Banche dati professionali (ex 3270)
Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


433788
STA0504-0040
Somm. e Sten. d'Aula n. 504 del 15 marzo 1999 (STA13-504)
(suddiviso in 43 Unità Documento)
Unità Documento n.40 (che inizia a pag.27 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.6)
DISCUSSIONE: C5627. ...(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 5627) LAVASS
...DISCUSSIONE: C5627. ...(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 5627)
GIANFRANCO MORGANDO, Sottosegretario di Stato per l'industria, il commercio e l'artigianato. ZZGOV GOVERNO
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO GIOVANARDI
ZZSTA ZZRES ZZSTA150399 ZZSTA990315 ZZSTA000399 ZZSTA000099 ZZSTA504 ZZ13 ZZDI ZZLL
    GIANFRANCO MORGANDO,  Sottosegretario di Stato per
  l'industria, il commercio e l'artigianato.  Signor
  Presidente, cercherò di contenere il più possibile la mia
  replica.  Tuttavia, le argomentazioni emerse durante la
  discussione generale, la necessità di riprendere alcune
  questioni che sono state discusse in Commissione e di
  puntualizzare opinioni ed orientamenti del Governo mi
  costringono ad un intervento un po' articolato.  Vorrei
  rivolgere, a nome del Governo, un ringraziamento alla
  relatrice e a tutti i colleghi della Commissione che hanno
  consentito in tempi brevi di esaminare il provvedimento in
  Commissione e di portarlo poi all'attenzione dell'Assemblea.
  Come è stato da molti ricordato, questo disegno di legge è
  stato presentato dal Governo circa dieci mesi fa al Senato,
  con esigenze di rapidità e di urgenza che già allora si
  evidenziavano e che ancor più si manifestano oggi ad una
  notevole distanza temporale dalla presentazione.
     Dopo questa premessa, desidero fare alcune precisazioni.
  La prima riguarda la natura del disegno di legge, per altro
  oggetto di numerosi interventi.  E' stato detto che si tratta
  di un disegno di legge  omnibus,  composto di tanti
  elementi ma mi permetto di esprimere l'opinione diversa del
  Governo, il quale non disconosce il fatto, richiamato dalla
  relatrice, che esso contiene molte materie, anche diverse tra
  loro, ma nega la disorganicità che è stata lamentata e ciò non
  solo perché si prevede un tiraggio di risorse dalla
  finanziaria per mettere a disposizione di settori di
  intervento risorse a suo tempo accantonate nella tabella B
  della finanziaria.  Quindi il provvedimento svolge una funzione
  di carattere tecnico che non sarà più necessario esercitare -
  mi rivolgo al collega Edo Rossi che ha sollevato il problema -
  perché, a partire dal 1999, il Ministero dell'industria ha
  attivato il meccanismo del fondo unico previsto dal collegato
  alla finanziaria dello scorso anno, ma che in questa fase era
  necessario
 
