| STEFANO SIGNORINI. Signor Presidente, questo è un punto
estremamente controverso, che è stato discusso e ridiscusso
dalla Commissione decine di volte. Come diceva il collega
Niccolini, le associazioni delle famiglie, i genitori adottivi
e gli adottati hanno fatto pressioni enormi in questi giorni
per cercare di bloccare un principio stabilito dalla
convenzione de L'Aja.
Al di là della legittimità di esprimere le proprie
opinioni e di intercedere presso i parlamentari che devono
redigere i testi delle leggi, se il Parlamento deve ratificare
la convenzione de L'Aja, si debbono anche recepire i principi
in essa contenuti. Quindi, se l'articolo 30 della legge n. 184
prevede la possibilità di accedere alle informazioni relative
a questi bambini, gli emendamenti che vanno in questa
direzione dovrebbero comunque essere presi in
considerazione.
Anche nel mio gruppo ci sono diverse posizioni; credo però
che il subemendamento presentato dalla collega Fei vada nel
senso indicato dalla convenzione de L'Aja e quindi anche noi
ci adegueremo. L'unico punto che mi lascia un po' perplesso è
il comma 5 di tale subemendamento, secondo il quale il diritto
di accesso alle informazioni di cui al comma 4 "spetta anche
ai genitori adottivi che esercitino la potestà genitoriale,
solo se sussistono gravi e comprovati motivi e previa
autorizzazione del tribunale per i minorenni". Mi sembra che
ciò significhi mettere un paletto in più e limitare un diritto
sacrosanto, che abbiamo riconosciuto per i figli che abbiano
raggiunto la maggiore età.
Pertanto, nutro un dubbio su questo punto, ma comunque il
nostro gruppo voterà a favore di questo subemendamento perché
riteniamo che sancisca un diritto già previsto dalla
convenzione al quale dobbiamo adeguarci.
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