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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


433811
SMC0471-0004
Bollettino Giunte e Commissioni n. 471 del 16 marzo 1999 - edizione definitiva - (SMC13-471)
(suddiviso in 205 Unità Documento)
Unità Documento n.4 (che inizia a pag.3 dello stampato)
              ...GIUNTA PER IL REGOLAMENTO
 
 
Relazione all'Assemblea sull'attuazione della riforma del procedimento legislativo (ai sensi dell'articolo 154, comma 4, del regolamento).
Mauro GUERRA, Relatore. Giuseppe CALDERISI, Relatore. Mario TASSONE, Relatore. Luciano VIOLANTE, Presidente.
Martedì 16 marzo 1999. - Presidenza del Presidente Luciano VIOLANTE.
ZZSMC ZZRES ZZSMC160399 ZZSMC990316 ZZSMC000399 ZZSMC000099 ZZSMC471 ZZ13 ZZD ZZC15 ZZFF
       Luciano VIOLANTE,  Presidente,  ricorda che, ai
  sensi dell'articolo 154, comma 4, del regolamento, la Giunta
  deve presentare all'Assemblea una relazione sull'applicazione
  delle modificazioni al regolamento concernenti la disciplina
  del procedimento legislativo approvate nel 1997.
  Invita i relatori nominati nella seduta dello scorso 28
  gennaio a riferire alla Giunta, anche sulla base dei testi
  scritti da loro predisposti in vista della possibilità di
  addivenire ad un elaborato unitario.  Segnala comunque la
  possibilità che alla relazione finale della Giunta siano
  allegate le osservazioni espresse dai suoi componenti nel
  corso del dibattito.
 
     Mauro GUERRA,  Relatore,  osserva che i relatori
  hanno perseguito fin da principio l'obiettivo di pervenire
  all'elaborazione di un documento unitario, convenendo tuttavia
  sull'opportunità di presentare, da principio, separatamente
  alla Giunta le proprie considerazioni, per verificare, al
  termine del dibattito, la possibilità d'una sintesi comune.
     La relazione, prevista dal regolamento, ha il fine di
  sottoporre all'attenzione dell'Assemblea lo svolgimento e i
  risultati della prima fase di applicazione della riforma del
  regolamento approvata nel 1997 ed entrata in vigore il 1^
  gennaio 1998.
     Una prima sezione di essa dovrebbe rappresentare gli
  obiettivi al cui conseguimento mirava la riforma.  Essa partì
  dalla constatata situazione di crisi della funzionalità e del
  ruolo stesso dell'istituzione parlamentare.  Ad essa s'intese
  rispondere
 
