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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


382514
STA0375-0149
Somm. e Sten. d'Aula n. 375 del 18 giugno 1998 (STA13-375)
(suddiviso in 396 Unità Documento)
Unità Documento n.149 (che inizia a pag.23 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.6)
DISCUSSIONE RELAZIONE: DOC. IV - ter, nn. 25A; 27A; 47A. ...(Dichiarazioni di voto - Doc. IV-ter, n. 27/A) LAVASS
...DISCUSSIONE RELAZIONE: DOC. IV - ter, nn. 25A; 27A; 47A. ...(Dichiarazioni di voto - Doc. IV-ter, n. 27/A)
VITTORIO SGARBI.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
ZZSTA ZZRES ZZSTA180698 ZZSTA980618 ZZSTA000698 ZZSTA000098 ZZSTA375 ZZ13 ZZDI ZZLL
    VITTORIO SGARBI.  Onorevole Presidente, onorevoli colleghi,
  la rappresaglia non si manifesta con le parole, sia pure
  parole che molti hanno giudicato offensive, per cui forse io
  dovrei fare qui un  autodafé  ed implorare la pietà di
  quei colleghi che, come Bonito, talvolta hanno visto che il
  Parlamento me l'ha concessa.  Forse dovrò arrivare a questa
  soluzione estrema: chiedere la vostra indulgenza, e
  chiedervela nel momento in cui il Parlamento non ha un
  esponente rissoso e individualista all'estremo, che insulta le
  persone comuni per delirio personale o per vanità, la quale
  ben rappresenta la mia natura, ma un potere contro un potere.
  L'altro ieri, mentre noi eravamo qui a discutere, con Sgarbi,
  inopinatamente forse, all'ordine del giorno (quindi non il
  parlamentare che interviene su un emendamento ma uno dei punti
  dell'ordine del giorno), ebbene, Sgarbi era processato a
  Brescia e condannato a tre mesi, per aver detto cose
  evidentemente molto gravi, pur sapendo quel tribunale che qui
  c'era l'aula (questo verrà oggi forse all'ordine del giorno),
  attraverso il giudizio di parole che la Giunta aveva già
  giudicato insindacabili.  Il tribunale di Brescia è più
  importante di questo Parlamento.  Secondo non il PM - che a
  quel punto era diventato anche possibilista - ma il presidente
  del tribunale, io dovevo andare a Brescia.  Non vorrei definire
  quella una rappresaglia, di fronte ad un documento già
  esperito e delibato dalla Giunta, che aveva concesso, per sua
  grazia, l'insindacabilità; quella è l'espressione di un potere
  che io sento violento.  L'ho sentito purtroppo, cari colleghi,
  quando ero non come adesso, con un favore popolare crescente
  (che può essere più o meno giustificato) ma completamente
  solo.
     Vorrei dire che sono non offeso ma semplicemente
  dispiaciuto per le osservazioni dell'onorevole Meloni, che
  continua a chiamarmi intrattenitore: ebbene, sarò un buffone,
  sarò un guitto, sarò un intrattenitore, ma ero l'unico che
  parlava quando tutti tacevano.  E quel potere che l'altro
  giorno processava il Parlamento con l'ordine del giorno
  ignorato, quel potere era quello che teneva in carcere il
  generale Conforti (di questo si parla), carabiniere che io
  conosco per aver consentito il recupero di migliaia di opere
  d'arte rubate, uomo di specchiata onestà,
 