                              Pag. 28
 
  utilizzare.  Il Governo appoggia il provvedimento non solo per
  questioni di carattere tecnico, come dicevo, ma perché ritiene
  che al suo interno vi siano due blocchi di materie ed un cuore
  (cosa che è stata negata).  I blocchi di materie sono
  rappresentati, da un lato, dagli interventi di incentivazione
  a numerose attività produttive, al cui interno si trova il
  cuore del provvedimento.  Mi riferisco ai primi due articoli
  concernenti gli interventi per l'industria aeronautica e per
  quella aerospaziale ma che riguardano anche i ciclomotori, il
  mercato all'ingrosso, le miniere ed altro ancora.  Sicuramente
  si tratta di interventi di minore importanza nell'economia del
  paese ma che non sono così poco significativi da non meritare
  l'attenzione del legislatore nel momento in cui affronta le
  questioni che li riguardano.  Accanto agli interventi di
  sostegno alle attività produttive vi è un blocco di norme
  relativo al funzionamento dell'amministrazione preposta alla
  gestione degli interventi stessi.  In particolare, mi riferisco
  alle disposizioni concernenti il personale dell'Ente cellulosa
  e carta e delle imprese assicurative nonché il personale del
  Ministero dell'industria.  Non sto sostenendo che ci troviamo
  di fronte ad un perfetto modello di legislazione; affermo però
  che esso contiene una logica che forse nell'iter presso
  l'altro ramo del Parlamento ha subìto qualche scompenso ma che
  voglio difendere anche alla luce di una considerazione che mi
  permetto di fare in questa sede.  Riconosco che l'omogeneità
  della legislazione è un principio molto importante al quale
  dobbiamo, per quanto possibile, attenerci ma anche la
  semplicità della legislazione è altrettanto importante.
     Allora, se seguissimo l'ipotesi del collega Rasi, dovremmo
  fare quattordici leggi da questo provvedimento; ma non credo
  che, così facendo, si realizzerebbe un'operazione di
  particolare interesse per l'economia ed i settori
  produttivi.
     Attribuisco molta importanza al parere del Comitato per la
  legislazione; tuttavia, con la relatrice, onorevole Labate,
  abbiamo argomentato punto per punto di fronte al Comitato per
  la legislazione; se sarà necessario, spiegheremo, nel corso
  della discussione sui singoli articoli, come alcune di quelle
  osservazioni siano fondate e da utilizzare da parte del
  legislatore per migliorare l'efficacia della sua attività,
  così come ad altre osservazioni si possano dare risposte che
  le rendano ininfluenti o superflue.
     Voglio ora riprendere alcuni dei temi che sono stati posti
  negli interventi in discussione generale.  Da parte di qualche
  collega ci si è chiesti per quale motivo difendere, con tanta
  enfasi, un testo che poi dovrà essere modificato.  Mi permetto
  di rinviare alla lettura del documento che è stato trasmesso
  alla Commissione bilancio della Camera da parte della
  ragioneria generale dello Stato.  In esso si specifica, in
  termini precisi e incontestabili, che la copertura dal punto
  di vista sostanziale dell'articolo 6 è ampiamente assicurata
  attraverso le maggiori entrate che saranno realizzate dal
  provvedimento; viene precisato, altresì, che esiste un
  problema tecnico di natura procedurale, che rende necessaria
  una modifica.  Abbiamo ritenuto, pertanto, di trovarci di
  fronte ad una modifica di carattere tecnico necessaria, ma non
  attinente alla sostanza del contenuto del provvedimento.
     La stessa natura di modifica di carattere tecnico ha la
  modifica introdotta al comma 3 dell'articolo 1 - lo riconosco
  - su particolare sollecitazione dei colleghi di alleanza
  nazionale; si tratta di una modifica che contribuisce ad un
  maggior chiarimento del testo, ma che non incide sulla
  sostanza del contenuto, come ricordato sia da me, sia dal
  ministro, in Commissione: nella comune dizione di difesa
  nazionale sono comprese tutte e tre le armi del nostro sistema
  militare; quindi, non si tratta di casi di difesa nazionale,
  ma della struttura della difesa nazionale che interviene nei
  casi di emergenza; casi che possono essere di varia natura e
  non soltanto di natura militare.  E' questa l'interpretazione
  autentica del testo data da me e dal ministro in Commissione;
  riconosco, in ogni caso, che il maggior chiarimento è utile e
  do atto dell'apporto dei colleghi di alleanza nazionale:
 
