| PIETRO MITOLO. Signor Presidente, egregi colleghi, non
sono affatto convinto delle ragioni addotte dagli onorevoli
Boato e Maselli, tant'è che questa mattina, in Comitato dei
nove, alla mia precisa domanda se l'articolo 2 garantisca
l'elezione di un candidato ladino, il relatore Maselli - non
so se lo confermerà adesso - mi ha risposto di no, perché con
questo testo non si garantisce l'elezione di un consigliere di
lingua ladina.
E' inutile cercare scappatoie e tentare di indorare la
pillola. Sta di fatto che la situazione differenziata tra le
province di Trento e di Bolzano appare, proprio in relazione
ai ladini, in tutta la sua evidenza.
Nella relazione introduttiva il collega Maselli, che
peraltro ha svolto un lavoro sicuramente degno del massimo
rispetto, ha asserito che la proposta di legge costituzionale
tende ad abolire o a ridurre le distanze esistenti tra la
situazione giuridica dei ladini dell'Alto Adige e quella dei
residenti in provincia di Trento. A me non pare che con questo
sistema si armonizzi la situazione esistente.
In particolare, sottolineo la disparità per quanto
concerne la dichiarazione di appartenenza al gruppo etnico.
Siamo sempre stati contrari, ma evidentemente, laddove ciò sia
necessario ai fini legislativi, giuridici e costituzionali,
non ci si può sottrarre. Chi accerta che coloro che
partecipano alle elezioni nel cosiddetto collegio territoriale
siano di appartenenza ladina? Lo supponiamo, perché quella è
una zona...
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