| SANDRA FEI. Il punto che stiamo discutendo e sul quale ci
siamo arenati la volta scorsa è quello della possibilità di
accesso da parte dell'adottato alle informazioni sui genitori
di origine. Questo punto è contenuto nella convenzione fatta a
l'Aja, che stiamo ratificando, in cui è richiesto
espressamente che lo Stato assicuri l'accesso per l'adottato
ai dati riguardanti le sue origini biologiche e i suoi
genitori di origine.
La volta scorsa, come stavo dicendo, ci siamo scontrati
perché a tutti quanti noi sono state fatte fortissime
pressioni da parte di una delle tante associazioni che si
occupano di adozioni e che si sono pesantemente opposte al
diritto di accesso alle informazioni dei ragazzi.
Ricordo anche che il testo licenziato dalla Commissione
prevedeva la possibilità del diritto di accesso, cosa che
impediva l'emendamento che ha appena ritirato l'onorevole
Corsini, con il quale si rinviava il tutto ad una revisione
della legge n. 184.
Abbiamo presentato un subemendamento al nuovo emendamento
della Commissione; lo abbiamo presentato perché non siamo
d'accordo su vari punti.
Anzitutto sosteniamo che se il diritto all'accesso e
all'informazione sui genitori di origine è un diritto
acquisito, non si capisce allora per quale ragione debba
intervenire un tribunale nel dare un'autorizzazione ulteriore
all'esercizio di un diritto, supponendo oltre tutto
(esplicitamente, nell'emendamento della Commissione cui ci si
riferisce) che tale autorizzazione può essere non concessa,
può essere negata "in presenza di comprovati motivi e se
ritenga che ciò comporti grave turbamento all'equilibrio
psico-affettivo dell'adottato".
Se il legislatore deve arrivare fino ad interferire con la
vita privata ed intima delle persone e fino a giudicare
l'equilibrio psico-affettivo delle persone a cui si
attribuisce un diritto, allora debbo dire che è completamente
sbagliato e malinteso il nostro compito di legislatori e che
forse sarebbe molto meglio che cercassimo di tutelare
maggiormente il nostro compito ossia quello di fare delle
buone leggi che servono al cittadino, senza arrivare a
decidere addirittura sulla vita privata delle persone.
Un tribunale, del resto, tutela i diritti dei cittadini e
quindi può intervenire soltanto se un diritto acquisito, come
si suppone debba essere questo, viene negato, e non per
riconfermare che questo diritto viene attribuito!
Nella nuova formulazione dell'emendamento della
Commissione...
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