| ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi,
credo di poter affermare, al di fuori di qualsiasi enfasi o
retorica, che la proposta di legge che stiamo discutendo e
approveremo fra breve rappresenta una delle migliori e più
efficaci risposte che le istituzioni possano dare sul fronte
della lotta alla mafia.
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Si tratta di una proposta di legge fortemente voluta da
alleanza nazionale e alla cui stesura mi onoro di aver
partecipato. Essa sarà efficace e darà risposte concrete, ma
su quale fronte? Su quel fronte silenzioso e sofferente fatto
di centinaia di persone che, sulla loro pelle, hanno scontato
il grave prezzo dell'impegno e del sacrificio compiuto da essi
stessi o dai propri congiunti, servitori dello Stato o
semplici cittadini danneggiati dalla mafia nell'adempimento
del proprio dovere o solo perché si erano rifiutati di
soggiacere al ricatto di un potere criminale ancora oggi
purtroppo forte e affatto sconfitto.
Si tratta di un fronte silenzioso, che, con grande dignità
e senza clamore, ha visto per anni infrangersi le proprie
legittime aspettative risarcitorie contro le carenze e le
contraddizioni di un sistema normativo che non è stato in
grado di garantire in loro favore il pagamento dei danni
subiti per effetto dell'azione criminale delle organizzazioni
mafiose; un fronte silenzioso e coraggioso, che ha dimostrato
di non temere le ritorsioni del potere criminale, che ha rotto
il muro dell'omertà ed ha affrontato con determinazione e con
grandi sacrifici economici i processi che hanno portato sul
banco degli imputati i responsabili degli atti criminali,
costituendosi parte civile in processi complessi, lunghi e
delicati, ovvero citando direttamente in giudizio i
responsabili in sede civile.
A queste persone coraggiose, a questi cittadini è dedicata
questa legge, che risolve finalmente una contraddizione
normativa e concede alle vittime della mafia la certezza di
vedere finalmente i responsabili pagare, non soltanto
scontando la giusta pena, ma anche pagando il prezzo
economico, a volte incommensurabile, dei loro crimini.
Cosa accadeva, infatti, nel passato? I parenti delle
vittime o le vittime stesse dei crimini mafiosi, che si
costituivano parte civile o che agivano nei giudizi
risarcitori contro i responsabili, pur ottenendo il
riconoscimento del danno subito, non potevano, fino a questo
momento, ricevere la liquidazione dei risarcimenti, perché,
nel frattempo, i patrimoni dei responsabili erano stati
confiscati dallo Stato e, quindi, venivano materialmente
sottratti all'azione esecutiva mobiliare o immobiliare.
Oggi, con questa legge, chi ha ottenuto il riconoscimento
del danno subìto può soddisfarsi concretamente accedendo ad un
fondo, che non a caso è stato denominato di garanzia, che
provvede alla liquidazione in loro favore delle somme
riconosciute e che si alimenta - questo è un aspetto
importante - proprio attraverso una parte dei proventi che
deriveranno dalla liquidazione dei beni confiscati, risolvendo
in questo modo la contraddizione di un sistema che non è
neppure in grado di garantire la piena utilizzazione in tempi
rapidi dei patrimoni confiscati.
Voglio ricordare in proposito che da quando è entrata in
vigore la legge Rognoni-La Torre centinaia sono state le
confische per svariate migliaia di miliardi ma solo una
modestissima parte dei beni confiscati è stata utilizzata
secondo le finalità della legge e molto spesso gli stessi
beni, proprio a causa dell'inerzia e dell'inefficienza degli
apparati governativi, sono rimasti nella migliore delle
ipotesi a marcire inutilizzati e, nella peggiore, nella stessa
disponibilità dei criminali ai quali erano stati
confiscati.
Oggi finalmente si potrà invertire questa tendenza e
sicuramente questa legge rappresenta uno stimolo in più per le
nostre istituzioni ad operare celermente per la liquidazione
dei patrimoni mafiosi al fine di alimentare il fondo istituito
con questa legge. Daremo così una duplice risposta sul fronte
comune della lotta alla mafia: garantiremo, da un lato i
sacrifici di coloro i quali hanno subito direttamente le
conseguenze delle azioni criminose e, dall'altro, restituiremo
dignità all'azione delle istituzioni che saranno, mi auguro,
stimolate ad operare sul fronte della difficile ma molto
spesso trascurata
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gestione dei beni confiscati. Sarà l'affermazione di un
principio di civiltà giuridica che pone il nostro paese
sicuramente all'avanguardia tra le nazioni che sono chiamate a
contrastare con sempre maggiore sforzo la criminalità
organizzata e restituiremo ai cittadini la fiducia nelle
istituzioni e nella politica.
Voglio qui dare atto alla Commissione di avere svolto con
grande impegno il compito di portare in aula in tempi rapidi
questo provvedimento e voglio dare atto a tutte le forze
politiche di aver operato in modo leale, con grande
determinazione e spirito di collaborazione, nel comune intento
di dare al paese una legge importante da più parti invocata,
fornendo così un valido esempio di come sia in effetti
realizzabile quella unità delle forze politiche che alcuni
definiscono un'utopia sul fronte della lotta alla mafia.
Sono certo che qualche problema tecnico, sorto a proposito
della copertura finanziaria, sarà risolto nel corso dei lavori
dell'Assemblea anche se non ritengo (e lo dico a scanso di
equivoci) che le timide obiezioni mosse da qualcuno in
proposito siano apprezzabili sia sotto il profilo tecnico che
politico. Il fondo si finanzia con proventi che non transitano
dal bilancio dello Stato e che dunque non gravano sui conti
pubblici.
Per queste ragioni non si possono paventare presunte
mancanze di copertura finanziaria né alcuna indeterminatezza
nella quantificazione delle possibili richieste risarcitorie
perché comunque si pone un limite temporale all'ammissibilità
delle domande, quello dell'entrata in vigore della legge
Rognoni-La Torre che dispone la confisca dei beni appartenenti
ai mafiosi.
Concludo, signor Presidente, anche se devo constatare che
purtroppo soltanto alleanza nazionale e forza Italia hanno
avuto la sensibilità di partecipare a questa discussione
generale, perché mi pare che non risultino altri iscritti, ma
questo comunque sarà legato agli impegni che i parlamentari
hanno il venerdì. Mi dispiace perché, anche se la legge è
semplice, sarebbe stata un'occasione importante perché
finalmente in quest'aula tutte le forze politiche avrebbero
potuto di comune accordo discutere di questa grande novità.
C'è un po' di rammarico ma desidero comunque concludere con un
appello. Spero che l'iter in aula del provvedimento non
incontri ostacoli. Lo dico perché sono, non preoccupato, ma
perché ho colto qualche segnale strano ieri in Commissione in
attesa del parere della Commissione bilancio. E' un parere che
non può che essere positivo perché non vi sono ragioni, dal
punto di vista politico, tecnico e contabile, per non
riconoscere che questo fondo non ha bisogno di una copertura
che transiti attraverso i fondi pubblici.
Conduciamo dunque in porto senza riserve questo
provvedimento - mi rivolgo anche al rappresentante del Governo
- perché, se ci riusciremo, ce ne saranno grati i cittadini e
sarà una vittoria di tutte le forze politiche e di tutto il
Parlamento (Applausi)!
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