| La Commissione prosegue l'esame rinviato nella seduta del
10 giugno 1998.
Renzo INNOCENTI, presidente, avverte che gli
emendamenti presentati saranno pubblicati in allegato al
resoconto della seduta odierna (vedi allegato).
Luca CANGEMI (gruppo rifondazione
comunista-progressisti), relatore, raccomanda
l'approvazione del suo emendamento 2. 1, che adegua la
clausola di copertura finanziaria in riferimento a quanto
indicato nella relazione tecnica trasmessa dal Governo.
Gli emendamenti Caruano ed altri 1. 1 e 3. 1, invece,
mirano ad estendere le disposizioni della legge n. 36 del 1974
anche ai dipendenti della pubblica amministrazione. A tale
proposito ribadisce le opinioni già espresse in sede di
relazione: si tratta di un'estensione che, seppure del tutto
condivisibile sul piano dell'equità, comporterebbe
l'impossibilità di approvare, nei tempi rapidi da più parti
auspicati, le disposizioni che riguardano la riapertura dei
termini per la ricostruzione assicurativa della posizione dei
dipendenti privati licenziati per motivi politici, religioso o
sindacali.
Invita pertanto i presentatori a ritirare gli emendamenti
1. 1 e 3. 1, ritenendo che l'esigenza in essi prospettata
possa essere
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accolta in un apposito ordine del giorno che impegni su tale
aspetto il Governo.
Il sottosegretario di Stato Antonio PIZZINATO esprime
parere favorevole sull'emendamento del relatore 2. 1, che è
determinato dal protrarsi dell' iter parlamentare. Sui
restanti emendamenti si associa all'invito al ritiro formulato
dal relatore.
Non vi è dubbio, infatti, che l'estensione delle
disposizioni della legge n. 36 del 1974 ai dipendenti pubblici
risponda ad esigenze condivisibili. Ricorda, tuttavia, che
l'accoglimento di disposizioni siffatte si è rilevato
problematico anche nelle passate legislature, allorché furono
esaminati provvedimenti analoghi a quello di cui si discute
oggi.
Ipotizza che gli emendamenti 1. 1 e 3. 1 possano essere
trasfusi in una autonoma proposta di legge, rispetto alla
quale il Governo, eventualmente adempiendo l'impegno contenuto
in un apposito ordine del giorno, si adopererebbe per un
sollecito esame.
Giovanni CARUANO (gruppo democratici di
sinistra-l'Ulivo) ribadisce la necessità e l'urgenza della
questione posta dai suoi emendamenti 1. 1 e 3. 1 e stenta a
comprendere i motivi per cui non sarebbe possibile affrontarla
in questa sede.
Rileva, anzi, che il provvedimento in esame - da lui
pienamente condiviso - rischierebbe di determinare
discriminazioni ove non contemplasse anche l'estensione ai
pubblici dipendenti.
Ricorda che i destinatari del provvedimento non sono in
condizione di aspettare a lungo. Ritiene pertanto necessario
che il Governo precisi l'esatta natura dell'impegno che è
disposto ad assumere in proposito.
Fedele PAMPO (gruppo alleanza nazionale) sottolinea di
essere stato facile profeta allorché affermò che il
provvedimento avrebbe innescato una accesa conflittualità di
natura ideologica.
Gli emendamenti 1.1 e 3.1 sono la riprova delle sue
affermazioni, poiché si basano su una visione di parte
riguardo a ciò che deve essere definito un avvenimento di
rilievo politico. Da ciò discende che è del tutto
indeterminato il numero dei destinatari di tali emendamenti e
che, comunque, una loro eventuale approvazione darebbe adito
ad infiniti contrasti in merito alla qualificazione politica
dei singoli casi di licenziamento.
In definitiva, emerge che il provvedimento non è affatto
destinato ad un numero di soggetti limitato, anche
territorialmente.
Elena Emma CORDONI (gruppo democratici di
sinistra-l'Ulivo) ricorda che l'esame in sede referente delle
abbinate proposte di legge ha avuto inizio il 18 marzo 1998.
Successivamente si è dovuto attendere la relazione tecnica
richiesta al Governo. A questo punto ritiene che la vicenda
debba raggiungere la sua conclusione.
Sostiene che i gruppi della maggioranza possano
consapevolmente assumere l'impegno di riservare una corsia
preferenziale per l'esame dell'eventuale provvedimento in cui
i presentatori intendano far confluire gli emendamenti 1.1 e
3.1, il cui tenore giudica del tutto condivisibile.
Si associa pertanto all'invito al ritiro formulato dal
relatore.
Il Sottosegretario di Stato Antonio PIZZINATO assume a
nome del Ministero del lavoro l'impegno a fornire, di concerto
con gli altri ministeri competenti, tutti gli elementi di
conoscenza necessari per valutare l'ipotesi di estendere ai
pubblici dipendenti (e, in particolare, a quelli degli
arsenali militari) le disposizioni della legge n. 36 del
1974.
