Banche dati professionali (ex 3270)
Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


433765
STA0504-0017
Somm. e Sten. d'Aula n. 504 del 15 marzo 1999 (STA13-504)
(suddiviso in 43 Unità Documento)
Unità Documento n.17 (che inizia a pag.11 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.6)
DISCUSSIONE: C5627. ...(Discussione sulle linee generali - A.C. 5627) LAVASS
...DISCUSSIONE: C5627. ...(Discussione sulle linee generali - A.C. 5627)
GAETANO RASI.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO GIOVANARDI
ZZSTA ZZRES ZZSTA150399 ZZSTA990315 ZZSTA000399 ZZSTA000099 ZZSTA504 ZZ13 ZZDI ZZLL
    GAETANO RASI.  Signor Presidente, signor sottosegretario
  per l'industria, il disegno di legge oggi al nostro esame è,
  purtroppo, un pessimo esempio di espressione linguistica e di
  tecnica legislativa.  Pur contenendo alcuni elementi positivi,
  è oggetto di forti critiche sostanziali.
     Anzitutto, fin dal titolo generico ("Norme in materia di
  attività produttive"), questo disegno di legge denuncia
  l'eterogeneità delle materie in esso trattate.  Ne sono
  indicate ben tredici: industria aeronautica, industria
  spaziale, ordinamento del Ministero dell'industria, Ente
  nazionale cellulosa e carta, mercato all'ingrosso, cicli e
  motocicli, industria mineraria, strutture ricettive
  alberghiere, impianti a fune, pesi e misure, camere di
  commercio, imprenditoria femminile, emergenza nucleare.
     La stessa relatrice, onorevole Labate, ha definito questo
  disegno di legge come un provvedimento  omnibus  per
  l'eccentricità delle materie trattate.  Il termine eccentricità
  espresso dall'onorevole Labate, anche per gli studi specifici
  da lei coltivati, si riferisce appunto al fatto che non ha un
  centro, che vi è una fuga dispersiva di tipo esplosivo.
     D'altra parte, a conferma del contenuto marmellata, basti
  pensare che l'esame della X Commissione ha previsto i pareri
  delle Commissioni I, IV, V, VI, VIII, IX, XI, XIII e XIV.  Tali
  pareri, anche se favorevoli - e non poteva essere diversamente
  dato il blocco acritico fatto dalla maggioranza - sono così
  pieni di osservazioni sostanziali da farci domandare come si
  sia potuti arrivare ad esprimere il parere favorevole.
     Tralascio, signor Presidente, ogni ulteriore commento a
  questo proposito.  Quanto detto credo sia eloquente.
     Appare evidente che la commistione di tante materie ha
  rischiato, prima nel passaggio al Senato e oggi alla Camera,
  di influenzare reciprocamente e negativamente le disposizioni
  contenute nel provvedimento, sia per la fretta che il
  Ministero dell'industria ha avuto nella sua redazione, sia
  perché le parti decisamente cattive trascinano anche quelle
  meno cattive o addirittura valide, e ve ne sono, signor
  Presidente.  Un esempio per tutte: la necessità di dotare
  rapidamente di risorse la politica aerospaziale per le
  combinazioni produttive internazionali (dotazione da
  considerarsi ovviamente in modo positivo) influenza la materia
  specifica con una struttura lessicale giuridica del tutto
  scorretta e trascina anche altre materie bisognose di
  ulteriore approfondimento o addirittura inapplicabili, come
  per esempio gli incentivi per la rottamazione dei
  motocicli.
     Alleanza nazionale ha chiesto, proprio per il complesso di
  ragioni relative alla diversità delle materie ed alla scadente
  formulazione giuridica, il parere del Comitato per la
  legislazione.  Tale Comitato, a conferma delle deficienze, ha
  sollevato una serie di rilievi.  In primo luogo, il disegno di
  legge in questione non è caratterizzato dal necessario
  requisito della omogeneità.  Esso, inoltre, aumenta la congerie
  degli interventi incentivanti fuori dal fondo unico previsto
  per ciascun ministero dal decreto legislativo n. 123 del 1998
  e dalla legge n. 448 del 1998.
 
