| MARIO LUCIO BARRAL. Se in natura questa malattia è data da
problemi causati dalla diciassettesima coppia cromosomica, la
malattia di questa legge può essere imputata alla coppia
composta dalle Commissioni attività produttive di Camera e
Senato. Mi spiego meglio: al Senato la gestazione del
provvedimento in esame è durata nove mesi e ne è nato un testo
completamente diverso da quello redatto dagli uffici del
ministero. Per questioni lobbistiche e di altro genere emerse
al Senato, è stato aumentato il numero degli articoli ed il
provvedimento ha assunto un carattere davvero pesante (più
avanti spiegherò meglio questo concetto, facendo riferimento
ai singoli articoli); quando è stato trasmesso dal Senato alla
Camera ci è stato detto che i tempi erano ristretti, che
bisognava portarne a conclusione l'iter e che per questo esso
era blindato. Di conseguenza sono state attivate una serie di
operazioni: alleanza nazionale ha avanzato la proposta di
sottoporre il testo al Comitato per la legislazione e varie
Commissioni hanno espresso il proprio parere. Per carità,
tutti favorevoli ma con un contenuto critico. Ciò ha fatto sì
che la relatrice si sentisse in dovere di presentare alcuni
emendamenti definiti "tecnici". Ciò che in prima battuta non è
stato possibile, perché ci era stato detto che bisognava
assolutamente evitare un ulteriore esame da parte del Senato,
lo è diventato in un momento successivo, nonostante la
necessità di approvare quanto prima il provvedimento.
Alla luce di questi fatti, tutte le forze politiche hanno
presentato i propri emendamenti, in particolare la lega nord
per l'indipendenza della Padania ne ha presentati circa
quaranta, tutti bocciati in Commissione e ripresentati in aula
proprio perché questo provvedimento omnibus presenta
grossi problemi al suo interno, non solo lessicali ma anche
procedurali.
Vorrei ora fare un'analisi veloce dell'articolato. Gli
articoli 1 e 2 sono importanti e corposi per quanto riguarda
la spesa (quindi il denaro dei contribuenti, dei cittadini
italiani e padani). Per questo motivo la lega ha chiesto che
il controllo della spesa venga affidato ad una commissione, ad
una sottocommissione o addirittura alla stessa X Commissione
attività produttive. Tale richiesta è motivata anche dal fatto
che la documentazione portata dal sottosegretario Morgando non
è stata esaustiva, proprio in riferimento alle commesse Airbus
e ad altre operazioni. Vogliamo verificare in concreto, anche
se ieri su Il Sole 24 Ore un articolo ha fatto
riferimento ad un'operazione con la Polonia e l'Agusta.
Auspico che i soldi - sono tanti: circa 3 mila 500, 4 mila
miliardi - che verranno
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spesi nel settore dell'aeronautica, dell'aerospaziale e
dell' high-tech servano effettivamente a rilanciare un
settore che da sempre è strategico per la nazione.
L'articolo 3 del disegno di legge al nostro esame è stato
lungamente esaminato in Commissione dove, purtroppo per
ragioni di Stato, non è stato possibile apportare modifiche;
esso mette a disposizione dei soldi per creare commissioni di
esperti, affinché il Ministero dell'industria possa valutare
le opportunità che si offrono nel comparto di sua
competenza.
L'articolo 4 pone la questione dell'Ente nazionale
cellulosa e carta. Si tratta di un provvedimento che abbiamo
più volte esaminato in Commissione e che è in quella sede da
lungo tempo: parliamo di centosessanta dipendenti, che non si
sa dove debbano essere collocati, considerato che l'ente in
questione è, in pratica, fallito.
L'articolo 6 reca norme di rifinanziamento e proroga di
incentivi. Con questa disposizione si incentiva il mercato dei
ciclomotori. La lega nord per l'indipendenza della Padania è
da sempre contraria agli incentivi, in quanto li considera una
sorta di assistenzialismo. Essi, infatti, creano un mercato
drogato, senza risolvere affatto il problema dell'occupazione:
basti vedere la grave crisi che sta, tuttora, subendo il
settore delle automobili, a cominciare dalla FIAT. Eppure, si
vuole riproporre una incentivazione per i ciclomotori!
