Banche dati professionali (ex 3270)
Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


385
DDL0024-0002
Progetto di legge Camera n. 24 - testo presentato - (DDL13-24)
(suddiviso in 11 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.1 dello stampato)
...C24. TESTIPDL
...C24.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC24 ZZ13 ZZRL ZZPR
     Onorevoli Deputati! - La situazione aziendale del Banco di
  Napoli è caratterizzata da gravi problematiche
  tecnico-gestionali.
     Il bilancio 1994 si è chiuso con una perdita di 1.147
  miliardi sulla quale ha influito l'abbattimento di crediti
  ritenuti inesigibili per 1.107 miliardi.  Il primo semestre
  1995 ha registrato un ulteriore risultato negativo per 1.560
  miliardi, anche esso da attribuire in larga misura alle
  rettifiche di valore apportate al portafoglio crediti (oltre
  1.400 miliardi).
     Per effetto di tali perdite il patrimonio del Banco ha
  subito una significativa decurtazione; ulteriori riduzioni
  deriveranno dall'approvazione del bilancio relativo all'intero
  esercizio 1995 che dovrebbe registrare perdite di rilevante
  ammontare.
     Le cause di tale negativo andamento sono riconducibili,
  oltre che alla debolezza del contesto economico meridionale
  per di più colpito da una sfavorevole congiuntura, nel quale
  si svolge gran parte dell'attività di intermediazione del
  Banco, a profonde disfunzioni che hanno interessato i
  principali comparti operativi.  La gestione complessiva non è
  stata improntata a canoni di correttezza ed efficienza.
     I processi di selezione, gestione e controllo del rischio
  creditizio sono risultati compromessi; ne è derivata una
  qualità del credito fortemente deteriorata.
     Nell'agosto 1994 sono stati rinnovati il presidente e il
  consiglio di amministrazione della Fondazione che controlla il
  Banco di Napoli.  Essi hanno operato con impegno per affrontare
  la delicata situazione
 
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  sia nominando nuovi amministratori, sia
  ricercando, quali rappresentanti dell'azionista di controllo,
  soluzioni adeguate alla grave crisi in atto.  La nuova
  amministrazione del Banco ha consentito di far emergere le
  difficoltà dell'istituto nella loro reale dimensione.
     Per il risanamento dell'azienda si impone ora un
  intervento straordinario.  E' infatti necessario immettere
  mezzi patrimoniali di entità adeguata, operare modifiche
  profonde nelle modalità di conduzione finora seguite,
  realizzare incisive iniziative di ristrutturazione e di
  razionalizzazione.
     Considerata la rilevanza dell'iniziativa, è indispensabile
  un intervento congiunto da parte del Tesoro e del sistema
  bancario per ridurre al minimo i tempi del riequilibrio
  aziendale.
     L'intervento del Tesoro trova giustificazione
  nell'interesse a tutelare la propria partecipazione nel Banco
  di Napoli, tenuto conto delle potenzialità insite
  nell'azienda, connesse con l'entità della raccolta e la
  capillarità dei punti operativi.  Al fine di evitare la
  dispersione di tali potenzialità è necessario che le
  iniziative in favore dell'azienda si realizzino con la massima
  urgenza.
     All'intervento si riconnettono significativi benefìci di
  carattere economico generale connessi con il ruolo chiave
  svolto dal Banco nel finanziamento dell'economia meridionale,
  caratterizzata da forte sottosviluppo ed elevata
  disoccupazione, nel cui ambito territoriale sono
  prevalentemente insediati i punti operativi dell'azienda.
     L'operazione è inoltre giustificata dalla necessità di
  evitare possibili rischi sistemici, attese le grandi
  dimensioni della banca (ottava per classe di grandezza) e la
  rilevanza delle relazioni internazionali da questa
  intrattenute.
     Lo sfruttamento delle potenzialità del Banco di Napoli può
  attuarsi solo con un rigoroso piano di ristrutturazione
  aziendale che preveda la riduzione degli immobilizzi
  finanziari, una politica di miglioramento dell'offerta di
  servizi, una idonea riorganizzazione interna.  Le possibilità
  di successo del piano sono legate a una significativa
  riduzione del costo unitario del lavoro che presenta valori
  notevolmente più elevati di quelli delle altre banche del
  sistema.
     L'affiancamento all'intervento dello Stato di idonei
  soggetti bancari accelererà il processo di complessiva
  riqualificazione.
     Il presente decreto-legge disegna un intervento
  finanziario e strutturale particolarmente incisivo volto a
  ricondurre il Banco di Napoli ai livelli di efficienza
  operativa propri di una moderna istituzione creditizia.  Tali
  livelli di efficienza sono sia vitali per un'impresa che operi
  sui mercati concorrenziali sia essenziali perché il Banco
  possa contribuire concretamente al finanziamento dell'economia
  nella quale è maggiormente impegnato.  Il risanamento del
  Banco, per le dimensioni dell'istituto e il suo radicamento
  nella realtà meridionale, costituisce un essenziale
  presupposto perché si possa avviare il contenimento dei tassi
  nel Mezzogiorno verso livelli che misurino l'effettivo rischio
  dell'impresa da finanziare, depurati dai costi di strutture
  inefficienti.
     Il decreto-legge articola un intervento di ampia portata
  che richiede il consenso e la partecipazione delle migliori
  energie politiche, sociali ed economiche nazionali.
                           *  *  *
     Per provvedere alla ricapitalizzazione del Banco,
  l'articolo 1 autorizza il Tesoro a sottoscrivere uno o più
  aumenti di capitale del Banco di Napoli unitamente
  all'intervento finanziario di una o più banche ed altri
  investitori istituzionali.  L'obiettivo finale è quello di
  addivenire al risanamento dell'azienda ed alla sua successiva
  privatizzazione.
     Gli interventi finanziari del sistema bancario e degli
  altri intermediari potranno assumere la forma di prestito
  subordinato, cioè postergato ai diritti degli altri creditori,
  anche convertibile, o quella della partecipazione al
  capitale.
     Per facilitare la realizzazione delle operazioni connesse
  con gli apporti di capitale ed abbreviarne i tempi di
  attuazione, viene prevista, per il Ministero del tesoro, una
 