                              Pag. 12
 
     In terzo luogo, esso contiene disposizioni le quali, per
  la complessità intrinseca delle formulazioni, inducono
  perplessità sia sotto il profilo della chiarezza del testo ai
  fini della sua efficacia, sia dal punto di vista della tecnica
  legislativa, ai fini dell'individuazione della disciplina
  effettivamente applicabile.
     Il disegno di legge prevede poi, all'articolo 12, norme
  che andrebbero valutate alla luce dei principi generali in
  materia di pubblico impiego, la qualcosa non appare in questo
  decreto.
     Inoltre, è necessario un riordino del testo, accorpando e
  collocando in sequenza alcuni articoli che, pur trattando
  materie affini, risultano attualmente separati.
     Il Comitato per la legislazione richiede altresì
  all'articolo 3 la modifica del rinvio all'analoga disciplina
  che riguarda il Ministero del tesoro, sia in quanto la
  normativa richiamata è stata superata dal riordino di quel
  Ministero (che, come sappiamo, è stato fuso con quello del
  bilancio), sia in quanto appare preferibile stabilire
  direttamente i criteri di riferimento piuttosto che richiamare
  quelli fissati per attività analoghe di altri ministeri.
     Si osserva inoltre che all'articolo 1, comma 2, le lettere
  da  a)  a  d)  mancano dell'indicazione per alcuni
  obiettivi del collegamento - anche per il loro significato
  precettivo - con gli interventi da attuare ai sensi del
  precedente comma 1, lettera  b).
     All'articolo 5, comma 1, manca - e quindi va ridefinito -
  l'atto con il quale il Ministero stabilisce la forma e la
  misura dell'agevolazione, nonché le modalità di
  concessione.
     Vanno inoltre riformulati - osserva sempre il Comitato per
  la legislazione - i primi quattro commi dell'articolo 6, che
  prorogano le disposizioni di incentivazione alla rottamazione
  dei motocicli, in quanto le norme appaiono applicabili solo a
  quei contraenti che, essendo diventati profeti, sulla base di
  quanto scritto dai giornali, abbiano precostituito la
  documentazione necessaria per usufruire del beneficio.
     Non risulta chiara all'articolo 6, commi 8 e 9, la nuova
  definizione di "distretto industriale".  Il Comitato rileva che
  sarebbe necessario un testo apposito, in quanto la novella
  legislativa risulta complessa ed insufficiente.
     Va inoltre riformulato l'articolo 6, comma 10, al fine di
  rendere chiaro se tra i provvedimenti ammessi rientri anche la
  denuncia di inizio di attività, che costituisce un
  procedimento ben distinto dalla concessione edilizia, con
  caratteristiche diverse da quest'ultima e da altri
  provvedimenti amministrativi.
     Debbono essere chiariti i motivi per cui il comma 11
  dell'articolo 6, che reca la copertura finanziaria degli
  incentivi per i ciclomotori, non comprenda anche gli oneri
  conseguenti alle agevolazioni previste per i ciclomotori ed i
  motoveicoli elettrici.  Si tratta di equivoci che rendono
  impossibile l'interpretazione autentica, in quanto pongono il
  problema della retroattività degli effetti delle norme
  interpretate, nonché dell'esatta definizione dei criteri di
  interpretazione.
     Infine, l'articolo 7 pone anch'esso il problema della
  retroattività degli effetti delle norme interpretative.
     Mi rendo conto che con questa lunga elencazione si
  annoiano i pochi, ma pur eletti, colleghi presenti; tuttavia,
  signor Presidente, ritengo che essa sia necessaria affinché
  resti traccia di come non debba essere formulata una legge,
  che contiene anche elementi positivi, ma che rappresenta un
  pessimo esempio di scrittura da parte di esperti - si fa per
  dire - della patria del diritto.
     Il travagliato iter era iniziato quasi dieci mesi fa con
  la predisposizione da parte del Consiglio dei ministri e tanto
  tempo è stato necessario affinché si esaurisse la prima
  lettura da parte del Senato; malgrado ciò, ben pochi
  miglioramenti sono stati apportati.  A questo si aggiunga
  l'infortunio occorso al Governo e relativo alla mancata
  copertura finanziaria degli oneri previsti dagli articoli 6 e
  14.
 
