| PIETRO MITOLO. Signor Presidente, dichiaro innanzitutto il
voto favorevole del gruppo di alleanza nazionale
sull'emendamento Frattini 3.1.
Debbo dire subito che, avendo vissuto per diciassette anni
la vita del consiglio regionale del Trentino-Alto Adige, non
mi sono mai accorto che vi fosse una grande differenza se il
presidente di tale consiglio fosse rimasto in carica 20 o 30
mesi. Non credo neanche che nel caso di una riduzione di dieci
mesi della conduzione del consiglio regionale chissà quali
danni possano venire allo stesso nella sua vita di
legislatura.
Mentre, invece, quella del collega Frattini è una proposta
di mediazione non solo legittima, ma utile, perché oltre tutto
evita la possibilità di contrattare l'elezione del presidente
del consiglio regionale; una cosa, questa, molto importante ai
fini dello sviluppo dell'attività della regione.
La presenza quindi del ladino - se viene eletto e se
accetta l'esito di quell'elezione; viceversa, se dovesse
optare per la carica di assessore, ovviamente dovrebbe
lasciare quella di presidente del consiglio - determina una
situazione di equilibrio tra i tre gruppi linguistici nella
conduzione della massima espressione istituzionale. Questa è
una grande concessione
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nei confronti del gruppo di lingua ladina! Non si può
pretendere, come avete fatto in questa legge, di ipotizzare
per un consigliere eletto magari a malapena, una pluralità di
incarichi che poi non sarà possibile ricoprire, perché -
Presidente, come lei mi insegna - nessuno ha il dono
dell'ubiquità.
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