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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


382354
SMC0363-0064
Bollettino Giunte e Commissioni n. 363 del 18 giugno 1998 - edizione definitiva - (SMC13-363)
(suddiviso in 75 Unità Documento)
Unità Documento n.64 (che inizia a pag.81 dello stampato)
              ...XII COMMISSIONE PERMANENTE
                       (Affari sociali)
 
 
PARERE SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di decreto del Presidente della Repubblica D212: Piano sanitario nazionale per il triennio 1998-2000.
Giuseppe DEL BARONE. Alessandro CE. Giuseppe LUMIA. Paolo POLENTA, presidente. Gloria BUFFO. Il sottosegretario Monica BETTONI.
Giovedì 18 giugno 1998. - Presidenza del Vicepresidente Paolo POLENTA. - Interviene il sottosegretario di Stato per la sanità Monica Bettoni.
ZZSMC ZZRES ZZSMC180698 ZZSMC980618 ZZSMC000698 ZZSMC000098 ZZSMC363 ZZ13 ZZD ZZC12 ZZNO ZZXX ZZFF
  (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4
  del regolamento e rinvio).
 
     Giuseppe DEL BARONE (gruppo per l'UDR) si sofferma
  sugli obiettivi di salute definiti dal Piano, rilevando, in
  primo luogo, la scarsa innovazione delle proposte riguardanti
  la promozione di stili di vita più sani ai fini di prevenzione
  degli stati patologici.
     Le proposte relative al miglioramento del contesto
  ambientale non sembrano tenere conto delle diverse realtà
  regionali e delle politiche realizzate a livello locale.
  Condivide l'obiettivo di rafforzare la tutela dei soggetti
  deboli, invitando, nel contempo, la Commissione a non
  dimenticare che la diffusione di talune patologie, non
  ordinariamente presenti sul territorio nazionale, sembra poter
  essere collegata, nel recente passato, a fenomeni di massiccia
  ed improvvisa emigrazione.  Il provvedimento in discussione in
  Commissione sui trapianti è senz'altro uno degli strumenti per
  portare la sanità italiana in Europa, obiettivo per il quale
  andrebbe garantita una maggiore efficienza nella gestione dei
  servizi.
     Considera vaghe le previsioni riguardanti l'integrazione
  socio-sanitaria ed è convinto della necessità di evitare che
  gli sfondamenti ai tetti di spesa definiti in sede di
  approvazione dei documenti di bilancio non si scarichino sui
  cittadini.
     Ritiene, in conclusione, le previsioni del Piano non
  realistiche.
 
     Alessandro CE' (gruppo lega nord per l'indipendenza
  della Padania) osserva in primo luogo che il Piano sanitario
  nazionale all'esame della Commissione ribadisce la validità
  della opzione favorevole ad un sistema sanitario nazionale che
  non garantisce, invece, a suo avviso l'accesso ai servizi.
  Manca qualsiasi accenno ad un'impostazione innovativa del
  sistema che consenta l'inserimento di elementi di maggiore
  concorrenzialità,
 
