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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


433761
STA0504-0013
Somm. e Sten. d'Aula n. 504 del 15 marzo 1999 (STA13-504)
(suddiviso in 43 Unità Documento)
Unità Documento n.13 (che inizia a pag.7 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.6)
DISCUSSIONE: C5627. ...(Discussione sulle linee generali - A.C. 5627) LAVASS
...DISCUSSIONE: C5627. ...(Discussione sulle linee generali - A.C. 5627)
UMBERTO GIOVINE.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO GIOVANARDI
ZZSTA ZZRES ZZSTA150399 ZZSTA990315 ZZSTA000399 ZZSTA000099 ZZSTA504 ZZ13 ZZDI ZZLL
    UMBERTO GIOVINE.  Signor Presidente, questo provvedimento
  contiene misure che da tempo avrebbero dovute essere
  approvate, specialmente nel settore aerospaziale a cui si
  riferiscono gli articoli 1 e 2.  Trattandosi di materia
  particolarmente urgente, non vi è dubbio che il lungo iter al
  Senato abbia causato un grave ritardo a tutto svantaggio
  dell'efficacia e della congruità del provvedimento stesso.
  Quando il relatore, in riferimento al lavoro svolto in
  Commissione, ha parlato di dibattito "serrato", sicuramente
  intendeva riferirsi anche ai tempi ristretti e al tipo di
  testo che la Camera si è trovata a dover discutere in
  condizioni non agevoli.
     L'aspetto più grave è, però, il carattere non omogeneo del
  disegno di legge al nostro esame, che vede letteralmente
  affastellati, in un unico testo, provvedimenti del tutto
  eterogenei, in deroga agli impegni presi dal Governo stesso e
  alle raccomandazioni espresse dalla Presidenza della Camera
  dei deputati.
     Uniamo, perciò, la nostra critica alle citazioni del
  parere del comitato per la legislazione.
     La definizione di provvedimento  omnibus,  ricordata
  dalla relatrice, in realtà, mi sembra eufemistica.  Il termine
  omnibus  sollecita in noi ricordi di autobus o vetture
  pubbliche, relativamente ordinate nella disposizione dei
  passeggeri sia al proprio interno, sia sull'imperiale, ovvero
  di sopra; qui, invece, troviamo un  omnibus  che ospita,
  addirittura, esseri diversi: esseri umani da una parte,
  animali dall'altra; la eterogeneità è veramente eccessiva, per
  poter consentire un esame approfondito.
     Quanto ho detto è contenuto nel parere del comitato per la
  legislazione, allegato agli atti, che era stato sollecitato
  dall'opposizione, prevalentemente da alleanza nazionale e da
  forza Italia.
     Nel parere del Comitato per la legislazione si auspica che
  provvedimenti del genere non siano più oggetto di intervento
  legislativo: si manifesta perplessità, sia sotto il profilo
  della chiarezza del testo ai fini della sua efficacia, sia dal
  punto di vista della tecnica legislativa; si critica, inoltre,
  la parte in cui - con una serie di principi e criteri
  direttivi - si adombra
 