                              Pag. 29
 
  è un maggior chiarimento, molto utile, ma si configura
  anch'esso come chiarimento di carattere tecnico.
     La relatrice si è soffermata a lungo sui primi due
  articoli del disegno di legge al nostro esame; i colleghi
  intervenuti hanno riconosciuto che si tratta di articoli
  importanti, in una fase cruciale del processo di
  partecipazione dell'industria aeronautica e spaziale italiana
  alla costruzione dell'industria aeronautica e spaziale
  europea.  Non mi fermo, pertanto, su tali due punti.  I colleghi
  intervenuti hanno richiamato i chiarimenti forniti in
  Commissione - anche con la partecipazione del ministro - sulla
  strategia del Governo.
     Alcuni colleghi hanno ricordato anche le sanzioni formali
  conferite a tale processo di partecipazione dal recente
  incontro di Madrid dei ministri europei dell'industria.  Tale
  processo vedrà una tappa importante nel prossimo incontro dei
  ministri europei dell'industria, che si terrà a Roma.
     Abbiamo chiarito a sufficienza la volontà di andare verso
  l'industria europea dell'aeronautica e dello spazio e la
  volontà di consolidare le aree in cui l'industria italiana ha
  un ruolo di  leadership;  abbiamo confermato la volontà di
  consolidare l'industria della componentistica come industria
  che, per sua natura, è capace di coinvolgere in misura
  significativa la piccola e la media impresa e di collocarsi su
  frontiere importanti della tecnologia e dello sviluppo
  industriale del nostro paese.  Non mi soffermo su questi
  aspetti, perché mi sembrano largamente condivisi.
     L'onorevole Manzoni dice che questo testo è oscuro, che
  non rende evidenti le scelte compiute.  Se egli intende dire
  che deve essere la legge a stabilire le singole scelte, su
  questo punto non trova l'assenso del Governo, perché noi non
  crediamo sia questo il compito della legge.  Se egli invece
  vuol dire che è necessario rendere trasparente l'orientamento
  di politica industriale del Governo rispetto a grandi scelte
  che non coinvolgono soltanto responsabilità aziendali, ma
  l'intera linea industriale del paese, credo che abbia ragione.
  In tal caso, però, l'onorevole Manzoni deve riconoscere che in
  questo provvedimento sono presenti gli elementi che consentono
  una definizione trasparente della politica del Governo in
  materia industriale: mi riferisco ai rinvii, contenuti nel
  testo, ai pareri delle Commissioni parlamentari, alla
  previsione della disciplina, attraverso apposito regolamento,
  delle modalità di spesa delle risorse, nonché al riferimento -
  sia pure, forse, non sufficientemente considerato -
  all'articolo 1 della legge n. 266 del 1997.  Questi elementi
  consentiranno anche il necessario confronto con il Parlamento,
  nelle sedi deputate, affinché dallo stesso emerga
  virtuosamente una strategia da seguire in settori che, come
  tutti abbiamo riconosciuto, sono di particolare importanza e
  significato.
     Analogamente, ritengo abbia ragione l'onorevole Giovine
  quando sottolinea il legame esistente tra le questioni che
  stiamo discutendo ed il tema delle privatizzazioni:
  certamente, il completamento del processo di privatizzazioni è
  strettamente connesso con alcune scelte su cui ci si sta
  orientando e con la loro praticabilità.  Credo non si possa
  dimenticare, però, che per quanto riguarda, ad esempio, la
  Finmeccanica, vi era ancor prima un legame inscindibile tra
  risanamento e privatizzazione, su cui si è lavorato e che ora,
  a mio avviso, ha portato a risultati importanti.  Sulla
  questione delle privatizzazioni, al di là di questo esempio
  specifico, si sono ottenuti esiti significativi ed è
  attualmente all'esame del Parlamento un disegno di legge
  delega con il quale mi sembra si compiano scelte precise e
  chiare per il futuro.
     Mi soffermo rapidamente sui temi contenuti nell'articolo
  3, che sono stati richiamati in diversi interventi.  Come ho
  detto più volte in Commissione, sono francamente stupito per
  la discussione che si è svolta in proposito.  Non starò a
  richiamare tutto ciò che abbiamo detto in Commissione: con un
  po' di retorica, potrei riprendere un tema che ho già avuto
  modo di affrontare, ossia che siamo una grande potenza
  industriale - non so
 