                              Pag. 82
 
  che sola può garantire la qualità delle prestazioni.
     Dopo aver dichiarato la sua contrarietà ad un incremento
  del carico fiscale sugli alcolici, prende atto della priorità
  riconosciuta agli immigrati extracomunitari all'interno della
  categoria dei soggetti deboli da tutelare, rispetto agli
  anziani e ai bambini.  Considera insufficienti le proposte
  riguardanti la salute mentale, settore per il quale è
  contrario al rinvio al progetto obiettivo nazionale e per il
  quale segnala la mancanza della previsione di aiuti alle
  famiglie e la scarsa attenzione alla nuova cronicità.
     Mancano inoltre le indicazioni riguardanti l'attuazione
  degli  screening  e delle misure di prevenzione dei tumori
  nonché proposte concrete per la prevenzione del diabete, da
  considerare fra le patologie centrali.
     L'innovazione tecnologica ed il risanamento ambientale
  sono realizzati con oneri ricadenti esclusivamente sulle
  regioni, sugli enti locali e sulle aziende che dovranno far
  fronte alle nuove spese con aumento dei  ticket  o dei
  tributi di competenza o con la riduzione delle prestazioni a
  favore degli esenti.
     I livelli uniformi di assistenza sono definiti senza
  introdurre strumenti concreti volti a rimuovere le cause che
  rendono difforme sul territorio nazionale la situazione dei
  servizi sanitari e si definiscono in modo aspecifico i livelli
  necessari ed appropriati.  Critica, inoltre, la previsione di
  considerare al di fuori del Servizio sanitario nazionale le
  prestazioni non indicate dalle linee guida e dai protocolli,
  ritenendo tali previsioni lesive dell'autonomia professionale
  del medico.
     Il potenziamento del  day hospital  e della
  lungodegenza così come le disposizioni in materia di personale
  non trovano rispondenza nei provvedimenti legislativi di
  recente approvati o tuttora in discussione.
     Il Piano sanitario non affronta il problema del territorio
  e propone modalità non realistiche di realizzazione
  dell'integrazione socio-sanitaria, non essendo definite
  competenze e finanziamenti, in alternativa alla quale propone
  un'attività di coordinamento fra i due settori.
     Non ritiene corretto prevedere l'accreditamento
  all'interno della programmazione sanitaria nazionale e
  regionale, essendo convinto della necessità di accreditare
  tutte le strutture sanitarie che presentano situazioni di
  eccellenza certificate da enti riconosciuti a livello
  internazionale.  Il sistema sanitario nazionale è
  caratterizzato da una situazione di monopolio di fatto, che
  determina il sorgere di uno spirito collusivo fra chi decide e
  chi eroga la prestazione, compresi i soggetti privati.  E'
  comunque contrario ad attribuire alle aziende il compito di
  elaborare piani preventivi di attività.
     Critica, ancora, le parti del Piano riguardanti i
  distretti e si chiede quali siano i ruoli ed i poteri del
  responsabile del distretto stesso.
     Mancano disposizioni innovative sulla sicurezza, proposte
  serie per la riduzione delle liste di attesa nonché la
  previsione di un osservatorio epidemiologico, necessario per
  l'adozione di scelte adeguate di prevenzione e pianificazione
  Non condivide l'impostazione adottata in materia di
  programmazione delle risorse umane da formare, che tiene conto
  delle sole necessità del sistema pubblico.
     Considera lesiva dell'autonomia regionale l'impostazione
  del finanziamento delle aziende, insufficiente l'adeguamento
  all'inflazione della quota capitaria ed è contrario a rinviare
  la definizione dei criteri per il finanziamento dei progetti
  cui è attribuito il 3 per cento complessivo delle risorse e di
  quelli per la determinazione della quota capitaria a documenti
  che saranno approvati dopo la data di entrata in vigore del
  Piano.
     Considera troppo vaghi i criteri per l'individuazione
  delle prestazioni non remunerate tramite le tariffe e la
  definizione delle modalità di copertura delle spese.
     E' contrario, infine, all'incremento dei contributi
  assicurativi, già previsto dalla legge n. 449, che finisce per
  aggravare gli oneri sui cittadini.
 
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     Segnala, infine, l'insufficienza degli stanziamenti
  previsti per gli investimenti, in particolare per
  l'adeguamento delle strutture al decreto legislativo n. 626 e
  ricorda che nell'ultima ripartizione deliberata dal CIPE non è
  stato attribuito alcun finanziamento alla Lombardia, regione
  che non vorrebbe penalizzata dallo scontro tra il ministro
  Bindi e il presidente Formigoni.
 