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  nel provvedimento, sostanzialmente, un regolamento di
  delegificazione - come dire - surrettizio.
     Non voglio tediare i colleghi con la lettura dei pareri
  allegati: certamente, l'anomalia del provvedimento - e
  dell'esame che la Camera ha dovuto farne - è sotto gli occhi
  di tutti.
     Quanto alle giuste esigenze - ricordate dal relatore - di
  unità e di efficacia dell'iniziativa politica
  nell'importantissimo settore delle tecnologie duali
  dell'aerospaziale, è proprio questo il punto debole
  dell'intero impianto del disegno di legge.
     Al riguardo, dobbiamo rilevare il disagio, da noi
  ampiamente condiviso, espresso nel parere della I Commissione,
  di non poter far capo ad un'unica fonte decisionale
  dell'esecutivo perché, a nostro parere, si è voluta mantenere
  separata la competenza nel settore aeronautico e industriale -
  in capo al Ministero dell'industria, del commercio e
  dell'artigianato - da quella spaziale, in capo al Ministero
  dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica.
     Il Governo ha ulteriormente contribuito a questa
  frammentazione e confusione di indirizzi, attribuendo
  all'Agenzia spaziale italiana - ente che è stato oggetto di
  numerosi atti del sindacato ispettivo e di inchieste della
  magistratura ordinaria della Corte dei conti -, con la riforma
  del suo statuto, competenze nel settore definito
  aerospaziale.
     Tali competenze, a loro volta, sfuggono al controllo del
  Ministero dell'industria, principale attore - secondo noi,
  giustamente - del provvedimento.
     E' parso ad un certo punto che il Governo D'Alema volesse
  mettere ordine in questa babele di competenze, chiaramente
  dannosa per l'efficacia internazionale dell'azione italiana,
  promuovendo il decreto del Presidente del Consiglio dei
  ministri del 19 novembre 1998.  In tale decreto si faceva
  presente l'opportunità di istituire un comitato di ministri,
  con il compito di esaminare le problematiche più rilevante
  relative al coordinamento ed all'attuazione delle iniziative
  di cooperazione, nonché di esprimere, in particolare, la
  propria valutazione sui progetti, sulla loro programmazione e
  sulla promozione della  partnership  alle iniziative di
  cooperazione industriale, alcune delle quali - molto
  importanti - sono state menzionate oggi stesso.
     Per questo nel decreto si fa riferimento alla costituzione
  di un comitato interministeriale presieduto dal Presidente del
  Consiglio dei ministri, iniziativa che noi sollecitammo già
  due anni fa.  Segue poi, nel decreto, un elenco molto
  dettagliato dei progetti - anch'essi tecnologicamente e
  finanziariamente molto importanti - da affidare a questo nuovo
  comitato, oltre ai rapporti con le Commissioni parlamentari ed
  alla creazione di gruppi di lavoro per specifiche iniziative.
  Ci duole di dover constatare che ad oltre sei mesi di distanza
  non vi è traccia di un'iniziativa concreta da parte di questo
  comitato che farebbe capo alla Presidenza del Consiglio:
  torniamo quindi alla contraddizione in base alla quale il
  Ministero dell'industria, nostro interlocutore in relazione a
  questo provvedimento, non è in possesso degli strumenti
  operativi di cui sono invece dotati altri esecutivi stranieri,
  nostri partner o - come può capitare - potenziali o attuali
  avversari, strumenti che consentono loro di intervenire con
  ben maggiori immediatezza ed efficacia.
     Dico questo, signor Presidente, colleghi, per arrivare al
  punto più dolente dell'impianto di questo provvedimento,
  contenuto nella sua parte meno caotica.  Mi riferisco al fatto
  che al Ministero dell'industria vengono attribuite - a nostro
  avviso giustamente - iniziative e funzioni, nonché i relativi
  mezzi, ma con un'importante riserva mentale, manifestata non
  da parte dell'opposizione, bensì da parte del Governo stesso.
  Quest'ultimo, infatti, non ha provveduto - né, a quanto pare,
  è in grado di provvedere - a fornire al Ministero
  dell'industria gli strumenti che noi consideriamo
  indispensabili per inserirsi tempestivamente e con efficacia
  nella rivoluzione epocale che sta animando la tecnologia in
  Europa, particolarmente nel settore aerospaziale.  Ciò è tanto
  più importante in vista della convocazione a
 
