| ROSY BINDI, Ministro della sanità. Signor
Presidente, l'onorevole Moroni pone un problema davvero
drammatico per la vita del nostro paese: gli incidenti mortali
nei luoghi di lavoro, seppure in lieve diminuzione, fanno
ancora registrare dati molto preoccupanti, così come
preoccupanti sono i dati che si registrano per le malattie
professionali.
Per quanto ci riguarda, pur essendo noto a tutti che la
competenza sull'applicazione del decreto legislativo n. 626
sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché sui relativi
controlli, è delle aziende sanitarie locali e delle regioni,
il Ministero della sanità, in maniera tempestiva e con
urgenza, anche bypassando le responsabilità del commissario di
Governo che è sempre tenuto ad interpellare, ha assunto
notizie presso le ASL competenti di Lucca, Carrara e Firenze.
Non appena saremo a conoscenza di dati più precisi,
provvederemo a segnalarli agli ispettorati del lavoro e alle
procure della Repubblica competenti, che peraltro ci risulta
si siano già attivati.
Comunque, al di là dei tre casi citati, molto drammatici,
la materia è oggetto di prioritaria attenzione nel nuovo piano
sanitario nazionale per gli anni 1998-2000, che è fortemente
incentrato sulla prevenzione e pone la massima attenzione agli
infortuni nei luoghi di lavoro, stabilendo alcuni obiettivi
generali da perseguire. In materia, è tuttavia richiesto un
intervento ulteriore, di carattere sia organizzativo sia
normativo: serve, infatti, un potenziamento ed un
coordinamento di tutte le attività di prevenzione e vigilanza
svolte dagli organismi istituzionali interessati. Vi è
peraltro ancora troppa frammentazione tra le competenze del
servizio sanitario nazionale e quelle che afferiscono al
Ministero del lavoro e ad altri enti, che d'altronde svolgono
una preziosissima attività. Occorre altresì un ulteriore
impegno di carattere finanziario, per investimenti finalizzati
all'applicazione del decreto legislativo n. 626, che tutti
sappiamo essere un provvedimento che porta davvero il nostro
paese in Europa.
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Vorrei poi sottolineare, per quanto riguarda il settore
sanitario, che dei 4 mila miliardi previsti per l'edilizia
sanitaria una parte sarà sicuramente destinata alla messa a
norma di strutture sanitarie. E' necessaria la promozione di
iniziative che favoriscano la circolazione delle informazioni,
una nuova formazione e l'aggiornamento dei soggetti della
prevenzione, anche rafforzando alcune figure professionali
presenti nel servizio sanitario nazionale; così come processi
di verifica della qualità e dell'efficacia delle azioni
preventive attuate...
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