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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


378026
STA0362-0096
Somm. e Sten. d'Aula n. 362 del 28 maggio 1998 (STA13-362)
(suddiviso in 299 Unità Documento)
Unità Documento n.96 (che inizia a pag.48 dello stampato)
...Informativa urgente del Governo sulla situazione degli occupati nei lavori socialmente utili a Napoli.
SALVATORE VOZZA.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA
ZZSTA ZZRES ZZSTA280598 ZZSTA980528 ZZSTA000598 ZZSTA000098 ZZSTA362 ZZ13
    SALVATORE VOZZA.  Signor Presidente, onorevoli colleghi,
  anche a nome degli altri deputati della Campania appartenenti
  al mio gruppo, gli onorevoli Barbieri, Cennamo, De Simone,
  Giardiello, Gambale, Iannelli, Nappi, Nardone, Petrella, Siola
  e Siniscalchi, voglio sottolineare la difficile situazione
  nella quale in queste ore si è trovata Napoli.
     Ancora ieri Napoli è stata teatro di grandissime tensioni
  sul versante della lotta per il lavoro.  La televisione e i
  giornali hanno mostrato vere e proprie scene di guerriglia
  urbana, giornate di tensione in cui vi sono stati feriti,
  contusi e atti di violenza inaccettabili.  Queste forme di
  lotta vanno condannate con fermezza, ma occorre fare di più.
  Abbiamo il dovere di capire, di denunciare e di isolare quelle
  forze, spesso anche malavitose, che hanno interesse ad
  utilizzare il malessere per creare una situazione di
  instabilità a Napoli.  In piazza, in questi giorni, c'erano
  anche i lavoratori impegnati nei progetti socialmente utili,
  quelli in mobilità e in cassa integrazione, che hanno un'altra
  storia e da anni si battono per ottenere uno sbocco.
 
