto che vi sono stati incidenti tra gli stessi
disoccupati (c'erano fra l'altro i "forza disoccupati", che
non so se siano un'espressione di forza Italia).
Ciò che si è verificato a Napoli è naturalmente
preoccupante. Desideriamo dunque ribadire che non crediamo
nell'efficacia dei lavori socialmente utili; riteniamo inoltre
che le misure che il ministro ha posto in essere avranno
efficacia solo in alcuni territori, non certo dove vi è
un'alta disoccupazione.
Esprimiamo altresì una preoccupazione, signor ministro,
rispetto alle norme che siete intenzionati a varare per
l'emersione del lavoro nero: spero che i dati pubblicati su
Il Sole 24 Ore relativi al condono, per i quali chi
chiede di mettersi in regola deve pagare il 25 per cento dei
contributi previdenziali, non siano veri, perché, se basta
pagare il 25 per cento per regolarizzare la propria posizione
presso l'INPS, a carico dell'INPS rimarrà il resto, cioè il 75
per cento della contribuzione.
Siccome nessuno potrà controllare quanti anni sia durato
il lavoro in nero di una persona, ci si dovrà basare sulle
dichiarazioni del singolo: si creerà così un altro buco nel
bilancio dell'INPS. Se per esempio fossi un lavoratore del
sud, chiederei al mio datore di lavoro di regolarizzare la mia
posizione e pagherei il 25 per cento dei contributi dovuti,
recuperando 15-20 anni di vita contributiva. Questo è un
pericolo: a mio avviso, se le norme saranno impostate in
questo modo, ne vedremo delle belle per l'INPS (Applausi
dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza
della Padania)!
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