| ALFONSO PECORARO SCANIO. Intervengo brevemente, per dire
con franchezza che le osservazioni del ministro e del Governo
non mi paiono adeguate all'emergenza che stiamo vivendo. Mi
sembra francamente che innanzi tutto ci servano dei dati più
chiari. Nelle considerazioni svolte dal ministro si è detto
anche che una parte dei manifestanti sarebbero pregiudicati o
persone che hanno problemi con la giustizia. Ebbene, dobbiamo
riuscire a fare chiarezza su questo punto, che non è
secondario. Infatti, se esiste il pericolo di una
infiltrazione, come abbiamo denunciato nelle nostre
interrogazioni, persino di elementi di malavita, non si
possono però rivolgere accuse generiche perché si rischia in
tal modo di trascurare il problema rappresentato dalla
disperazione in cui versano migliaia di disoccupati che
protestano e la non meno drammatica situazione di disperazione
in cui si trovano le decine o centinaia di migliaia di
disoccupati che stanno zitti.
Il Governo e noi come classe politica dobbiamo essere
animati da una preoccupazione: quella di perseguire in modo
fermo chi utilizza strumentalmente l'emergenza occupazione per
delinquere, ricattare e chiedere soldi per favorire
l'iscrizione ad una lista o ad un'altra, nonché per creare un
meccanismo perverso che consente la realizzazione di atti
illegali se non addirittura criminali sulla disperazione della
gente. Ma l'esistenza di tali problemi non può trasformarsi in
una scusa, né ci può impedire di accorgerci dell'esistenza di
migliaia di persone veramente disperate che protestano e di
decine di migliaia che stanno zitte. Sono persone che hanno
studiato, si sono preparate, hanno cercato una occupazione sul
mercato del lavoro e che non vedono prospettive per il loro
futuro.
Quindi, il Governo deve essere animato da una forte
tensione sociale e politica su questo argomento. Non
dimentichiamo che da più di un anno si sarebbe dovuto fare un
summit del Governo sul lavoro a Napoli e che questo è
stato più volte rinviato perché si sarebbero dovute annunciare
iniziative concrete. Come coalizione, come governo del
centro-sinistra siamo debitori verso quella città se non altro
per un annuncio che non ha avuto seguito. Non sarebbe stata
cosa di poco conto, perché avrebbe rappresentato un segno. La
collega Jervolino chiedeva che il ministro venisse a Napoli.
Questo sarebbe un segnale significativo, però il summit
è un vero e proprio debito.
Bisogna evitare di scaricare sugli enti locali delle
responsabilità che non possono essere loro imputate. Abbiamo
fatto dei decreti legislativi ed abbiamo dato dei poteri alla
regione Campania, ma bisogna tener conto del fatto che la
regione Campania è assolutamente inadeguata, come ci ha
rivelato la vicenda di Sarno. Probabilmente dobbiamo fare una
riflessione
Pag. 47
seria al riguardo. La regione Campania si lamentava del fatto
di disporre di 50 miliardi non spesi, mentre poi si è scoperto
- lo abbiamo verificato dopo aver avanzato al riguardo al
Tesoro - che i miliardi cash da utilizzare erano 1.400 e
che la regione non riusciva a spenderli. Il problema va posto
anche a livello nazionale perché, se è vero che è necessario a
una dose di federalismo, è vero anche che moltissime
competenze ad oggi sono ancora statali. E' anche necessario
che nel cosiddetto tavolo quadrangolare si affronti tale
questione e si lavori su tale problema.
Richiedo quindi che ci vengano forniti dati chiari, che
vengano differenziate le circostanze per evitare
criminalizzazioni che sarebbero inaccettabili e che vengano
tutelati i disoccupati onesti rispetto a chi in modo
delinquenziale vuole strumentalizzare questa emergenza. Sono
necessari investimenti immediati ed occorre prestare
attenzione alle fasi attuative, perché non sono i progetti o
le leggi a mancare, ma queste ultime. D'altra parte i 1.400
miliardi della Campania sono un fatto evidente. Infatti, i
soldi ci sono, però i progetti non si realizzano. Il Governo
sostiene che è la regione a non realizzare i progetti e la
regione, a sua volta, dichiara di non essere in grado di
realizzarli. Nel frattempo, centinaia di migliaia di
disoccupati versano nella disperazione.
E' necessario quindi rispondere rapidamente a tali
problemi. Non si tratta di realizzare solo una sorta di
task force, ma di fornire i dati del problema, quasi un
bollettino settimanale o mensile, che consenta di conoscere
con esattezza, dopo l'erogazione degli stanziamenti, quali
progetti vedano la luce e quanti siano realmente i posti di
lavoro creati.
| |