Sono venuti a trovarmi in ufficio alcuni rappresentanti
della società Piaggio, i quali mi hanno detto che questo
disegno di legge deve passare così com'è perché, essendosi
saputo in anticipo che vi sarebbe stato tale provvedimento, si
sono create delle aspettative tra la gente: per cui nessuno
compra più i ciclomotori fino a che non vi sarà l'opportunità
di usufruire dell'incentivo. E' chiaro: nel momento in cui si
creano delle aspettative, il risultato è che il mercato si
ferma. Pertanto, anche questo articolo non è stato - purtroppo
- modificato in Commissione.
Come nota allegorica, vorrei, inoltre, dire che non ho mai
sentito parlare di "bicicletta a pedalata assistita
elettricamente"! A questo punto ci aggiungerei "con
solidarietà", visto che in questo momento la sinistra è molto
legata al principio della solidarietà e, pertanto, avremo le
biciclette a pedalata assistita elettricamente con
solidarietà! Consentitemi la battuta, ma ritengo che questo
tipo di assistenzialismo non garantirà un buon futuro al
nostro mondo produttivo ed alla nostra industria.
Interessante è, invece, l'articolo 8, che dispone un fondo
per l'innovazione degli impianti a fune. In questo caso la
definizione di provvedimento omnibus è davvero adeguata,
perché non credo che siano mai stati stanziati dei soldi per
gli impianti di risalita a fune. Se, da un lato, abbiamo le
disgrazie provocate dagli aerei che tranciano i cavi,
dall'altro lato potrebbero verificarsi disgrazie provocate da
impianti che non rispettano le norme di sicurezza. Il gruppo
della lega nord ha presentato un emendamento in proposito, ma
considerato che, come ho già accennato, non è possibile
modificare questo provvedimento, ritireremo l'emendamento e
presenteremo un ordine del giorno che impegni il Governo a
prorogare nel tempo questi incentivi. I termini fissati dal
provvedimento sono infatti molto limitati e - visto che ho la
"coda di paglia" - non vorrei che i tre mesi concessi fossero
sufficienti soltanto per qualcuno che già conosceva in
anticipo l'intenzione del Governo e che quindi ha già i
progetti nel cassetto, pronti per essere presentati nel
momento in cui la legge verrà approvata. Sapete meglio di me
che, soprattutto negli enti locali, i tempi sono molto lunghi,
perché bisogna far approvare i progetti dal consiglio
comunale, inviare la documentazione alla regione, che la
vaglia per poi mandarla al Ministero dell'industria. Insomma,
i termini previsti sono troppo ristretti, per cui temo che
della previsione di cui all'articolo 8 potrà avvantaggiarsi
soltanto qualche impianto, probabilmente in Emilia-Romagna. E'
invece necessario attribuire la possibilità di adeguare gli
impianti anche ad altre regioni, che ne verranno a conoscenza
nel momento in
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cui la legge sarà stampata nella Gazzetta Ufficiale. Si
tratta, oltre tutto, di impianti molto, molto sfruttati.
L'articolo 11 reca disposizioni concernenti "le camere di
commercio, industria, artigianato e agricoltura". A questo
proposito vorrei lanciare un messaggio. La legge 29 dicembre
1993, n. 580, in pratica entra in funzione per la prima volta
quest'anno e debbo far rilevare che, a mio avviso, è
incostituzionale. All'articolo 12 essa indica infatti gli
organi che nominano il consiglio, il quale a sua volta
nominerà la giunta, la quale nominerà poi il presidente. Visto
che siamo in democrazia, penso che tutti coloro che sono
iscritti - perché la legge lo impone - alle camere di
commercio e pagano i diritti camerali dovrebbero avere il
diritto di partecipare alla costituzione del consiglio
direttivo della camera di commercio, mentre soltanto gli
organi sindacali hanno tale possibilità. Poiché, quindi, si
tratta di una stortura, ritengo che sia preferibile limitarne
la durata agli attuali quattro anni, anziché estenderla a
cinque, come proposto nell'articolo 11 del provvedimento in
esame.
