| RUGGERO RUGGERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi,
onorevole rappresentante del Governo, il mio gruppo ha
lavorato in queste ultime settimane per cercare di capire il
provvedimento al nostro esame. Le critiche avanzate dalle
opposizioni ci trovano concordi.
Il provvedimento viene definito omnibus e quando
abbiamo a che fare con questo tipo di provvedimenti non
riusciamo a capire bene se siano i regolamenti di Camera e
Senato a dare risultati di questo genere. Si tratta di
difficoltà dovute all'eterogeneità delle materie che rende
difficile un migliore approfondimento dei contenuti, molti dei
quali meriterebbero un esame più serio.
Sul provvedimento e soprattutto sul lavoro svolto dal
relatore esprimiamo un grande apprezzamento. Abbiamo infatti
ascoltato una relazione completa nonostante l'eterogeneità dei
temi; quello svolto dal relatore è stato un lavoro minuzioso,
che addirittura ha corretto punti critici del provvedimento e
ha recepito le indicazioni fornite da alcune Commissioni. Di
tutto ciò credo che occorra dare atto al relatore perché si è
trattato di un lavoro di grande serietà e anche di grande
competenza.
Mi soffermerò su tre punti che mi sembrano i più
qualificanti di questo provvedimento. Parlerò anzitutto degli
interventi a favore del settore aeronautico, aerospaziale e
duale; ciò rappresenta veramente il nocciolo politico di
questo provvedimento. In questi settori abbiamo l'assoluta
necessità di recuperare gran parte della competitività che nel
tempo abbiamo perso. Una competitività italiana a livello
internazionale che è necessaria proprio per ribadire una
posizione che nel passato è sempre stata riconosciuta da
tutti; una posizione dell'industria italiana che nel tempo ha
perso spazio e capacità di essere alla pari con gli altri
competitori internazionali.
Un secondo punto su cui mi vorrei soffermare brevemente
riguarda l'articolo 3 concernente studi e ricerche per la
politica industriale. Pensiamo che questa sia una disposizione
normativa importante perché il Ministero dell'industria, del
commercio e del turismo in modo particolare, con il quale la
nostra Commissione ha ovviamente un rapporto privilegiato, ha
rilevato più volte una carenza di studi, di approfondimenti di
tematiche e di altri strumenti che il ministero dovrebbe
possedere. Questa non vuole assolutamente essere una critica
all'apparato interno, ai funzionari.
E' ormai inderogabile che soprattutto un Ministero dove la
ricerca applicata è fondamentale debba avvalersi anche di
strutture, di strumenti e di esperti esterni allo stesso
ministero, al fine di acquisire una maggiore capacità prima
per capire e poi per incidere sulla realtà che vogliamo
regolare.
Spesso accade invece che andiamo ad incidere su una realtà
che non conosciamo. Da qui l'assoluta necessità dell'avvio si
studi e ricerche proprio sui temi della politica industriale
che assumano una veste particolare ai giorni nostri,
soprattutto a causa delle grandi novità
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dell'economia rispetto al passato, delle nuove relazioni che
esistono tra investimenti e occupazione, delle variabili
macroeconomiche, ossia delle nuove forme di economia e di
manovre che facciamo fatica a capire e a governare. Per questo
motivo l'articolo 3 è uno dei più importanti del
provvedimento.
Infine merita una nota non marginale, a mio avviso,
l'articolo 13 concernente le agevolazioni per le imprese a
prevalente partecipazione femminile. Sappiamo che i tassi
nazionali della disoccupazione sono nella media europea ma, se
osserviamo i tassi della disoccupazione femminile in Italia,
constatiamo che siamo ai vertici nell'Europa. Prestare
un'attenzione particolare alle imprese che creano occupazione
per le donne significa avere una maggiore sensibilità ai
problemi strutturali della nostra disoccupazione.
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