| ROSANNA MORONI. Signor ministro, apprezzo le sue
dichiarazioni e condivido i suoi impegni ed i suoi punti di
vista rispetto alla necessità di intervenire per quanto
riguarda coordinamento, maggiori risorse, maggiore
informazione e preparazione degli stessi lavoratori. So che
questo impegno e questo interesse sono sinceri, ma voglio
ancora ricordare che la Toscana detiene un primato molto
triste, con un bilancio in materia che è agghiacciante: solo
fino al giugno di quest'anno, erano 38 i morti a seguito di
incidenti sul lavoro. Nelle cave di marmo di Carrara, della
Versilia, della Garfagnana, note nel mondo, i morti in questo
biennio sono stati 10, di cui 3 incidenti mortali solo
quest'anno.
Credo davvero che questi incidenti e questi morti siano
troppi per essere addebitati, come a volte si legge anche sui
giornali, alla mala sorte, alla fatalità, a un destino
avverso. Per questo, al di là delle premesse che ho fatto
nella mia replica, le dico con molta franchezza che io, e noi
tutti, potremo dichiararci davvero soddisfatti solo quando
vedremo esaurirsi questo fenomeno allarmante, quando
riusciremo a dare dignità al lavoro e, soprattutto, a
distruggere, a rompere questo meccanismo infernale per cui la
dignità, la vita, la salute della persona diventano secondarie
rispetto alla concorrenza, alla produttività, al profitto.
Troppo spesso i lavoratori sono costretti a lavorare più a
lungo e più in fretta, essendo così più stanchi, più distratti
e disattenti e, quindi, più a rischio rispetto alla loro
incolumità fisica.
Credo che il suo ministero possa svolgere un ruolo
importante, insieme - come lei giustamente diceva - al
Ministero del lavoro e a quello dell'industria.
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