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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


433771
STA0504-0023
Somm. e Sten. d'Aula n. 504 del 15 marzo 1999 (STA13-504)
(suddiviso in 43 Unità Documento)
Unità Documento n.23 (che inizia a pag.17 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.6)
DISCUSSIONE: C5627. ...(Discussione sulle linee generali - A.C. 5627) LAVASS
...DISCUSSIONE: C5627. ...(Discussione sulle linee generali - A.C. 5627)
MARIO LUCIO BARRAL.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO GIOVANARDI
ZZSTA ZZRES ZZSTA150399 ZZSTA990315 ZZSTA000399 ZZSTA000099 ZZSTA504 ZZ13 ZZDI ZZLL
    MARIO LUCIO BARRAL.  Se in natura questa malattia è data da
  problemi causati dalla diciassettesima coppia cromosomica, la
  malattia di questa legge può essere imputata alla coppia
  composta dalle Commissioni attività produttive di Camera e
  Senato.  Mi spiego meglio: al Senato la gestazione del
  provvedimento in esame è durata nove mesi e ne è nato un testo
  completamente diverso da quello redatto dagli uffici del
  ministero.  Per questioni lobbistiche e di altro genere emerse
  al Senato, è stato aumentato il numero degli articoli ed il
  provvedimento ha assunto un carattere davvero pesante (più
  avanti spiegherò meglio questo concetto, facendo riferimento
  ai singoli articoli); quando è stato trasmesso dal Senato alla
  Camera ci è stato detto che i tempi erano ristretti, che
  bisognava portarne a conclusione l'iter e che per questo esso
  era blindato.  Di conseguenza sono state attivate una serie di
  operazioni: alleanza nazionale ha avanzato la proposta di
  sottoporre il testo al Comitato per la legislazione e varie
  Commissioni hanno espresso il proprio parere.  Per carità,
  tutti favorevoli ma con un contenuto critico.  Ciò ha fatto sì
  che la relatrice si sentisse in dovere di presentare alcuni
  emendamenti definiti "tecnici".  Ciò che in prima battuta non è
  stato possibile, perché ci era stato detto che bisognava
  assolutamente evitare un ulteriore esame da parte del Senato,
  lo è diventato in un momento successivo, nonostante la
  necessità di approvare quanto prima il provvedimento.
     Alla luce di questi fatti, tutte le forze politiche hanno
  presentato i propri emendamenti, in particolare la lega nord
  per l'indipendenza della Padania ne ha presentati circa
  quaranta, tutti bocciati in Commissione e ripresentati in aula
  proprio perché questo provvedimento  omnibus  presenta
  grossi problemi al suo interno, non solo lessicali ma anche
  procedurali.
     Vorrei ora fare un'analisi veloce dell'articolato.  Gli
  articoli 1 e 2 sono importanti e corposi per quanto riguarda
  la spesa (quindi il denaro dei contribuenti, dei cittadini
  italiani e padani).  Per questo motivo la lega ha chiesto che
  il controllo della spesa venga affidato ad una commissione, ad
  una sottocommissione o addirittura alla stessa X Commissione
  attività produttive.  Tale richiesta è motivata anche dal fatto
  che la documentazione portata dal sottosegretario Morgando non
  è stata esaustiva, proprio in riferimento alle commesse Airbus
  e ad altre operazioni.  Vogliamo verificare in concreto, anche
  se ieri su  Il Sole 24 Ore  un articolo ha fatto
  riferimento ad un'operazione con la Polonia e l'Agusta.
     Auspico che i soldi - sono tanti: circa 3 mila 500, 4 mila
  miliardi - che verranno
 
