| La Commissione prosegue l'esame rinviato nella seduta del
25 maggio 1998.
Fedele PAMPO (gruppo alleanza nazionale), sottolinea
che, a suo giudizio, con la seduta odierna dovrebbe iniziare
il confronto diretto tra la Commissione ed il Governo sul
testo trasmesso dal Senato.
Occorre accertare preliminarmente se il Governo sia
disposto ad apportare modifiche al testo approvato dall'altro
ramo del Parlamento poiché, qualora si ripetesse
l'atteggiamento indisponibile a qualsiasi modifica, tenuto in
occasione dell'esame del decreto-legge n. 78, recante
interventi urgenti in materia di occupazione, preannuncia che
la sua parte politica utilizzerà tutti gli strumenti
procedurali a disposizione allo scopo di ottenere un reale
confronto.
Ancora una volta, infatti, come già avvenuto in occasione
dell'esame del decreto-legge sopra citato, il provvedimento in
oggetto è stato completamente stravolto nel corso dell'esame
presso l'altro ramo del Parlamento.
Qualora infatti il Governo avesse voluto affrontare
realmente i problemi del mondo della scuola, avrebbe dovuto
manifestare la sua indisponibilità ad accettare qualsiasi
modifica dell'originario disegno di legge nel corso dell'esame
presso il Senato. Preannuncia, pertanto, che soltanto se il
Governo manifesterà la sua disponibilità a sopprimere quelle
norme che non concernono il precariato, la sua parte politica
sarà disponibile ad un confronto costruttivo.
Tra l'altro, in contrasto con le esigenze di omogeneità di
contenuto dei provvedimenti normativi, il progetto in esame
disciplina una serie di situazioni piuttosto disparate e,
inoltre, non detta una regolamentazione compiuta.
Viene ripetutamente affermato che, attraverso il
provvedimento in esame, si sana definitivamente la situazione
del precariato, ma non è questa la verità poiché, al limite,
si potrà sanare la situazione di mille soggetti. E' da circa
50 anni, infatti, che lo Stato italiano alimenta la cultura
del precariato, poiché si sono succedute una serie di leggi
speciali, aleatorie, parziali.
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Il provvedimento, inoltre, non affronta il problema della
comparazione tra la posizione di un soggetto che abbia vinto
un concorso dieci, anni fa e quella di chi abbia prestato
servizio, ad esempio, per 360 giorni.
Il provvedimento, quindi, non tiene conto di una serie di
esigenze del settore della scuola.
Lamenta, inoltre, il mancato abbinamento di una serie di
proposte di legge e, più in particolare, delle nn. 699, 705,
709, 2890 e 4758, nonché quella riguardante l'insegnamento
della lingua straniera nella scuola elementare. Si tratta di
proposte che consentirebbero allo Stato italiano di adeguarsi
allo standard europeo.
Ancora una volta, quindi, il Governo, ha adottato
soluzioni imposte dall'alto, e non concertate; le
organizzazioni sindacali audite, d'altra parte, non hanno
espresso una valutazione positiva, ma hanno insistito sulla
necessità che il disegno di legge sia licenziato al più
presto.
Chiede, pertanto, che il Governo si impegni a ritirare
tutte le norme che, approvate al Senato, non erano contenute
nel testo originario del disegno di legge. Soltanto in tale
ottica, peraltro condivisa dalle organizzazioni sindacali,
dichiara la disponibilità del suo gruppo a contribuire
costruttivamente all'esame.
Ritiene che l'unico aspetto del provvedimento che merita
consenso è quello di aver contemperato le esigenze dei giovani
che desiderano entrare nel mondo del lavoro con quelle dei
precari, individuando, allo scopo, una soluzione equilibrata
nel quantificare la riserva di posti a valere sui futuri
concorsi.
Non comprende, invece, le ragioni dell'esclusione di una
serie di categorie dall'ambito di applicazione del
provvedimento.
Ritiene, inoltre, che mantenere per nove anni la validità
di un concorso significhi soltanto ingenerare e mantenere
aspettative che non possono essere soddisfatte: occorre fare
nuovi concorsi e non procrastinare la validità di quelli già
banditi.
Si riserva di intervenire ulteriormente nel prosieguo
della discussione.
Renzo INNOCENTI, presidente, ricorda che, in sede
di Ufficio di Presidenza, si è deciso un percorso di lavoro
che prevede il completamento dell'esame preliminare del
provvedimento nel corso della prossima settimana, la
fissazione del termine per la presentazione degli emendamenti
per martedì 30 giugno, e l'inizio della votazione degli stessi
nella giornata del 1^ luglio.
Quanto alle richieste di abbinamento formulate dal
deputato Pampo, ricorda che non è possibile utilizzare questo
strumento procedurale in relazione a proposte di legge
attribuite soltanto alla competenza consultiva della
Commissione; al contrario tutte le proposte di legge sulle
quali la Commissione è chiamata a pronunciarsi in sede
referente, sono state abbinate d'ufficio al disegno di legge
del Governo purché ne ricorressero i presupposti.
Per procedere ad ulteriori abbinamenti sarà necessaria
un'apposita deliberazione.
Elena Emma CORDONI (gruppo democratici di
sinistra-l'Ulivo) preannuncia che nella prossima seduta
chiederà l'abbinamento della proposta di legge n. 827.
Renzo INNOCENTI, presidente, rinvia pertanto il
seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 17,05.
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