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  non solo ripristinando condizioni d'efficienza quali si
  fossero, ma soprattutto migliorando la qualità del prodotto
  legislativo, rafforzando ed esaltando il confronto dialettico
  fra maggioranza e opposizione nella chiarezza dei rispettivi
  ruoli.
     A questo fine si procedette seguendo tre principali linee
  d'intervento: rendere effettiva programmazione dei lavori con
  percorsi e tempi certi, accrescere la base informativa delle
  decisioni attraverso l'istruttoria legislativa e riconoscere
  alle opposizioni la disponibilità di spazi propri nella
  programmazione e nei dibattiti.
     La Giunta era consapevole dei limiti e delle difficoltà
  che un intervento così complesso e innovativo avrebbe
  comportato nella sua attuazione.
     Rispetto all'obiettivo di rendere funzionalità ai lavori
  della Camera e di assicurare spazi di confronto fra
  maggioranza e opposizione, il risultato della riforma può
  essere giudicato positivamente.  Nei lavori dell'Assemblea si
  sono instaurati strumenti di programmazione più ordinata e
  credibile, con calendari di più lunga durata la cui attuazione
  è notevolmente cresciuta rispetto al passato; la riduzione dei
  tempi complessivamente impiegati per le discussioni non ha
  nuociuto alla completezza e all'effettività del dibattito; le
  opposizioni hanno dimostrato capacità di impiegare gli spazi
  loro riservati costruendo in essi eventi politici
  rilevanti.
     Meno decisi progressi si sono conseguiti sul piano
  dell'istruttoria legislativa e della qualità della
  legislazione.  La scommessa tentata con l'istituzione del
  Comitato per la legislazione ha avuto felice esito, poiché
  quest'organo si è rivelato capace di svolgere la propria
  funzione con consapevolezza istituzionale e con risultati
  efficaci anche nel rapporto con le Commissioni: ciò è
  dimostrato dall'elevato e crescente grado di recepimento delle
  sue pronunzie nei testi da queste ultime presentati
  all'assemblea.  Anche rispetto alla decretazione d'urgenza, non
  sembrano estranei alla funzione esercitata dal Comitato la
  riduzione verificatasi nel numero dei decreti-legge emanati e
  il maggiore rispetto dei requisiti di omogeneità e specificità
  da parte del Governo.
     Meno significativi sono i risultati conseguiti sul
  versante dell'istruttoria legislativa, che non debbono
  tuttavia essere valutati isolatamente.  In questo campo hanno
  pesato difficoltà contingenti e resistenze di sistema, che
  solo col tempo potranno essere superate attraverso il
  raggiungimento d'una piena consapevolezza circa i nuovi metodi
  e di una completa adesione ai loro obiettivi da parte di tutti
  i soggetti che intervengono nell'organizzazione e nello
  svolgimento dei procedimenti.
     Al di là dei dati, è evidente che la nuova articolazione
  dell'istruttoria non è entrata nel costume di lavoro delle
  Commissioni, né è stato pienamente valorizzato, nelle
  decisioni della Conferenza dei presidenti di gruppo, il
  rapporto fra l'attività di queste e la programmazione dei
  lavori dell'Assemblea: occorre nondimeno considerare che le
  norme regolamentari, pur indicando, sul piano della procedura,
  metodi e princìpi per l'attività parlamentare, sono strumenti
  destinati a realizzare con un'ordinata ma efficace attuazione
  le esigenze e le priorità della politica.
     Più di tutto sembra, per altro, avere pesato in
  quest'ambito ciò che la Giunta non aveva previsto nel momento
  in cui predispose le proposte poi approvate dall'Assemblea:
  l'incremento, frattanto verificatosi in misura rilevantissima,
  del ricorso alla legislazione delegata, cui dunque occorrerà
  estendere le procedure sull'istruttoria legislativa, affinché
  questi importanti flussi di produzione normativa non rimangano
  sottratti alla conoscenza del Parlamento.
     Ulteriori prospettive di riforma dovrebbero interessare i
  procedimenti speciali di legislazione, svolgentisi secondo una
  predeterminata periodicità e aventi contenuti propri e
  procedure determinate: in particolare, le procedure relative
  ai documenti finanziari e di bilancio, all'esame del disegno
  di legge comunitaria e del disegno di legge annuale di
  semplificazione.  Infine, dovrebbero individuarsi forme di
  collaborazione
 
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  con le altre istituzioni dello Stato per quanto concerne
  l'appropriato uso delle fonti normative, la qualità delle
  leggi e la semplificazione dell'ordinamento.
     Ritiene, in conclusione, che il primo anno di applicazione
  della riforma dimostri la bontà delle scelte compiute insieme,
  dalla maggioranza e dalle opposizioni, nel 1997, e suggerisca
  di proseguire, con lo stesso metodo e nel medesimo spirito,
  sulla via allora intrapresa.
 