                              Pag. 18
 
  spesi nel settore dell'aeronautica, dell'aerospaziale e
  dell' high-tech  servano effettivamente a rilanciare un
  settore che da sempre è strategico per la nazione.
     L'articolo 3 del disegno di legge al nostro esame è stato
  lungamente esaminato in Commissione dove, purtroppo per
  ragioni di Stato, non è stato possibile apportare modifiche;
  esso mette a disposizione dei soldi per creare commissioni di
  esperti, affinché il Ministero dell'industria possa valutare
  le opportunità che si offrono nel comparto di sua
  competenza.
     L'articolo 4 pone la questione dell'Ente nazionale
  cellulosa e carta.  Si tratta di un provvedimento che abbiamo
  più volte esaminato in Commissione e che è in quella sede da
  lungo tempo: parliamo di centosessanta dipendenti, che non si
  sa dove debbano essere collocati, considerato che l'ente in
  questione è, in pratica, fallito.
     L'articolo 6 reca norme di rifinanziamento e proroga di
  incentivi.  Con questa disposizione si incentiva il mercato dei
  ciclomotori.  La lega nord per l'indipendenza della Padania è
  da sempre contraria agli incentivi, in quanto li considera una
  sorta di assistenzialismo.  Essi, infatti, creano un mercato
  drogato, senza risolvere affatto il problema dell'occupazione:
  basti vedere la grave crisi che sta, tuttora, subendo il
  settore delle automobili, a cominciare dalla FIAT.  Eppure, si
  vuole riproporre una incentivazione per i ciclomotori!
     Sono venuti a trovarmi in ufficio alcuni rappresentanti
  della società Piaggio, i quali mi hanno detto che questo
  disegno di legge deve passare così com'è perché, essendosi
  saputo in anticipo che vi sarebbe stato tale provvedimento, si
  sono create delle aspettative tra la gente: per cui nessuno
  compra più i ciclomotori fino a che non vi sarà l'opportunità
  di usufruire dell'incentivo.  E' chiaro: nel momento in cui si
  creano delle aspettative, il risultato è che il mercato si
  ferma.  Pertanto, anche questo articolo non è stato - purtroppo
  - modificato in Commissione.
     Come nota allegorica, vorrei, inoltre, dire che non ho mai
  sentito parlare di "bicicletta a pedalata assistita
  elettricamente"!  A questo punto ci aggiungerei "con
  solidarietà", visto che in questo momento la sinistra è molto
  legata al principio della solidarietà e, pertanto, avremo le
  biciclette a pedalata assistita elettricamente con
  solidarietà!  Consentitemi la battuta, ma ritengo che questo
  tipo di assistenzialismo non garantirà un buon futuro al
  nostro mondo produttivo ed alla nostra industria.
     Interessante è, invece, l'articolo 8, che dispone un fondo
  per l'innovazione degli impianti a fune.  In questo caso la
  definizione di provvedimento  omnibus  è davvero adeguata,
  perché non credo che siano mai stati stanziati dei soldi per
  gli impianti di risalita a fune.  Se, da un lato, abbiamo le
  disgrazie provocate dagli aerei che tranciano i cavi,
  dall'altro lato potrebbero verificarsi disgrazie provocate da
  impianti che non rispettano le norme di sicurezza.  Il gruppo
  della lega nord ha presentato un emendamento in proposito, ma
  considerato che, come ho già accennato, non è possibile
  modificare questo provvedimento, ritireremo l'emendamento e
  presenteremo un ordine del giorno che impegni il Governo a
  prorogare nel tempo questi incentivi.  I termini fissati dal
  provvedimento sono infatti molto limitati e - visto che ho la
  "coda di paglia" - non vorrei che i tre mesi concessi fossero
  sufficienti soltanto per qualcuno che già conosceva in
  anticipo l'intenzione del Governo e che quindi ha già i
  progetti nel cassetto, pronti per essere presentati nel
  momento in cui la legge verrà approvata.  Sapete meglio di me
  che, soprattutto negli enti locali, i tempi sono molto lunghi,
  perché bisogna far approvare i progetti dal consiglio
  comunale, inviare la documentazione alla regione, che la
  vaglia per poi mandarla al Ministero dell'industria.  Insomma,
  i termini previsti sono troppo ristretti, per cui temo che
  della previsione di cui all'articolo 8 potrà avvantaggiarsi
  soltanto qualche impianto, probabilmente in Emilia-Romagna.  E'
  invece necessario attribuire la possibilità di adeguare gli
  impianti anche ad altre regioni, che ne verranno a conoscenza
  nel momento in
 