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  Roma, prevista per l'inizio della prossima estate, di un
  vertice sull'importante questione dell'Airbus, il quale verrà
  preceduto da un altrettanto importante convegno a Milano nel
  prossimo mese di maggio.
     La nostra parte politica si è sempre adoperata affinché
  l'esecutivo - qualunque fosse la maggioranza in quel momento -
  fosse dotato degli strumenti necessari per operare nei settori
  di maggiore importanza.  A questo proposito non possiamo
  neanche nasconderci dietro lo stato di necessità.  Assistiamo,
  infatti, a quelle che a noi appaiono utili iniziative di
  accorpamento di aziende nel settore aerospaziale, come quella
  tra l'Alenia e l'ente spagnolo per l'industria aerospaziale,
  la Casa, e possiamo facilmente valutare quali sarebbero le
  economie di scala ed i vantaggi che ne deriverebbero, non
  ultimo il fatto che la Casa possiede il 4,2 per cento del
  gruppo europeo di interesse economico che produce Airbus.  Se
  questo "matrimonio" - come è stato definito dal maggiore
  quotidiano economico italiano - non si potrà fare, ciò sarà
  dovuto anche ai ritardi nella privatizzazione delle aziende
  dell'IRI, che hanno causato le obiezioni del Governo spagnolo
  a questo "matrimonio" nonostante la sua evidente convenienza:
  l'esecutivo spagnolo ha infatti affermato che non intende far
  "sposare" la Casa con chi è ancora sottoposto indirettamente
  al controllo del Governo italiano.  Ecco, quindi, che i ritardi
  nelle privatizzazioni hanno nuociuto all'efficacia
  dell'intervento industriale: a poco servirà, a questo punto,
  l'azione del nostro Governo, dal momento che avrà a che fare
  con una volontà politica diversa.  Noi auspichiamo che ciò non
  avvenga, però temiamo che anche in questo caso dovremo
  assistere alle conseguenze negative che i ritardi del
  riassetto dell'IRI provocano nell'efficacia dell'intervento
  italiano.  Come ha ricordato la relatrice, si tratta di
  sbloccare i fondi stanziati dalle leggi finanziarie per il
  1998 e per il 1999; si tratta, di provvedimenti che sono stati
  reiterati, nella sostanza, da diversi Governi precedenti a
  questo.  Teniamo altresì conto delle aspettative delle
  categorie interessate.  E' chiaro, infine, che le presenze
  anomale in questo provvedimento, che per gentilezza definirei
  omnibus,  rendono difficile la nostra posizione così
  come, del resto, quella del Governo e della maggioranza che lo
  sostiene.
     Come ci è stato dato atto dalla stessa relatrice, noi
  abbiamo voluto accelerare il più possibile l'esame del
  provvedimento da parte della Camera proprio in considerazione
  delle aspettative delle diverse categorie economico-sociali e
  della necessaria soluzione dei problemi che si sono trascinati
  nel tempo (quelli che riguardano, ad esempio, le camere di
  commercio, industria, artigianato e agricoltura o l'Ente
  cellulosa e carta) attraverso le diverse epoche "geologiche"
  della politica italiana.  Per questi motivi abbiamo ridotto al
  minimo il numero degli emendamenti presentati al
  provvedimento, pur sottolineando nettamente la nostra
  posizione, specialmente quando ci sembrava assolutamente
  indigesto quanto ci veniva proposto dalla maggioranza.
     La nostra posizione continuerà ad essere coerente con
  quella assunta in Commissione anche nel corso dell'esame del
  provvedimento da parte dell'Assemblea.  Auspichiamo, però, che
  non ci si debba più trovare in una situazione simile.  Facciamo
  presente, altresì, che le difficoltà di organizzazione interna
  al Governo stanno minando l'efficacia di questo provvedimento.
  Ricordo, infine, che nel settore dell'industria internazionale
  bisogna essere sempre pronti a cambiare rapidamente posizione,
  cosa purtroppo in contrasto con i tempi dell'attività
  legislativa: per esempio, nel 1998, il consorzio Airbus ha
  perso l'equivalente di 200 milioni di dollari e,
  conseguentemente, Aérospatiale - sua principale protagonista -
  ha registrato un impressionante calo nell'esercizio 1998 con
  una diminuzione degli utili dovuta agli accantonamenti, ma,
  essenzialmente, ai cattivi risultati di Airbus.
     Pertanto, nel momento in cui accettiamo l'unicità delle
  iniziative del Governo, ed in particolare del Ministero
  dell'industria, del commercio e dell'artigianato, dobbiamo
  rilevare che di fronte a
 
                              Pag. 10
 
  certe situazioni il Governo non si presenta con gli strumenti
  adeguati a farvi fronte: rischiamo di investire 2.000 miliardi
  per partecipare al gioco societario dell'Airbus, che intende
  trasformarsi da gruppo europeo di interesse economico in Spa,
  con il rischio di dover coprire perdite rilevanti che il
  Parlamento oggi non è in grado di quantificare.  Questo per
  quanto riguarda la parte finanziaria del provvedimento.
     Per quanto riguarda, invece, l'organizzazione interna
  dell'esecutivo, chiederemo spiegazioni sulla mancata
  attuazione del decreto del Presidente del Consiglio dei
  ministri e chiederemo che sia posta fine a questa duplicità -
  se non triplicità - di presenze in un settore così importante
  (Ministero della difesa, Ministero dell'università e della
  ricerca scientifica tecnologica e Ministero dell'industria,
  del commercio e dell'artigianato)  (Applausi dei deputati
  dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale).
 
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