Al comma 2 di tale articolo si prevede che l'Unioncamere
"acquisisce direttamente dalle amministrazioni e dagli
organismi competenti i dati necessari all'aggiornamento
continuo delle informazioni (...)". Chiedo allora, tanto al
sottosegretario quanto alla relatrice: ma il problema della
privacy? L'ultimo periodo dello stesso comma 2, poi,
prevede che con "appositi protocolli d'intesa, le
amministrazioni e gli organismi interessati e l'Unioncamere
stabiliscono le modalità di trasmissione dei dati, senza alcun
onere". Chiedo sempre al sottosegretario ed alla relatrice:
l'onere è escluso per lo Stato e per le camere di commercio,
oppure per il cittadino che richiede documentazioni alle
camere di commercio? Attualmente, infatti, chi presenta tali
richieste paga le visure camerali, il servizio, insomma.
Arriviamo quindi all'articolo 12 - che a mio avviso è un
vero e proprio schiaffo alla decenza -, il quale riguarda
l'inquadramento del personale delle camere di commercio.
Questo articolo è stato fortemente voluto dal Senato e per
causa sua l'esame del provvedimento si è bloccato per otto
mesi. Infatti, alcune lobby hanno fatto sì che
quest'articolo fosse inserito nel provvedimento. Esso prevede
agevolazioni in favore del personale delle camere di
commercio, industria, artigianato e agricoltura avente
qualifica di capo servizio: un'operazione che poteva essere
fatta in accordo tra le camere di commercio ed i sindacati
viene, dunque, inserita in una legge. In questo modo, però,
non si è tenuto conto dei direttori e dei ragionieri che
gestiscono la contabilità delle camere di commercio. Pertanto,
con il presente provvedimento, si creano all'interno delle
camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura
problemi che non so come potranno essere risolti:
probabilmente, dovremmo approvare un'altra legge che riguardi
i direttori ed i ragionieri.
Veniamo, infine, all'articolo 14 concernente la copertura
finanziaria. Nel corso dell'esame in Commissione è emerso che
i 20 miliardi stanziati in favore della realizzazione del
programma Ignitor sono stati sottratti al finanziamento di
un'altra attività.
In primo luogo, mi sembra che 20 miliardi per il programma
Ignitor siano pochi perché il sottosegretario aveva affermato
che un'operazione del genere, per avere un risultato concreto,
dovesse costare almeno 600 miliardi. Questi 20 miliardi
sarebbero stati più utili se fossero stati lasciati lì dove
erano stati stanziati: ricordo, infatti, che in base alla
legge Prodi erano stati stanziati 31 miliardi in favore del
Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato.
Una parte di essi - 11 miliardi - era stata stanziata in
favore dell'Artigiancassa, mentre la parte restante - 20
miliardi, appunto - era stata destinata ai distretti
industriali ed alle aree contigue.
Nel corso dell'esame in Commissione del provvedimento al
nostro esame, si è scoperto che i 20 miliardi destinati ai
distretti industriali ed alle aree contigue sono stati
destinati, invece, a finanziare il
Pag. 20
programma Ignitor, nonostante il Governo, in sede di
approvazione della legge Prodi, avesse accettato un ordine del
giorno in cui si impegnava a destinare tale finanziamento
espressamente al settore dei distretti industriali. Abbiamo
colto in fallo il Governo che ci ha raccontato bugie! Ho
difficoltà a capire se gli ordini del giorno che il Governo
accetta avranno un futuro o lo impegnano solo a fare quel che
vuole (come nel caso dei pareri sui decreti legislativi da
parte delle Commissioni competenti).
Il mio gruppo, che ha presentato una quarantina di
emendamenti al provvedimento, entrerà nel merito delle
questioni poste da ogni articolo nel corso dell'esame in
Assemblea.
Spero che l'Assemblea si ravveda e che ci sia la
possibilità di apportare le modifiche, naturalmente
migliorative, proposte nei pareri di altre Commissioni e negli
emendamenti presentati dalla Commissione. Spero altresì, come
proposto in Commissione dall'onorevole Manzini, che la
maggioranza riveda la sua posizione in merito all'articolo 12
concernente l'inquadramento dei capiservizio nelle camere di
commercio.
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