| (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4
del regolamento e rinvio).
Giuseppe DEL BARONE (gruppo per l'UDR) si sofferma
sugli obiettivi di salute definiti dal Piano, rilevando, in
primo luogo, la scarsa innovazione delle proposte riguardanti
la promozione di stili di vita più sani ai fini di prevenzione
degli stati patologici.
Le proposte relative al miglioramento del contesto
ambientale non sembrano tenere conto delle diverse realtà
regionali e delle politiche realizzate a livello locale.
Condivide l'obiettivo di rafforzare la tutela dei soggetti
deboli, invitando, nel contempo, la Commissione a non
dimenticare che la diffusione di talune patologie, non
ordinariamente presenti sul territorio nazionale, sembra poter
essere collegata, nel recente passato, a fenomeni di massiccia
ed improvvisa emigrazione. Il provvedimento in discussione in
Commissione sui trapianti è senz'altro uno degli strumenti per
portare la sanità italiana in Europa, obiettivo per il quale
andrebbe garantita una maggiore efficienza nella gestione dei
servizi.
Considera vaghe le previsioni riguardanti l'integrazione
socio-sanitaria ed è convinto della necessità di evitare che
gli sfondamenti ai tetti di spesa definiti in sede di
approvazione dei documenti di bilancio non si scarichino sui
cittadini.
Ritiene, in conclusione, le previsioni del Piano non
realistiche.
Alessandro CE' (gruppo lega nord per l'indipendenza
della Padania) osserva in primo luogo che il Piano sanitario
nazionale all'esame della Commissione ribadisce la validità
della opzione favorevole ad un sistema sanitario nazionale che
non garantisce, invece, a suo avviso l'accesso ai servizi.
Manca qualsiasi accenno ad un'impostazione innovativa del
sistema che consenta l'inserimento di elementi di maggiore
concorrenzialità,
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che sola può garantire la qualità delle prestazioni.
Dopo aver dichiarato la sua contrarietà ad un incremento
del carico fiscale sugli alcolici, prende atto della priorità
riconosciuta agli immigrati extracomunitari all'interno della
categoria dei soggetti deboli da tutelare, rispetto agli
anziani e ai bambini. Considera insufficienti le proposte
riguardanti la salute mentale, settore per il quale è
contrario al rinvio al progetto obiettivo nazionale e per il
quale segnala la mancanza della previsione di aiuti alle
famiglie e la scarsa attenzione alla nuova cronicità.
Mancano inoltre le indicazioni riguardanti l'attuazione
degli screening e delle misure di prevenzione dei tumori
nonché proposte concrete per la prevenzione del diabete, da
considerare fra le patologie centrali.
L'innovazione tecnologica ed il risanamento ambientale
sono realizzati con oneri ricadenti esclusivamente sulle
regioni, sugli enti locali e sulle aziende che dovranno far
fronte alle nuove spese con aumento dei ticket o dei
tributi di competenza o con la riduzione delle prestazioni a
favore degli esenti.
I livelli uniformi di assistenza sono definiti senza
introdurre strumenti concreti volti a rimuovere le cause che
rendono difforme sul territorio nazionale la situazione dei
servizi sanitari e si definiscono in modo aspecifico i livelli
necessari ed appropriati. Critica, inoltre, la previsione di
considerare al di fuori del Servizio sanitario nazionale le
prestazioni non indicate dalle linee guida e dai protocolli,
ritenendo tali previsioni lesive dell'autonomia professionale
del medico.
Il potenziamento del day hospital e della
lungodegenza così come le disposizioni in materia di personale
non trovano rispondenza nei provvedimenti legislativi di
recente approvati o tuttora in discussione.
Il Piano sanitario non affronta il problema del territorio
e propone modalità non realistiche di realizzazione
dell'integrazione socio-sanitaria, non essendo definite
competenze e finanziamenti, in alternativa alla quale propone
un'attività di coordinamento fra i due settori.
Non ritiene corretto prevedere l'accreditamento
all'interno della programmazione sanitaria nazionale e
regionale, essendo convinto della necessità di accreditare
tutte le strutture sanitarie che presentano situazioni di
eccellenza certificate da enti riconosciuti a livello
internazionale. Il sistema sanitario nazionale è
caratterizzato da una situazione di monopolio di fatto, che
determina il sorgere di uno spirito collusivo fra chi decide e
chi eroga la prestazione, compresi i soggetti privati. E'
comunque contrario ad attribuire alle aziende il compito di
elaborare piani preventivi di attività.
Critica, ancora, le parti del Piano riguardanti i
distretti e si chiede quali siano i ruoli ed i poteri del
responsabile del distretto stesso.
Mancano disposizioni innovative sulla sicurezza, proposte
serie per la riduzione delle liste di attesa nonché la
previsione di un osservatorio epidemiologico, necessario per
l'adozione di scelte adeguate di prevenzione e pianificazione
Non condivide l'impostazione adottata in materia di
programmazione delle risorse umane da formare, che tiene conto
delle sole necessità del sistema pubblico.
Considera lesiva dell'autonomia regionale l'impostazione
del finanziamento delle aziende, insufficiente l'adeguamento
all'inflazione della quota capitaria ed è contrario a rinviare
la definizione dei criteri per il finanziamento dei progetti
cui è attribuito il 3 per cento complessivo delle risorse e di
quelli per la determinazione della quota capitaria a documenti
che saranno approvati dopo la data di entrata in vigore del
Piano.