                              Pag. 24
 
  incarcerato per le parole del pentito Felice Maniero ("faccia
  d'angelo"), che allora era libero, mentre Conforti era in
  carcere.
     Onorevole Meloni, vada a chiedere alla moglie di Conforti
  quale parola abbiano avuto, lei e i suoi figli, di conforto
  per non ritenere il marito un criminale comune!  Vada a
  chiedere a tanti che stavano in carcere se
  quell'intrattenitore televisivo non abbia svolto una funzione
  se non altro cristiana, di sostegno non buffonesco ma
  profondamente morale di quell'uomo che io ho visto in carcere
  a Peschiera, arrestato per la parola falsa di un pentito!  Era
  un uomo di grande valore, e quindi io difendevo
  un'istituzione, caro onorevole Ciani, sia pure con l'eccesso,
  all'abuso della carcerazione preventiva.  Si tratta di un tema
  fondante di tanti dibattiti, tema centrale di cui si è
  discusso qui come in televisione in pubblici dibattiti.  Da
  quell'atteggiamento violento di quel potere io tentavo di
  difendere il generale Conforti, il quale ancora oggi ritiene
  che la sua tanto precoce liberazione sia dovuta anche a
  quell'intervento così irriguardoso, così maleducato, così
  abusivo, onorevole Ciani, ma che era una violenza delle parole
  contro la violenza ingiusta delle manette.  Non sono persone
  che non si possono difendere: si coprono l'un l'altro e
  vengono coperti da un organo che tutela loro ben più di quanto
  voi tuteliate non me ma voi stessi.
     Prima - mi dispiace averlo detto, e voglio che rimanga
  agli atti, onorevole Presidente - erano ancora in corso i
  lavori della Commissione bilancio e non c'era quasi nessuno
  quando io non dico affermavo la verità, che non pretendo dire,
  ma portavo i riscontri di un giudice (Davigo) che aveva
  archiviato la questione di un altro giudice, che il CSM aveva
  considerato questione assolutamente pertinente.  Tutelandosi
  l'un l'altro stabilivano il diritto che chi arresta, chi fa un
  atto di corruttela favorendo un mafioso, se è un magistrato
  può farlo.  Ebbene, il potere di due magistrati di arrestare un
  uomo non è irrilevante, talvolta è un abuso.
     Posso aver sbagliato: chiedo scusa a tutti i colleghi per
  le mie intemperanze, ma il mio abuso verbale è stato in quel
  momento l'unica risposta all'abuso materiale di quelle manette
  che tenevano in carcere un uomo onesto, che tanto ha fatto per
  i beni culturali della nazione  (Applausi dei deputati del
  gruppo di forza Italia).  E contemporaneamente il
  carabiniere, l'istituzione che io difendevo in lui, mi poneva
  anche nella condizione di difendere il soprintendente Vozza,
  il più grande soprintendente siciliano, arrestato anch'egli
  perché forse aveva messo una firma per delle opere andate in
  Giappone.  Anche in quel caso attaccavo il magistrato, ma sono
  certo come dell'onestà di mio padre che quel soprintendente
  era onesto, che il carabiniere generale Conforti era onesto.
  Combattevo nel nome di persone tanto oneste che sentivo di
  spendere per loro la mia parola.  E nel clima in cui molti di
  loro non c'erano sentivo dire da quella parte politica verso i
  corrotti quello che oggi viene rimproverato a me.  Da ogni
  parte, da tutti i vostri banchi, si sentiva dire: ladro,
  corrotto, mafioso.  La rete, attraverso Alfredo Galasso, disse
  qualunque cosa qui ai forse possibili corrotti o mafiosi di
  questa parte politica, che allora era il pentapartito.
     Ebbene, sembrava legittimo.  Questo non è legittimo per me!
  Le parole di tanti uomini della rete e di tanti uomini della
  sinistra non sono giuste.  E' vero: io sono colpevole.  Sono
  soltanto un buffone, un intrattenitore, un uomo che nulla ha
  fatto per la sensibilità di persone che ho visto piangere.  Il
  Pietro Battaglia sindaco, che ha fatto 13 mesi in carcere, è
  stato incastrato da un pentito!  Quel Simi de Burgis, quel
  Davigo, a cui voi mi mandate davanti, si sono tenuti fuori da
  qualunque processo, autogarantendosi.
     E anche il riferimento - la prego di consentirmelo,
  onorevole Meloni - alla professoressa non è un caso personale:
  è un tema dell'università corrotta che manda in cattedra le
  mogli, che scrivono "sta" con l'accento!  Anche quello
  rivendico, non il fatto personale!  Mi hanno bocciato in tanti
  concorsi: sono felice!
 
