| ROBERTO MANZIONE. Allora, quando non vi interessa più il
tipo di approccio rispetto al rapporto potente, indifeso, si
entra nel merito. Così come è assurdo entrare nel merito
dicendo, come fanno alcuni, che non spetta l'applicabilità
dell'articolo 68 al collega Sgarbi - dico, chiaramente, che
non mi è particolarmente simpatico perché ha trasportato in
quest'aula gli Sgarbi quotidiani, ma merita comunque il
massimo rispetto quando conduce battaglie che non sono
personalistiche - perché ha un rapporto con una televisione. E
se Sgarbi le stesse denunce le avesse fatte da un palco in un
comizio? Gli sarebbe spettata perché non era retribuito. Ma
allora noi verifichiamo nel concreto la funzione, quello che
dice o perché lo dice? O dobbiamo dire che soltanto perché
viene in qualche modo retribuito non esercita una funzione? E
allora la funzione non è rispetto alla capacità assoluta di
essere rappresentativo di un'esigenza della base, ma rispetto
al fatto che quell'esigenza venga rappresentata a pagamento
oppure no?
No, non è possibile: io entro nel merito specifico di
quello che viene fatto, non rispetto ad un dato che può vedere
tanti colleghi in dissonanza, perché la funzione, comunque
venga esercitata, deve essere valutata per quello che è. Ecco
perché, se - lo diceva un altro collega della sinistra - è
molto semplice che nel 90 per cento dei casi si abbiano delle
assoluzioni, rispetto ai provvedimenti restrittivi di natura
personale dobbiamo verificare che esiste una distorsione che
ancora continua, che ancora dobbiamo verificare. Allora è
legittimo il comportamento di chi...
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