                              Pag. 19
 
  cui la legge sarà stampata nella  Gazzetta Ufficiale.  Si
  tratta, oltre tutto, di impianti molto, molto sfruttati.
     L'articolo 11 reca disposizioni concernenti "le camere di
  commercio, industria, artigianato e agricoltura".  A questo
  proposito vorrei lanciare un messaggio.  La legge 29 dicembre
  1993, n. 580, in pratica entra in funzione per la prima volta
  quest'anno e debbo far rilevare che, a mio avviso, è
  incostituzionale.  All'articolo 12 essa indica infatti gli
  organi che nominano il consiglio, il quale a sua volta
  nominerà la giunta, la quale nominerà poi il presidente.  Visto
  che siamo in democrazia, penso che tutti coloro che sono
  iscritti - perché la legge lo impone - alle camere di
  commercio e pagano i diritti camerali dovrebbero avere il
  diritto di partecipare alla costituzione del consiglio
  direttivo della camera di commercio, mentre soltanto gli
  organi sindacali hanno tale possibilità.  Poiché, quindi, si
  tratta di una stortura, ritengo che sia preferibile limitarne
  la durata agli attuali quattro anni, anziché estenderla a
  cinque, come proposto nell'articolo 11 del provvedimento in
  esame.
     Al comma 2 di tale articolo si prevede che l'Unioncamere
  "acquisisce direttamente dalle amministrazioni e dagli
  organismi competenti i dati necessari all'aggiornamento
  continuo delle informazioni (...)".  Chiedo allora, tanto al
  sottosegretario quanto alla relatrice: ma il problema della
  privacy?  L'ultimo periodo dello stesso comma 2, poi,
  prevede che con "appositi protocolli d'intesa, le
  amministrazioni e gli organismi interessati e l'Unioncamere
  stabiliscono le modalità di trasmissione dei dati, senza alcun
  onere".  Chiedo sempre al sottosegretario ed alla relatrice:
  l'onere è escluso per lo Stato e per le camere di commercio,
  oppure per il cittadino che richiede documentazioni alle
  camere di commercio?  Attualmente, infatti, chi presenta tali
  richieste paga le visure camerali, il servizio, insomma.
     Arriviamo quindi all'articolo 12 - che a mio avviso è un
  vero e proprio schiaffo alla decenza -, il quale riguarda
  l'inquadramento del personale delle camere di commercio.
  Questo articolo è stato fortemente voluto dal Senato e per
  causa sua l'esame del provvedimento si è bloccato per otto
  mesi.  Infatti, alcune  lobby  hanno fatto sì che
  quest'articolo fosse inserito nel provvedimento.  Esso prevede
  agevolazioni in favore del personale delle camere di
  commercio, industria, artigianato e agricoltura avente
  qualifica di capo servizio: un'operazione che poteva essere
  fatta in accordo tra le camere di commercio ed i sindacati
  viene, dunque, inserita in una legge.  In questo modo, però,
  non si è tenuto conto dei direttori e dei ragionieri che
  gestiscono la contabilità delle camere di commercio.  Pertanto,
  con il presente provvedimento, si creano all'interno delle
  camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura
  problemi che non so come potranno essere risolti:
  probabilmente, dovremmo approvare un'altra legge che riguardi
  i direttori ed i ragionieri.
     Veniamo, infine, all'articolo 14 concernente la copertura
  finanziaria.  Nel corso dell'esame in Commissione è emerso che
  i 20 miliardi stanziati in favore della realizzazione del
  programma Ignitor sono stati sottratti al finanziamento di
  un'altra attività.
     In primo luogo, mi sembra che 20 miliardi per il programma
  Ignitor siano pochi perché il sottosegretario aveva affermato
  che un'operazione del genere, per avere un risultato concreto,
  dovesse costare almeno 600 miliardi.  Questi 20 miliardi
  sarebbero stati più utili se fossero stati lasciati lì dove
  erano stati stanziati: ricordo, infatti, che in base alla
  legge Prodi erano stati stanziati 31 miliardi in favore del
  Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato.
  Una parte di essi - 11 miliardi - era stata stanziata in
  favore dell'Artigiancassa, mentre la parte restante - 20
  miliardi, appunto - era stata destinata ai distretti
  industriali ed alle aree contigue.
     Nel corso dell'esame in Commissione del provvedimento al
  nostro esame, si è scoperto che i 20 miliardi destinati ai
  distretti industriali ed alle aree contigue sono stati
  destinati, invece, a finanziare il
 
                              Pag. 20
 
  programma Ignitor, nonostante il Governo, in sede di
  approvazione della legge Prodi, avesse accettato un ordine del
  giorno in cui si impegnava a destinare tale finanziamento
  espressamente al settore dei distretti industriali.  Abbiamo
  colto in fallo il Governo che ci ha raccontato bugie!  Ho
  difficoltà a capire se gli ordini del giorno che il Governo
  accetta avranno un futuro o lo impegnano solo a fare quel che
  vuole (come nel caso dei pareri sui decreti legislativi da
  parte delle Commissioni competenti).
     Il mio gruppo, che ha presentato una quarantina di
  emendamenti al provvedimento, entrerà nel merito delle
  questioni poste da ogni articolo nel corso dell'esame in
  Assemblea.
     Spero che l'Assemblea si ravveda e che ci sia la
  possibilità di apportare le modifiche, naturalmente
  migliorative, proposte nei pareri di altre Commissioni e negli
  emendamenti presentati dalla Commissione.  Spero altresì, come
  proposto in Commissione dall'onorevole Manzini, che la
  maggioranza riveda la sua posizione in merito all'articolo 12
  concernente l'inquadramento dei capiservizio nelle camere di
  commercio.
 
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