                              Pag. 13
 
     Signor Presidente, prima di una seconda lettura al Senato,
  che si renderà necessaria, è auspicabile che la Camera
  apporti, insieme con il miglioramento giuridico richiesto dal
  Comitato per la legislazione, anche alcune precisazioni
  tecniche e sostanziali.
     In conclusione, per quanto si riferisce a questa parte, a
  nostro avviso il disegno di legge in esame, oltre ad essere
  riformulato, dovrebbe essere smembrato e ripresentato al
  Parlamento ripartito in tanti provvedimenti specifici per
  ciascun argomento, accorpando eventualmente soltanto gli
  elementi che riguardano assestamenti e precisazioni piuttosto
  che - lo ripeto - nuovi atti legislativi.
     Per quanto riguarda i contenuti, su tutti emerge la
  problematica affrontata negli articoli 1 e 2, riguardanti gli
  interventi per il settore aeronautico e i programmi nei
  settori spaziale e duale.  Già lo scorso anno le disposizioni
  recate da tali articoli, in una formulazione purtroppo ancora
  più approssimativa, erano contenute in un provvedimento
  collegato con la finanziaria, ma esse furono fortemente
  criticate proprio perché si è confusa una materia così
  importante e delicata con altre di diverso contenuto e
  livello.
     L'argomento della politica aerospaziale, signor
  Presidente, è tra i più decisivi per l'avvenire industriale
  del nostro paese.  Anche ora, tuttavia, pur in un contesto
  giuridicamente diverso, ma sempre nell'ambito delle stesse
  stonature, siamo costretti ad affrontare, con questi soli due
  articoli, quasi l'intera politica aerospaziale nazionale; in
  tal modo, ad essa non viene dato adeguato spazio per il
  dibattito e per l'approfondimento.
     Entriamo ora nel vivo di tale materia.  Con l'articolo 1,
  cedendo alle generali sollecitazioni, il Governo ha convenuto
  sulla necessità di dotare di maggiori risorse il settore
  aeronautico.  In tale articolo, infatti, rifacendosi alla legge
  n. 808 del 1985, che ha permesso di concedere maggiori
  incentivi al settore industriale interessato (i motori FIAT,
  le parti cellulari Alenia, Macchi e Piaggio, gli elicotteri
  Agusta), si offre - è questo l'aspetto positivo - più di una
  nuova prospettiva: non tanto la partecipazione a programmi
  internazionali, come avveniva in passato, quanto incentivi per
  la partecipazione di imprese italiane al capitale di rischio
  di società multinazionali europee.
     Finalmente, dunque, anche il nostro paese si adegua alla
  prassi dei maggiori Stati europei che sostengono l'industria
  della difesa, e comunque quella avente caratteristiche
  strategiche più ampie; si tratta di un impegno quindicennale
  per un totale di 2.458,500 miliardi.  Tuttavia, di fronte a
  tale riconoscimento di strategicità, si devono rilevare due
  grosse deficienze da parte del Governo, laddove viene
  trascurata la necessità di sostenere quella parte
  dell'aviazione generale che riguarda le piccole e medie
  industrie, che costituiscono attività industriali di livello,
  spesso capaci di produrre piccoli aerei "dalla A alla Z", cioè
  dall'inizio alla fine, e che, sovente, occupano non meno di
  100 dipendenti ciascuna, producendo velivoli apprezzati da un
  particolare mercato italiano e straniero.  Questa categoria
  dovrebbe essere inserita all'articolo 1, comma 2, a proposito
  della indicazione degli interventi da deliberare con decreto
  del Ministero dell'industria sulla base del parere del
  comitato per lo sviluppo delle imprese aeronautiche.
     Invece, in questo articolo, al comma 3, con una infelice
  espressione, si prevede l'assegnazione in comodato ad
  operatori del settore di beni acquisiti per l'efficienza e la
  manutenzione dei veicoli militari da trasporto, senza chiarire
  che la disponibilità deve essere assicurata non solo per la
  difesa nazionale ma anche per i casi di emergenza civile, per
  esempio in caso di terremoti, inondazioni e di altre
  catastrofi possibili.  In questo senso, il testo giunto
  all'esame dell'Assemblea riporta ora la modifica richiesta da
  alleanza nazionale in Commissione e, quindi, contiamo che con
  tale precisazione, nell'interesse del paese oltreché della
  chiarezza e della trasparenza, prosegua in una seconda
  positiva lettura presso il Senato.
     All'articolo 2, che tratta dei programmi dei settori
  aerospaziale e duale, si prevede
 