                              Pag. 30
 
  se la quinta, la sesta o la settima nel mondo - e ritengo che
  un paese che ha una così forte struttura industriale, una così
  ricca economia reale, non possa non dotarsi di strumenti che
  gli consentano di costruire su questo piano strategie
  significative che lo pongano in condizione anche di governare
  processi che stanno diventando sempre più complicati.
     Voglio soltanto fare una brevissima riflessione su questo
  punto, di cui abbiamo già parlato a iosa in Commissione (non
  ho argomenti diversi da sostenere rispetto a quelli che gli
  onorevoli presenti mi hanno sentito esporre più volte in
  quella sede).  C'è oggi un nuovo rapporto tra la decisione
  politica e le strategie economiche.  Noi stiamo gestendo un
  complesso processo di decentramento delle competenze in
  materia di sviluppo economico, nella convinzione che le
  politiche industriali e di sviluppo stiano diventando sempre
  più di pertinenza territoriale.  Sappiamo, però, che ciò
  comporta la capacità di mantenere a livello nazionale alcune
  scelte di orientamento che devono costituire il quadro delle
  strategie di sviluppo che oggi sono sempre meno legate alla
  legislazione ed agli incentivi nazionali e che richiedono
  elevati livelli di competenza, in un processo di
  mondializzazione dell'economia.
     E' chiaro che avere a livello ministeriale esperienze,
  legami con il mondo universitario e scientifico, rapporti con
  soggetti in grado di mettere a disposizione
  dell'amministrazione i cambiamenti e le trasformazioni della
  ricerca e della riflessione nel dibattito culturale-economico
  in questo settore sono elementi di grande importanza.  Questo
  fatto evidenzia come non si tratti di costituire una nuova
  struttura che si sovrapponga a quelle esistenti, ma di
  individuare gli strumenti in grado di far funzionare al meglio
  le strutture esistenti e di dar loro i contributi che nascono
  dall'evoluzione delle politiche economiche e dei dibattiti in
  questo settore: contributi che possono essere apportati
  solamente dall'esterno.
     Sono fortemente convinto di ciò e penso non vi siano
  rischi o pericoli di sovrapposizione o di operazioni
  clientelari, come qualcuno le ha definite: vi è la volontà di
  creare strumenti che consentano di portare a livelli adeguati
  le decisioni politiche che devono essere prese in questo
  settore.
     Sarà la responsabilità delle scelte del Governo a
  dimostrare che non siamo di fronte ad un  escamotage  per
  affidare consulenze o incarichi esterni, ma ci troviamo di
  fronte ad uno strumento necessario a portare avanti
  un'attività importante.
     Queste, a mio avviso, erano le questioni più importanti
  sollevate in sede di discussione generale dai colleghi.  Vorrei
  fare qualche altra precisazione su quanto detto nel suo
  intervento dall'onorevole Barral, anche se chiarirò meglio le
  questioni da lui sollevate in merito all'articolo 11 e fornirò
  informazioni relative al programma Ignitor in sede di esame
  dei relativi articoli.  Vorrei però precisare che, in merito a
  quanto previsto dall'articolo 12 del provvedimento, il Governo
  al Senato si era rimesso alla volontà dell'Assemblea, mentre
  in Commissione si è dichiarato contrario: se vi è la volontà
  di modificarlo, come ha dichiarato l'onorevole Manzini, il
  Governo non si oppone.
     Sono convinto che non ci troviamo di fronte ad un
  provvedimento volto ad esautorare il Parlamento: questo
  provvedimento cerca di fare uno sforzo per coniugare la
  responsabilità della decisione e della strategia legislativa,
  nonché della funzione di controllo svolta dal Parlamento, con
  la responsabilità della gestione e dell'esecuzione spettante
  al Governo.
     Lo dico come dichiarazione politica finale.  Ho colto una
  particolare sensibilità su questo tema in Commissione attività
  produttive: credo, pertanto, che possiamo cercare di trovare i
  meccanismi che consentano un rapporto continuativo di scambi,
  di informazioni e di approfondimenti, al fine di evidenziare
  la volontà di trasparenza del Governo nelle decisioni
  concernenti settori così importanti, a condizione, però, che
  questo non appesantisca o sovraccarichi il processo
  decisionale, trattandosi di settori produttivi vitali che
  hanno nella rapidità del cambiamento un
 
                              Pag. 31
 
  elemento caratterizzante, impedendo la rapidità delle
  decisioni.  E' opportuno ricercare tutto ciò che è utile per
  ottenere la massima trasparenza, un rapporto di confronto, di
  informazione e di discussione; credo che questo sia interesse
  del Governo al fine di adottare decisioni importanti nei
  settori strategici di cui si occupa questo disegno di
  legge.
 
DATA=990315 FASCID=STA13-504 TIPOSTA=STA LEGISL=13 NCOMM= SEDE= NSTA=0504 TOTPAG=0036 TOTDOC=0043 NDOC=0040 TIPDOC=O DOCTIT=0006 COMM= DI PAGINIZ=0031 RIGINIZ=037 PAGFIN=0035 RIGFIN=008 UPAG=NO PAGEIN=27 PAGEFIN=31 SORTRES=9903153 SORTDDL= FASCIDC=13STA 00504 SORTNAV=59903152 00504 200000 ZZSTA504 NDOC0040 TIPDOCO DOCTIT0006 NDOC0006



Ritorna al menu della banca dati