| SANDRA FEI. Siamo ad un altro dei nodi del provvedimento,
quello che riguarda i requisiti degli enti che verranno
autorizzati e ai quali obbligatoriamente gli aspiranti
genitori adottivi dovranno rivolgersi.
Il mio emendamento 3.18 cerca di evitare che questi enti
possano essere un marito ed una moglie con un telefono ed un
fax che si danno da fare, hanno qualche contatto e cercano di
passare per ente autorizzato.
Sappiamo che vi sono associazioni che per sostenere le
spese economiche, assumendo dietro le quinte comportamenti
piuttosto loschi (mi riferisco ad una sorta di mercato dei
bambini), arrivano persino a fare esorcismi: sono casi resi
noti dai giornali e che non sono stati ancora giudicati, ma ve
ne è un'infinità.
Questo emendamento chiede requisiti molto precisi, che
solo un'autentica associazione che persegue esclusivamente
questo scopo può avere. Proponiamo che l'ente abbia una
struttura organizzativa distribuita equamente sul territorio
in almeno tre regioni o province autonome di Trento e Bolzano,
che sia gestita come associazione ed organizzazione senza
scopo di lucro e inoltre che abbia una struttura operativa
solida ed importante per garantire servizi sul territorio e
per ottenere il riconoscimento in paesi stranieri. Solo in tal
modo si potranno offrire a tutti garanzie di non
coinvolgimento nel mercato dei bambini.
Ricordo che uno degli obiettivi principali della
convenzione de L'Aja è combattere il mercato dei bambini, con
tale espressione intendendosi non solo il furto dei minori, ma
anche la richiesta di denaro per consentire ad un bambino di
trovare ciò che gli spetta, e cioè genitori che gli vogliono
bene.
| |