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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


378050
STA0362-0120
Somm. e Sten. d'Aula n. 362 del 28 maggio 1998 (STA13-362)
(suddiviso in 299 Unità Documento)
Unità Documento n.120 (che inizia a pag.54 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.107)
SEGUITO DISCUSSIONE: C1687, C1787, C2236, C2403, C3076. ...(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1687) LAVASS
...SEGUITO DISCUSSIONE: C1687, C1787, C2236, C2403, C3076. ...(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1687)
ROLANDO FONTAN.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA
ZZSTA ZZRES ZZSTA280598 ZZSTA980528 ZZSTA000598 ZZSTA000098 ZZSTA362 ZZ13 ZZDI ZZLL
    ROLANDO FONTAN.  Signor Presidente, con l'articolo 2 della
  proposta di legge in esame si intende dare alla comunità
  ladina della val di Fassa, in provincia di Trento, la
  possibilità di avere un suo rappresentante in consiglio
  provinciale.  Mi sembra questa un'ottima ed importante
  previsione legislativa: è da anni che la comunità ladina si
  batte per questo obiettivo e la lega, che da sempre si batte
  per le minoranze etnico-linguistiche, non può che essere
  favorevole.
     Propongo però, con questo emendamento, una soluzione che
  ritengo migliore rispetto al testo approvato dalla
  Commissione, che ha sicuramente alcuni limiti.  Innanzitutto,
  in una regione in cui, per statuto, vige un sistema di tipo
  proporzionale, si viene ora ad introdurre tendenzialmente, per
  un unico consigliere provinciale, un sistema forse
  maggioritario: mi sembra che questo sia in forte contrasto con
  lo statuto e non vorrei che in futuro potesse portare a motivi
  di contrasto sul piano giudiziario.
     Avremmo poi un altro grosso problema di carattere
  costituzionale, perché ci troveremmo ad avere i ladini della
  provincia di Bolzano che vengono garantiti nel consiglio
  provinciale con un sistema elettorale e quelli della provincia
  di Trento che vengono anch'essi giustamente garantiti, ma con
  un altro sistema elettorale.  Per farla breve, avremmo i ladini
  di due province diverse ma della stessa regione garantiti a
  livello dei consigli provinciali con due sistemi diversi, per
  cui avremmo anche i ladini rappresentati in consiglio
  regionale con due sistemi diversi.
     Pongo, quindi, questo come un grande problema di ordine
  costituzionale.
     Altro problema è che se noi ci dirigessimo verso un
  collegio elettorale prettamente ladino, poiché in quel
  territorio solo l'83 per cento circa della popolazione si è
  dichiarato ladino, l'altro 17 per cento che non si è
  dichiarato ladino non avrebbe nessuna possibilità di ancorarsi
  ad altre liste e non avrebbe, per legge costituzionale,
  nessuna possibilità di rappresentanza.
     Quarto punto è che i voti che verranno espressi nel
  collegio ladino e destinati a chi non vince non potranno
  essere collegati a livello provinciale, per cui quelli
  destinati ai secondi, ai terzi o ai quarti saranno voti
  congelati, che non avranno nessun valore nel peso complessivo
  provinciale, dove entrerà solo il ladino e solo quest'ultimo
  parteciperà alle decisioni che verranno assunte in quella
  sede.  Anche questa è un'altra grave incongruenza.
     Bisogna aggiungere, altresì, che circa un mese e mezzo fa
  il consiglio regionale del Trentino-Alto Adige ha approvato la
  nuova legge elettorale, che prevede uno sbarramento del 5 per
  cento, che in termini di voti vuol dire circa 15 mila voti.
  Ora, è pacifico che la comunità ladina non raggiunge, per
  adesso, neanche la metà di questi voti, per cui potrebbe
  sussistere anche questo problema.
     Con questo emendamento proponiamo che ci sia la garanzia
  per un ladino di essere presente anche nel consiglio
  provinciale di Trento, ma con lo stesso sistema che è da
  sempre utilizzato per eleggere il consiglio provinciale.
     Da ultimo, vorrei che rimanesse a verbale una
  interpretazione, anche perché la normativa definitiva viene
  demandata alla legge regionale (e questo mi pare corretto e
  giusto).  Vorrei che non si precludesse alcuna possibilità, nel
  senso che l'istituzione del seggio per il rappresentante
  ladino non dovrebbe prefigurare obbligatoriamente la
  istituzione di un collegio uninominale, ma si dovrebbero
  lasciare aperte altre soluzioni.  Il problema è che deve essere
  garantita la rappresentanza di un ladino, lasciando aperte
  proceduralmente le diverse soluzioni.  Su questo, se possibile,
  vorrei anche una risposta
 
                              Pag. 55
 
  da parte del relatore  (Applausi dei deputati del gruppo
  della lega nord per l'indipendenza della Padania).
 
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