     Giuseppe CALDERISI,  Relatore,  rileva che già
  dall'intervento del collega Guerra sono emersi gli aspetti su
  cui i relatori hanno convenuto nel tentativo di pervenire ad
  una sintesi unitaria e quelli con riguardo ai quali sussistono
  invece differenze di valutazione, su cui specialmente verterà
  il suo intervento.
     Le ragioni della riforma risiedevano nella crisi
  manifestatasi nel funzionamento dell'istituzione parlamentare
  e nella produzione legislativa.  Il suo obiettivo doveva quindi
  essere quello di produrre leggi di numero minore e maggiore
  qualità.  Lo strumento per conseguire questo risultato era
  individuato nell'istruttoria legislativa, inserita in un
  globale contesto di programmazione dei lavori della Camera
  Assemblea e Commissioni con meccanismi procedurali cogenti,
  garanzia di tempi congrui per l'approfondimento delle
  questioni e per lo svolgimento dei dibattiti.
     I meccanismi di razionalizzazione della procedura d'esame
  dei progetti di legge in Assemblea avevano come presupposto
  l'effettività dell'istruttoria a partire dalla necessità
  dell'intervento legislativo e il rispetto della congruità dei
  tempi, cui si riferisce l'articolo 23, comma 9, del
  regolamento nel prevedere la possibilità di adeguare il
  programma dell'Assemblea in ragione dell'effettivo andamento
  dell'istruttoria sui progetti di legge in esso iscritti.
     Su questi punti verte una prima, fondamentale differenza
  di valutazione fra i relatori, che investe la stessa
  determinazione degli obiettivi della riforma.
     Il problema dell'istruttoria legislativa non grava
  soltanto sulle Commissioni, ma coinvolge il ruolo e la
  responsabilità di tutti gli organi da cui dipende il
  funzionamento della Camera.  I significativi risultati
  conseguiti nella razionalizzazione dei lavori d'Assemblea
  rischiano d'altronde di risolversi in obiettivo squilibrio se
  le restanti e correlative parti della riforma vengono attuate
  con ampiezza e velocità diversa.  L'efficienza non può
  rappresentare, di per sé, un fine, se non è congiunta con la
  buona qualità della produzione legislativa.  Non intende con
  ciò esprimere un giudizio negativo sull'applicazione della
  riforma, ma richiamare l'esigenza di guardare con vigile
  attenzione al rischio che il significato di essa risulti
  immiserito con la riduzione del suo contenuto ad un complesso
  di sterili meccanismi efficientisti.
     Il sovraccarico eccessivo che talvolta la programmazione
  dei lavori dell'Assemblea impone ad alcune Commissioni
  compromette la compiutezza dell'istruttoria: il mancato
  rispetto della congruità dei tempi è, sotto questo riguardo,
  fonte di preoccupazione anche sul piano dell'osservanza del
  principio democratico.
     In relazione alla garanzia di tempi riservati alle
  opposizioni, si è prospettato ed è già venuto all'esame della
  Giunta il problema posto dall'impiego di strumenti come la
  questione sospensiva o l'istituto del rinvio alla Commissione
  che possono eludere il diritto delle opposizioni ad ottenere
  una deliberazione della Camera sul merito delle proposte
  inserite nella quota della programmazione dei lavori ad esse
  riservata.
     Quella del Comitato per la legislazione costituisce
  certamente un'esperienza positiva, l'ambito della cui
  efficacia rimane tuttavia limitato rispetto al complesso
  dell'attività legislativa della Camera, giacché quest'organo
  ha espresso il proprio parere su meno del 15 per cento dei
  progetti di legge deliberati dalla Camera nel periodo
  successivo alla riforma.
     La programmazione dei lavori presso le Commissioni
  dovrebbe essere volta ad impegnare utilmente l'intero arco
  temporale
 
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  ordinariamente due mesi disponibile per l'istruttoria.  In
  questo contesto, le Commissioni debbono impiegare e in fatto
  hanno impiegato nell'anno trascorso gli strumenti tradizionali
  delle audizioni e delle indagini conoscitive, accanto alle
  nuove procedure istruttorie apportate dalla riforma.
     Conviene sull'esigenza di affrontare primariamente qualora
  si addivenga ad ulteriori modificazioni regolamentari il
  problema della legislazione delegata.
     Nel ribadire il giudizio positivo sui princìpi e sugli
  obiettivi della riforma del 1997, osserva che il diverso
  livello d'attuazione verificato, nel primo anno, rispetto ai
  distinti ma non separabili elementi di cui essa si compone non
  può non suscitare preoccupazione e richiede iniziative di
  concreto e sollecito adempimento.
 