                              Pag. 14
 
  una serie di incentivazioni in questo campo in cui si
  verifica gran parte del progresso tecnologico il quale, oltre
  ad essere direttamente impiegato sia nei settori militari sia
  in quelli civili, favorisce l'avanzamento diretto delle
  imprese costruttrici capo commessa ed indiretto anche di
  quelle di subfornitura e dell'indotto determinando una
  ricaduta in termini di conoscenze, innovazioni e capacità
  fruttuose che rappresenta ulteriore valore aggiunto e
  favorisce un aumento dell'occupazione diffusa in diversi
  comparti e territori.
     In questo campo, purtroppo con grande ritardo, prendiamo
  atto che vi sono tre limiti di impegno quindicinale per un
  totale di 2.758 miliardi e 500 milioni in quindici anni, che
  non è poco ma che, a nostro avviso, non è sufficiente.
     Vi sono, poi, i problemi delle lungaggini ministeriali e
  quello dell'approssimazione legislativa sopra denunciata.
  Purtroppo, questi tempi lunghi hanno fatto perdere mesi e mesi
  alle realizzazioni della nostra politica aeronautica e
  spaziale.  Inoltre, altre lungaggini per i passaggi burocratici
  e per gli adempimenti formali, ad un esame più approfondito,
  potrebbero essere ridotte se non eliminate sull'esempio di
  economie più dinamiche come, per esempio, quella
  statunitense.
      Nel campo degli studi e delle ricerche per la politica
  industriale, in seno alla X Commissione della Camera, ad opera
  soprattutto di alleanza nazionale - cito per tutti, ancora una
  volta, il collega Manzoni e anche altri colleghi che non fanno
  parte dell'opposizione come, ad esempio, il collega, già
  ministro del commercio con l'estero, onorevole Fantozzi -, si
  sono rivelate e rilevate preoccupazioni per la prospettiva di
  assunzione di esperti, di società specializzate oppure per
  l'installazione di nuclei di esperti per la politica
  industriale dotati addirittura di strutture di supporto.  Più
  volte in Commissione abbiamo sottolineato a questo riguardo
  che la norma ha un sapore clientelare che dovrebbe essere
  "dissipato" dal competente Ministero il cui ministro dovrebbe
  fornire una documentazione al Parlamento - molto di più di
  quanto non abbia fatto - sull'effettiva necessità di questo
  personale esterno ed aggiuntivo.
     Non è possibile che il Ministero dell'industria sia privo
  di esperti di politica industriale e che si debba aumentare,
  con eventuali nuovi ranghi, la burocrazia di supporto.
     Nella X Commissione è stato addirittura adombrato -
  ricordo l'espressione dell'onorevole Giovine - il pericolo che
  spesso si faccia ricorso a tecnici che già sono impegnati in
  vario modo nell'ambito delle imprese oggetto degli incentivi
  previsti dalle leggi vigenti, compresa questa che stiamo,
  forse, per approvare.  Attendiamo dal ministro non solo
  un'assicurazione al riguardo, ma anche un elenco degli esperti
  (singoli e società), nonché dei comitati esistenti.
     Prima di terminare, signor Presidente, onorevole
  sottosegretario, ritengo di dover richiamare l'attenzione
  sulla formulazione riguardante le definizioni relative ai
  distretti industriali.  Al primo capoverso dell'articolo 6,
  comma 8, la presenza della parola "prevalentemente", con la
  quale si delimitano i contesti produttivi di piccole e medie
  dimensioni, inficia la caratteristica del concetto di
  distretto, trasferendola ad un nuovo concetto definito
  "sistema produttivo locale".  Tale modifica della dizione
  applicata al complesso degli incentivi fa sì che per esso
  concorrano anche le grandi imprese, spiazzando e quindi
  togliendo ossigeno finanziario alle piccole e medie imprese,
  per le quali essenzialmente la norma deve essere intesa.  Mi
  preme sottolineare questo concetto, più volte ribadito dalla
  nostra parte politica in sede di Commissione, anche ad opera
  dell'onorevole Contento oltre che del sottoscritto.
     Molto altro vi sarebbe da dire, signor Presidente, ma nel
  merito degli altri articoli mi riservo di intervenire
  illustrando singoli emendamenti  (Applausi dei deputati dei
  gruppi di alleanza nazionale e di forza Italia).
 
DATA=990315 FASCID=STA13-504 TIPOSTA=STA LEGISL=13 NCOMM= SEDE= NSTA=0504 TOTPAG=0036 TOTDOC=0043 NDOC=0017 TIPDOC=O DOCTIT=0006 COMM= DI PAGINIZ=0015 RIGINIZ=019 PAGFIN=0018 RIGFIN=071 UPAG=NO PAGEIN=11 PAGEFIN=14 SORTRES=9903153 SORTDDL= FASCIDC=13STA 00504 SORTNAV=59903152 00504 200000 ZZSTA504 NDOC0017 TIPDOCO DOCTIT0006 NDOC0006



Ritorna al menu della banca dati