     Giuseppe LUMIA (gruppo democratici di sinistra-l'Ulivo)
  dà una lettura positiva del Piano sanitario in esame, che non
  accoglie l'impostazione dirigistica e messianica, sperimentata
  soprattutto in altri Paesi che hanno raggiunto scarsi
  risultati.
     Il Governo ha invece predisposto un piano di nuova
  generazione, definito per obiettivi, aperto, che promuove le
  responsabilità dei cittadini e degli operatori, che apre la
  possibilità della partecipazione e si confronta con il
  principio dei costi benefici.  Rispetto ad un Piano così
  caratterizzato è necessario rafforzare i sistemi di verifica,
  per individuare gli strumenti di implementazione e correzione
  delle misure proposte, e prevedere una fase ampia di
  concertazione e di partecipazione, al fine di rafforzarne
  l'efficacia.
     Il Piano accoglie un'idea progettuale di salute nella
  quale trovano spazio la prevenzione e la riabilitazione,
  aspetto quest'ultimo da rafforzare.
     La definizione dei livelli uniformi di assistenza si
  intreccia con la questione delle pari opportunità territoriali
  che impone il confronto con le risorse e con la organizzazione
  dei rapporti fra Stato, regioni ed aziende.  Con riferimento al
  primo punto sottolinea l'esigenza di assicurare adeguate
  risorse finanziarie alle misure proposte dal piano mentre, con
  riferimento al secondo punto, nell'ambito dei principi dei
  decreti legislativi Bassanini, ritiene opportuno prevedere
  l'esercizio dei poteri sostitutivi ed attivare un sistema di
  incentivi-disincentivi per rendere effettivi i livelli
  uniformi di assistenza stabiliti dal Piano.
     Il rafforzamento della tutela dei soggetti deboli
  costituisce uno dei punti qualificanti del Piano.  Ritiene
  tuttavia necessario sviluppare una progettualità di merito con
  riferimento ai temi riguardanti gli stranieri immigrati, la
  tossicodipendenza, la salute mentale, l'infanzia e
  l'adolescenza e gli anziani.
     Sottolinea nuovamente l'esigenza di rafforzare le proposte
  riguardanti la riabilitazione che richiede il concerto di
  numerosi soggetti e la piena integrazione fra territorio ed
  ospedale nonché fra questi e la funzione sociale.
 
     Paolo POLENTA,  presidente,  non essendovi
  ulteriori iscritti a parlare dichiara concluso l'esame
  preliminare dello schema di decreto all'ordine del giorno.
 
     Gloria BUFFO (gruppo democratici di sinistra-l'Ulivo),
  relatore,  intervenendo in sede di replica, si riserva di
  integrare la proposta di parere da lei presentata.  A tal fine
  preannuncia la sua intenzione di sottolineare alcune grandi
  questioni politiche che possano consentire la traduzione del
  Piano in azioni concrete e alcuni temi specifici, ribaditi in
  piu interventi, fra i quali ricorda la sicurezza dei luoghi di
  lavoro, la territorialità, la riabilitazione e la modalità per
  il coinvolgimento delle responsabilità che non attengono al
  Servizio sanitario nazionale.  Preannuncia, inoltre, la
  trasformazione in condizione dell'osservazione riguardante
  l'adeguamento del fondo sanitario nazionale rispetto al PIL,
  quale presupposto per la realizzazione degli obiettivi del
  Piano.
     Non condivide la convinzione del deputato Cè secondo cui
  la concorrenza rappresenta la chiave di volta del sistema,
  posto che la concorrenza non migliora la qualità e rischia di
  trasformare la salute in merce.  Non può, inoltre, fare a meno
  di notare che in Italia il privato è sempre apparso bisognoso
  del sostegno e della copertura del pubblico.  E' invece
  favorevole a chiamare anche le strutture pubbliche alla
  verifica di qualità.
 
     Il sottosegretario Monica BETTONI, intervenendo in sede
  di replica, fa presente che il Governo, ha scelto, con il
 
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  Piano sanitario nazionale all'esame della Commissione, di
  perseguire alcuni obiettivi strategici di qualità, nel quadro
  di un corretto rapporto fra lo Stato centrale e le autonomie
  regionali.  L'attenzione si è quindi spostata sulla prevenzione
  e si sono definiti livelli non solo uniformi ma anche
  essenziali ed appropriati di assistenza, nel rispetto di un
  principio di equità allocativa e distributiva.  Non condivide
  le critiche di coloro che hanno ritenuto scarsa l'attenzione
  rivolta alle risorse umane, posto che il perseguimento degli
  obiettivi di qualità definiti dal Piano passa proprio per il
  coinvolgimento di quei soggetti.
 
     Paolo POLENTA,  presidente,  rinvia quindi il
  seguito dell'esame alla seduta di martedì 23 giugno.
 
     La seduta termina alle 16.50.
 
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