                               Pag. 3
 
  deroga alle norme di contabilità di Stato e, per la Fondazione
  Banco di Napoli, la deroga ai criteri e alle procedure di
  carattere generale per le dismissioni delle partecipazioni
  (decreto-legge n. 332 del 1994, articolo 1, comma 7; decreto
  legislativo n. 356 del 1990, articolo 13).  Il Tesoro è inoltre
  autorizzato a stipulare accordi di sindacato per la gestione
  del Banco.
     La Banca d'Italia, per facilitare il superamento della
  situazione di difficoltà del Banco di Napoli, può disporre lo
  svincolo delle somme depositate dal Banco per l'assolvimento
  dell'obbligo di riserva obbligatoria.
     L'articolo 2 dispone che il prezzo che il Tesoro pagherà
  per l'acquisto dei diritti degli attuali soci del Banco sarà
  commisurato al prezzo che il Tesoro stesso ricaverà dalla
  dismissione della partecipazione nel Banco (regolata dal
  successivo articolo 4) detratte le somme versate a titolo di
  capitale maggiorate degli interessi al tasso del "prime rate"
  ABI.
     Agli attuali soci, diversi dal Tesoro, vengono attribuiti
  diritti per l'acquisto di azioni del Banco al valore nominale
  nella misura di una azione ogni quindici azioni possedute.
     L'articolo 3 subordina i conferimenti del Tesoro, di cui
  all'articolo 1, al verificarsi di condizioni riguardanti:
  l'accertamento, entro il 30 giugno 1996, della situazione
  patrimoniale del Banco di Napoli al 31 marzo 1996; la
  deliberazione, entro il 30 giugno 1996, da parte degli organi
  amministrativi, di un idoneo piano di ristrutturazione; la
  stipula, entro il 31 luglio 1996, di accordi sindacali che
  prevedano la riduzione del costo del personale; il concretarsi
  degli interventi finanziari da parte delle banche che
  affiancheranno il Tesoro nell'iniziativa.
     Al fine di agevolare la ristrutturazione del gruppo
  bancario, il comma 4 riconosce alla Banca d'Italia la
  possibilità di concedere, con le modalità previste dal decreto
  ministeriale 27 settembre 1974, anticipazioni a favore del
  Banco a fronte degli interventi dallo stesso effettuati verso
  società del gruppo poste in liquidazione.
     Nelle more del verificarsi delle condizioni per la
  realizzazione dell'apporto di capitale, il Tesoro potrà
  rilevare il prestito obbligazionario, già concesso al Banco
  dalla Cassa depositi e prestiti, trasformandolo in prestito
  subordinato qualora tale prestito sia garantito dal pegno, con
  diritto di voto, delle azioni di proprietà della Fondazione
  Banco di Napoli.
     A seguito della conversione in prestito subordinato e del
  connesso pegno delle azioni, al Tesoro viene riconosciuto il
  potere del rinnovo degli organi societari, anche al fine di
  agevolare la partecipazione al risanamento del Banco di
  investitori istituzionali.
     Per consentire il completamento dell'intervento, il comma
  3 prevede la sospensione degli obblighi derivanti dalle leggi
  n. 216 del 1974, n. 149 del 1992 e dal codice civile,
  rispettivamente in materia di rapporto tra azioni di risparmio
  e azioni ordinarie, offerta pubblica di acquisto e
  deliberazioni societarie in presenza di perdite nel
  capitale.
     Il comma 5 prevede agevolazioni di carattere fiscale
  collegate alla ristrutturazione aziendale.
     La norma dell'articolo 4 disciplina la successiva
  dismissione da parte del Tesoro della partecipazione nel Banco
  di Napoli acquisita a seguito degli interventi sopra
  descritti, fatti salvi i diritti di prelazione previsti dal
  presente decreto.
     La norma dell'articolo 5 prevede il limite massimo di
  impegno da parte del Tesoro con la relativa copertura
  finanziaria a carico dei mutui autorizzati con l'articolo 1
  del decreto-legge 28 febbraio 1996, n. 91.
     I proventi netti della dismissione della partecipazione
  del Tesoro vengono destinati alle finalità previste dal
  decreto-legge 23 giugno 1995, n. 244, convertito, con
  modificazioni, dalla legge 8 agosto 1995, n. 341.
 
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