L'impegno del Governo, peraltro, non può giungere al punto
di inserire disposizioni di tal genere nell'ambito di un
provvedimento d'urgenza, poichè ciò contrasterebbe, come è
ovvio, anche con le recenti pronunce della Corte
costituzionale in materia di decreti legge.
Auspica che l'Ufficio di presidenza della Commissione
possa garantire un esame particolarmente sollecito alle
eventuali proposte di legge che recepiscano il contenuto dei
due emendamenti di cui si
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tratta. Per onestà e per esperienza personale non può
comunque esimersi dal sottolineare che disposizioni di questo
genere incontrerebbero seri ostacoli.
Giovanni CARUANO (gruppo democratici di sinistra-l'Ulivo),
preso atto delle dichiarazioni del rappresentante del Governo,
del relatore e del deputato Cordoni, ritiene che le questioni
sollevate dagli emendamenti 1.1 e 3.1 possano trovare
soluzione in tempi ragionevoli: ritira pertanto i suddetti
emendamenti.
Fedele PAMPO (gruppo alleanza nazionale), intervenendo
sull'emendamento del relatore 2.1, giudica illegittima una
copertura finanziaria che attinga alle risorse del Fondo per
l'occupazione fino all'anno 2003.
Inoltre sottolinea che non è precisato l'ammontare delle
risorse che verranno sottratte al Fondo per l'occupazione,
rilevando comunque che tale forma di copertura allontana
ulteriormente le prospettive di lavoro dei giovani
disoccupati, ai quali dovrebbero essere prioritariamente
destinate le risorse del Fondo. E' singolare, pertanto, che
l'emendamento 2.1 sia stato sottoscritto da un esponente del
gruppo di rifondazione comunista.
Renzo INNOCENTI, presidente, in merito alla prima
obiezione del deputato Pampo, ricorda che l'articolo
11- ter della legge n. 468 del 1978 impone di
quantificare gli oneri in materia previdenziale fino alla loro
entrata a regime e, comunque, per un periodo di dieci anni. In
secondo luogo osserva che l'emendamento 2.1 individua la
copertura finanziaria, oltre che a carico di un accantonamento
di fondo speciale, attraverso la riduzione di una
autorizzazione permanente di spesa: si tratta quindi di una
modalità di copertura del tutto legittima.
Luca CANGEMI (gruppo rifondazione comunista-progressisti),
relatore, aggiunge a quanto affermato dal Presidente che
il Senato ha lungamente esaminato il problema della copertura
finanziaria del provvedimento.
In merito all'accento polemico che connota l'ultimo
intervento del deputato Pampo, rileva come sia del tutto
improprio contrapporre il riconoscimento della lesione di
diritti fondamentali subita da lavoratori licenziati per
motivi politici, religiosi o sindacali e l'altrettanto
indiscutibile diritto dei giovani a trovare un lavoro.
Fedele PAMPO (gruppo alleanza nazionale) precisa che nel
suo intervento non v'era alcun intento polemico. Si è limitato
ad utilizzare a fini dialettici un'argomentazione cui spesso
fanno ricorso gli esponenti della parte politica cui
appartiene il relatore.
Le affermazioni del deputato Cangemi, peraltro, lo
inducono a preannunciare con fermezza il proprio voto
contrario sull'emendamento 2.1.
Il provvedimento infatti, ben lungi dal risarcire la
lesione di diritti fondamentali di tutti i lavoratori
licenziati per motivi politici, religiosi o sindacali, si
indirizza ad un gruppo assai ristretto di soggetti - tutti
appartenenti alla medesima parte politica - e per di più si
riferisce ad eventi dei quali è del tutto discutibile il
rilievo politico.
Qualora si riesamini la storia d'Italia nel secondo
dopoguerra, emerge piuttosto che a subire effettive e dolorose
discriminazioni furono semmai i lavoratori che si
riconoscevano in tutt'altre idee politiche.
Renzo INNOCENTI, presidente, ricorda che il
provvedimento è diretto alla riapertura dei termini per la
domanda di ricostituzione della posizione assicurativa dei
lavoratori in questione, a qualunque parte politica essi
facciano o abbiano fatto riferimento.
La sua personale esperienza gli consente di affermare che
la legge n. 36 del 1974 è stata disegnata dal legislatore, e
poi concretamente attuata, a favore di tutti coloro i quali si
siano visti privare del lavoro per motivi attinenti alla loro
fede politica o religiosa o per l'appartenenza
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al movimento sindacale: nessuna differenza è stata fatta tra
lavoratori di destra, di sinistra o di centro.
La Commissione approva quindi l'emendamento del relatore
2.1.
Renzo INNOCENTI, presidente, avverte che il testo
della proposta di legge n. 4201, così come risultante
dall'emendamento approvato, nonché la proposta di legge n.
1681 saranno trasmesse alle competenti Commissioni per i
prescritti pareri. Rinvia pertanto ad altra seduta il seguito
dell'esame.
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