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  Hanno bocciato me, sono in cattedra loro!  C'è il dottor Aceto
  in cattedra, vanno bene loro, però "sta" con l'accento non lo
  tollererò mai, né per lei né per quell'altra donna che con
  quello "stà" dichiara che è andata in cattedra soltanto per la
  protezione mafiosa del mondo universitario!  Quello io colpivo,
  non la persona con la quale mi scuso, ed anche con lei
  (Applausi dei deputati dei gruppi di forza Italia e della
  lega nord per l'indipendenza della Padania)!  Quella era la
  prova che senza conoscere la grammatica era in cattedra, come
  altri magistrati sono arrivati a livelli molto importanti
  senza conoscere grammatica e sintassi, come ben sappiamo!  Io
  quelle difendo: ho il difetto di difendere la grammatica e la
  sintassi!
     E anche il mio attacco a tal Bonito Oliva, protetto da
  Craxi e da Del Turco, era un attacco alla biennale come
  istituzione, che lottizzava i posti e li dava a uomini che
  dicono:  Andy Warhol è per il nostro secolo quello che è stato
  Raffaello per il quattrocento...  Raffaello è un pittore del
  cinquecento!  Ignoranti come le capre prendono posti così!  Io
  attaccavo l'ignoranza delle istituzioni  (Applausi dei
  deputati del gruppo di forza Italia )!  Se Raffaello è un
  pittore del quattrocento, Andy Warhol è un pittore
  dell'ottocento, allora!  Questo ho detto!  Ho detto che Craxi ha
  protetto Bonito Oliva!  Attaccavo la biennale con il suo
  sistema spartitorio e lottizzatore, che oggi in parte l'Ulivo
  moderatamente applica alla televisione di Stato, alla
  quadriennale, alla telefonia, all'ENEL (quello che si applica
  normalmente).  Chi comanda dà i posti!
     Facevo allegorie, che avevano dei nomi, ma nomi che non
  avrei fatto se non avessero ignorato la grammatica e la
  sintassi!  Altro articolo di Bonito Oliva:  Achille Bonito Oliva
  par lui meme,  di Achille Bonito Oliva!  Ridondante
  dichiarazione della propria identità ed esistenza.  Ogni volta
  ho toccato errori: mi dispiace che lei ritenga fossero
  questioni personali!
     Ebbene, io sono un intrattenitore che attacca il prossimo
  per suo puro divertimento!  Lo chieda, allora, alla vedova di
  Cagliari, lo chieda alla vedova di Caneschi, lo chieda alla
  figlia di Gamberale, lo chieda alla figlia di Moroni, lo
  chieda a quelle persone che hanno sentito in questo stronzo,
  che sono io - lo dico a me stesso -, assassino e mafioso, che
  sono io, qualche parola per coloro che erano ingiustamente
  trattenuti in carcere da quel potere!
     Allora, il voto di questa mattina mi ha amareggiato non
  perché io tema i processi: posso andare - onorevole Bonito -
  davanti a qualunque tribunale con la ferma certezza che non
  cambierò una parola e che non sono mai pentito di nulla quando
  avrò indicato quelle colpe e quelle collusioni che portano
  Davigo - lo dico in aula - a coprire Simi de Burgis!  Non so se
  sia vero; so che è un dato inoppugnabile nelle carte, carte
  che questa mattina io ho portato mentre voi non c'eravate.  E
  quel voto che avete dato contro di me non mi indigna, mi
  mortifica, perché sono un intrattenitore senza dignità e senza
  valore.  Sono anche pagato, ho anche la cravatta.  Non valgo
  nulla.  Ero purtroppo solo quando troppi di voi erano latitanti
  perfino per Barbara Pollastrini, per Cervetti, per Greganti,
  per Burlando!  A difendere Burlando ingiustamente incarcerato
  c'era un solo stronzo in questo Parlamento: ero io!  Ero
  intrattenitore, però...
 
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