                              Pag. 49
 
     La lotta per il lavoro non può avere questa
  rappresentazione, non può passare anche nell'opinione pubblica
  nazionale come la lotta di disperati e di violenti.  Può
  diventare persino comodo racchiudere il grande problema
  dell'occupazione di nuovo nel capitolo emergenza, sotto la
  voce ordine pubblico.  Il problema del Mezzogiorno e del lavoro
  riguarda migliaia di ragazze e ragazzi (i dati li conosciamo):
  a loro dobbiamo parlare, per loro e non per le liste di lotta
  dobbiamo costruire una prospettiva moderna e produttiva per il
  Mezzogiorno.
     Le vicende di questi giorni dimostrano anche (e su questo
  chiediamo una riflessione più attenta da parte del Governo)
  che, dopo i successi che l'Italia ha ottenuto, il Mezzogiorno
  non è ancora entrato in Europa.  La fase due, così definita, le
  scelte indicate nel documento di programmazione
  economico-finanziaria, tardano ancora a tramutarsi in fatti
  concreti.  Dobbiamo avere la consapevolezza che ancora non ci
  siamo.
     Napoli e il Mezzogiorno hanno zone moderne e realtà
  produttive avanzate, ma che convivono con un livello di
  disoccupazione altissimo, con nuove aree di povertà, con aree
  sempre più estese di emarginazione sociale.  Come rispondiamo a
  tutto questo, ministro?  Troppe volte ci sono stati annunci ai
  quali non è seguito niente di concreto.  Dal tavolo della
  concertazione, all'agenzia (che sarebbe utile e necessario
  creare, anche per chiudere il capitolo delle strutture, di cui
  non si riesce neppure a capire il numero, che dovrebbero
  occuparsi di Mezzogiorno e di lavoro), allo sblocco di grandi
  infrastrutture: l'elenco delle infrastrutture è lungo; con
  grandi risorse - ci si dice -, ma sempre e solo sulla
  carta!
     Il sindacato ha segnalato il suo forte dissenso.  Il 20
  giugno si svolgerà una nuova manifestazione a Roma.  Il tavolo
  della concertazione, da tempo richiesto dai sindaci, nei fatti
  non è stato mai convocato.  Decidiamo:  Napoli o Roma, ma si
  faccia in tempi rapidi!  I ritardi non sono più tollerabili.
     Quali impegni assumiamo per rendere concreta la svolta?
  Quali risposte diamo alle richieste di Napoli e della Campania
  che sono state avanzate?
     In Campania sono migliaia i lavoratori impegnati nei
  progetti socialmente utili: moltissimi a Napoli ed in
  provincia; oltre 5 mila a Napoli.  Gli strumenti attualmente
  esistenti non hanno creato quegli sbocchi che si immaginavano.
  Lo stesso contratto dell'area Torrese-Stabiese, che lei cita,
  non ha dato gli effetti desiderati; altri colleghi hanno fatto
  riferimento al fatto che, mentre si firma il contratto,
  un'azienda come l'AVIS rischia di chiudere!
     Io credo che lei, ministro, in particolare, ma anche il
  Governo, dovete prendere atto che questi strumenti non
  funzionano.  Le società miste non sono decollate; "Italia
  lavoro" e "Italia investimenti" si sono mostrate fortemente
  inadeguate.  Che facciamo per sbloccare queste situazioni?
     Mancano poi le proposte e i progetti dei Ministeri e
  dell'insieme della pubblica amministrazione per le società
  miste.
     Solo i comuni si stanno muovendo concretamente; su di
  essi, a partire dal comune di Napoli, si sta scaricando
  tutto.
     Per concludere, vorrei indicare sei punti.
     Il primo: è necessario tirare fuori i progetti, aiutare
  gli enti locali e prevedere maggiori risorse per la
  realizzazione delle società miste.  Ma occorre essere anche
  consapevoli che, se tutte le società venissero realizzate, non
  più del 20 per cento dei lavoratori potrebbe essere impegnato
  in questi lavori.  Ne rimarrebbe fuori la gran parte!
     Il secondo: dobbiamo pensare, migliorando il provvedimento
  sull'occupazione che abbiamo approvato ieri, di abbassare il
  contributo previsto a carico dei lavoratori che sono in
  condizioni di andare in pensione, se vogliamo ridurre la
  pressione di questi lavoratori, che spesso per la loro età
  sono di difficile collocazione.  Dobbiamo cioè favorire lo
  sbocco verso il prepensionamento, altrimenti, ogni sei mesi,
  staremo ad inseguire la proroga
 
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  degli ammortizzatori sociali, dichiarando solamente che è
  l'ultima volta che lo facciamo.
     Il terzo: occorrono misure che incentivino di più
  l'autoimpiego.  Quelle attuali sono utili, ma appaiono
  insufficienti.
     Il quarto: occorre aumentare l'incentivo che si dà alle
  imprese che assumono i lavoratori.  Oggi è più conveniente
  assumere un giovane con contratto di formazione che questi
  lavoratori impegnati nei LSU.
     Il quinto: è necessario riservare una quota di lavoratori
  socialmente utili per la realizzazione di grandi opere
  pubbliche.  Per fare questo, però, si può arrivare ad un'intesa
  con le associazioni imprenditoriali in tempi rapidi?
     Il sesto: l'ultimo aspetto che vorrei sottolineare
  riguarda un piano da concordare con la regione Campania.
  Abbiamo apprezzato la proposta avanzata ieri dal presidente
  Rastrelli di impegnare quote di lavoratori nel piano di
  riassetto del territorio.  Occorre però andare oltre: la
  regione non riesce ad essere un punto di riferimento in
  materia di sviluppo e di lavoro per gli enti locali, né per le
  parti sociali.  La regione non ha una politica per il lavoro e
  su questo aspetto va aiutata e sollecitata, nonché
  incalzata!
     Tutto ciò richiede misure immediate, ma anche la
  definizione di un piano per il lavoro vero, che attualmente,
  nonostante le sue indicazioni, continua a mancare nella
  politica del Governo.  Manca, cioè, quella tensione
  riformatrice forte, costante ed in grado di dare certezze a
  tanti giovani che si è imboccata davvero una strada diversa
  (Applausi dei deputati del gruppo dei democratici di
  sinistra-l'Ulivo).
 
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