Considera troppo vaghi i criteri per l'individuazione
delle prestazioni non remunerate tramite le tariffe e la
definizione delle modalità di copertura delle spese.
E' contrario, infine, all'incremento dei contributi
assicurativi, già previsto dalla legge n. 449, che finisce per
aggravare gli oneri sui cittadini.
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Segnala, infine, l'insufficienza degli stanziamenti
previsti per gli investimenti, in particolare per
l'adeguamento delle strutture al decreto legislativo n. 626 e
ricorda che nell'ultima ripartizione deliberata dal CIPE non è
stato attribuito alcun finanziamento alla Lombardia, regione
che non vorrebbe penalizzata dallo scontro tra il ministro
Bindi e il presidente Formigoni.
Giuseppe LUMIA (gruppo democratici di sinistra-l'Ulivo)
dà una lettura positiva del Piano sanitario in esame, che non
accoglie l'impostazione dirigistica e messianica, sperimentata
soprattutto in altri Paesi che hanno raggiunto scarsi
risultati.
Il Governo ha invece predisposto un piano di nuova
generazione, definito per obiettivi, aperto, che promuove le
responsabilità dei cittadini e degli operatori, che apre la
possibilità della partecipazione e si confronta con il
principio dei costi benefici. Rispetto ad un Piano così
caratterizzato è necessario rafforzare i sistemi di verifica,
per individuare gli strumenti di implementazione e correzione
delle misure proposte, e prevedere una fase ampia di
concertazione e di partecipazione, al fine di rafforzarne
l'efficacia.
Il Piano accoglie un'idea progettuale di salute nella
quale trovano spazio la prevenzione e la riabilitazione,
aspetto quest'ultimo da rafforzare.
La definizione dei livelli uniformi di assistenza si
intreccia con la questione delle pari opportunità territoriali
che impone il confronto con le risorse e con la organizzazione
dei rapporti fra Stato, regioni ed aziende. Con riferimento al
primo punto sottolinea l'esigenza di assicurare adeguate
risorse finanziarie alle misure proposte dal piano mentre, con
riferimento al secondo punto, nell'ambito dei principi dei
decreti legislativi Bassanini, ritiene opportuno prevedere
l'esercizio dei poteri sostitutivi ed attivare un sistema di
incentivi-disincentivi per rendere effettivi i livelli
uniformi di assistenza stabiliti dal Piano.
Il rafforzamento della tutela dei soggetti deboli
costituisce uno dei punti qualificanti del Piano. Ritiene
tuttavia necessario sviluppare una progettualità di merito con
riferimento ai temi riguardanti gli stranieri immigrati, la
tossicodipendenza, la salute mentale, l'infanzia e
l'adolescenza e gli anziani.
Sottolinea nuovamente l'esigenza di rafforzare le proposte
riguardanti la riabilitazione che richiede il concerto di
numerosi soggetti e la piena integrazione fra territorio ed
ospedale nonché fra questi e la funzione sociale.
Paolo POLENTA, presidente, non essendovi
ulteriori iscritti a parlare dichiara concluso l'esame
preliminare dello schema di decreto all'ordine del giorno.
Gloria BUFFO (gruppo democratici di sinistra-l'Ulivo),
relatore, intervenendo in sede di replica, si riserva di
integrare la proposta di parere da lei presentata. A tal fine
preannuncia la sua intenzione di sottolineare alcune grandi
questioni politiche che possano consentire la traduzione del
Piano in azioni concrete e alcuni temi specifici, ribaditi in
piu interventi, fra i quali ricorda la sicurezza dei luoghi di
lavoro, la territorialità, la riabilitazione e la modalità per
il coinvolgimento delle responsabilità che non attengono al
Servizio sanitario nazionale. Preannuncia, inoltre, la
trasformazione in condizione dell'osservazione riguardante
l'adeguamento del fondo sanitario nazionale rispetto al PIL,
quale presupposto per la realizzazione degli obiettivi del
Piano.
Non condivide la convinzione del deputato Cè secondo cui
la concorrenza rappresenta la chiave di volta del sistema,
posto che la concorrenza non migliora la qualità e rischia di
trasformare la salute in merce. Non può, inoltre, fare a meno
di notare che in Italia il privato è sempre apparso bisognoso
del sostegno e della copertura del pubblico. E' invece
favorevole a chiamare anche le strutture pubbliche alla
verifica di qualità.
Il sottosegretario Monica BETTONI, intervenendo in sede
di replica, fa presente che il Governo, ha scelto, con il
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Piano sanitario nazionale all'esame della Commissione, di
perseguire alcuni obiettivi strategici di qualità, nel quadro
di un corretto rapporto fra lo Stato centrale e le autonomie
regionali. L'attenzione si è quindi spostata sulla prevenzione
e si sono definiti livelli non solo uniformi ma anche
essenziali ed appropriati di assistenza, nel rispetto di un
principio di equità allocativa e distributiva. Non condivide
le critiche di coloro che hanno ritenuto scarsa l'attenzione
rivolta alle risorse umane, posto che il perseguimento degli
obiettivi di qualità definiti dal Piano passa proprio per il
coinvolgimento di quei soggetti.
Paolo POLENTA, presidente, rinvia quindi il
seguito dell'esame alla seduta di martedì 23 giugno.
La seduta termina alle 16.50.
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