| FABIO CIANI. Di fronte al dibattito in materia di
insindacabilità, che ormai è diventato quotidiano nella nostra
Camera, mi sono posto sempre un solo problema. In quest'aula
vi sono molti liberali e mi rivolgo soprattutto a loro: ho
sempre votato contro le richieste di autorizzazioni a
procedere per le opinioni che l'onorevole Sgarbi esprime nei
confronti di politici, di destra, di sinistra o di centro,
qualunque fossero le espressioni (non pongo il problema sul
piano della virulenza delle parole usate), ma mi chiedo come
faccia un cittadino, non un politico, né un parlamentare, che
veda lesa la propria dignità personale attraverso un mezzo
invasivo, qual è quello televisivo, dal quale si lanciano le
invettive più truci, a difendere la propria dignità.
Questo chiedo: quale strumento diamo al cittadino per
difendere la sua onorabilità di fronte ad affermazioni quali
quelle che quotidianamente vengono fatte? Non mi riferisco a
chi può rispondere con gli stessi mezzi, in televisione, in
Parlamento, nei comizi o sui giornali, ma a chi questa
possibilità non ha.
In un sistema liberale, dunque, quale strumento diamo a
quel cittadino per difendersi, se gli togliamo anche la
possibilità che quello che viene detto contro di lui venga
valutato in un tribunale? Noi non giudichiamo nessuno in
questa sede. Diciamo che quello che viene detto contro un
cittadino possa da questo essere portato in un tribunale e chi
lo ha detto possa confermarlo ed i magistrati verificare se
sia vero.
Questo diciamo noi! Non condanniamo nessuno! Sosteniamo
che un privato cittadino che si è sentito definire in
televisione ladro, mascalzone ed infame, e non parlo di un
politico, di un capo di partito (Commenti del deputato
Giovanardi)...
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