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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


378014
STA0362-0084
Somm. e Sten. d'Aula n. 362 del 28 maggio 1998 (STA13-362)
(suddiviso in 299 Unità Documento)
Unità Documento n.84 (che inizia a pag.42 dello stampato)
...Informativa urgente del Governo sulla situazione degli occupati nei lavori socialmente utili a Napoli.
STEFANO BASTIANONI.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA
ZZSTA ZZRES ZZSTA280598 ZZSTA980528 ZZSTA000598 ZZSTA000098 ZZSTA362 ZZ13
    STEFANO BASTIANONI.  Io credo che l'emergenza lavoro
  costituisca una sfida, per il Governo, per il Parlamento
  tutto, per le regioni, per gli enti locali, le forze sociali,
  le imprese.  Costituisce quindi un momento forte di confronto,
  ma anche di risposta ad un'emergenza che, seppure localizzata
  (gli incidenti di questi giorni a Napoli rivelano tutta la sua
  pericolosità sociale), per la carica che queste situazioni -
  se non canalizzate in risposte che le istituzioni, tutte le
  istituzioni, possono dare - può sfuggire di mano ed assumere
  proporzioni più vaste.
     Naturalmente, non entro nel merito di elementi di
  artificiosità creati da persone che vengono coinvolte con
  altri obiettivi, che non sono quelli di una reazione ad una
  mortificazione, ad uno stato di disagio e di sofferenza.  Ci
  sono anche queste situazioni, ci sono anche quelli che si
  mischiano a coloro che hanno bisogno e cercano di lavorare per
  fare altre operazioni, che nulla hanno a che vedere con queste
  e che naturalmente vanno represse.
     Il ministro ci ha detto che è in corso un'azione diretta
  al superamento dei lavori socialmente utili, attraverso una
  loro profonda riforma, che è già intervenuta.  Ricordiamo che
  la precedente normativa, la legge n. 608, è stata rinnovata
  dal "pacchetto Treu" con la legge n. 196 e si è passati da una
  concezione dei lavori socialmente utili come ammortizzatore
  sociale alla previsione di una politica
 
                              Pag. 43
 
  attiva del lavoro: i lavori socialmente utili devono
  trasformarsi e consolidarsi in posti di lavoro certi.  Questo è
  stabilito dalle norme dei decreti attuativi dell'articolo 26
  della legge n. 196.  E' chiaro che questo percorso vede
  coinvolti vari soggetti: le commissioni regionali per
  l'impiego, gli uffici del lavoro, le regioni (si chiede tanto
  federalismo, poi non si può imputare sempre tutto al Governo:
  le regioni devono svolgere un ruolo importante).
     Questi lavori socialmente utili devono diventare uno degli
  strumenti della politica attiva del lavoro, attraverso le
  forme previste, in particolare quelle dei lavori di pubblica
  utilità, che si rivolgono ai settori dei servizi alla persona,
  della salvaguardia e della cura dell'ambiente e del
  territorio, del recupero e della riqualificazione degli spazi
  urbani e dei beni culturali.  Quindi, debbono offrire sbocchi
  in imprese, in consorzi di imprese, misti e privati, quindi
  anche con la partecipazione degli enti pubblici, che possono
  perciò offrire risposte concrete.  Vanno però promosse anche
  forme di autoimprenditorialità.  E' stato ricordato che anche
  le imprese debbono svolgere un ruolo importante: certo, ma
  anche l'autoimprenditorialità deve essere promossa, non solo
  il lavoro dipendente, ma anche il lavoro indipendente.
     Quindi, è necessaria un'azione forte, ricordando che
  certamente non possono essere i 100 mila soggetti interessati
  dai lavori di pubblica utilità - peraltro in gran parte
  concentrati in Sicilia e in Campania, per circa il 60 per
  cento del loro totale - a risolvere il problema della
  disoccupazione.  Ma è una risposta che va in direzione del
  consolidamento di situazioni precarie, per trovare uno sbocco
  certo.  I casi sono due: o si va verso questa soluzione, oppure
  deve essere prevista una forma di rotazione tra i soggetti
  interessati, altrimenti non è possibile mantenere la forma
  assistenziale costituita da questo strumento.
     Quindi, noi del gruppo di rinnovamento italiano chiediamo
  a tutte le forze politiche ed a tutti i soggetti interessati
  (Governo, enti locali, forze sociali) di fare ciascuno la
  propria parte.
     Forse è il caso di aprire un dibattito più vasto in
  Parlamento e nelle istituzioni.  Oggi l'occasione ci è stata
  offerta dall'informativa del ministro sulla situazione della
  Campania.  Ma il problema del lavoro è troppo importante per
  essere affrontato soltanto quando si verificano fatti
  sgradevoli, frutto di una situazione pesante e pericolosa che
  invece deve trovare da parte nostra - come rappresentanti del
  popolo - risposte certe, che vadano nella direzione di dare
  garanzie a coloro che le richiedono.
 
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