     Mario TASSONE,  Relatore,  osserva che i colleghi
  hanno correttamente indicato, sulla base del dibattito svolto
  fra i relatori in diversi incontri, la natura e lo spirito
  della riforma regolamentare del 1997.  Essa, ritenuta in
  principio quasi impossibile, giunse a felice conclusione in
  virtù delle disposizioni costruttive manifestate da tutte le
  parti.  Mentre la riforma costituzionale, allora in
  discussione, non ha raggiunto il suo fine, quest'iniziativa si
  è positivamente compiuta e rappresenta un risultato acquisito
  nel senso della funzionalità dei lavori parlamentari, della
  qualità della legislazione e desidera aggiungere della difesa
  e della promozione del ruolo del Parlamento e dei suoi
  componenti.
     A tale proposito, rileva come l'estensione del ricorso
  alla legislazione delegata pur corrispondente all'accresciuto
  peso dell'Esecutivo nel sistema politico istituzionale pone
  non lievi problemi proprio rispetto alla funzione parlamentare
  e al controllo delle Camere sull'operato del Governo.  Concorre
  a rendere più complesso questo problema l'istituzione di
  Commissioni bicamerali, che hanno accentrato in sé la funzione
  consultiva parlamentare in taluni importanti settori di
  legislazione delegata.
     Non meno degno d'attenzione è il fenomeno manifestatosi
  con l'istituzione di autorità amministrative indipendenti, che
  hanno sottratto al controllo parlamentare vasti e importanti
  settori d'attività amministrativa, esercitata da questi organi
  al di fuori d'ogni democratica forma di controllo politico.
     La riforma regolamentare ha avuto un'applicazione
  inevitabilmente graduale, più immediata ed efficace in taluni
  ambiti, più lenta in altri.  Occorrono certamente su questo
  piano iniziative per accrescere la consapevolezza e l'alacrità
  dei soggetti interessati, dal cui concorso dipende il pieno
  inveramento dei princìpi sui quali essa si è fondata.  Ciò non
  significa disconoscere i risultati raggiunti, che debbono
  essere positivamente valutati, pur nei limiti di un giudizio
  necessariamente articolato: giudizio da rapportarsi anche alle
  aspettative che realisticamente era dato nutrire all'inizio
  d'un cammino, intrapreso con le riforme del 1997, che occorre
  proseguire con il determinante coinvolgimento dei gruppi
  parlamentari.  L'attuazione della riforma non deve rimanere
  infatti, interesse della sola Giunta per il regolamento e del
  suo Presidente, ma deve divenire impegno comune dell'intera
  Camera, al di là dei ruoli occasionalmente svolti, nella
  consapevolezza di esercitare un compito eminentemente
  istituzionale.
 
     Luciano VIOLANTE,  Presidente,  ritiene che, dopo
  la discussione che la Giunta svolgerà, potrà essere utile un
  incontro con la Conferenza dei presidenti di Commissione per
  verificare forme e problemi relativi all'attuazione della
  riforma.
     Avverte altresì, anche a questo proposito, che la
  Commissione bilancio sta valutando alcune questioni relative,
  fra l'altro, agli effetti del proprio parere nel procedimento
  legislativo.  Farà pervenire ai componenti della Giunta la
  necessaria documentazione, per un necessario approfondimento
  da parte di quest'organo.
 
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    Giuseppe CALDERISI,  Relatore,  segnala altresì
  l'utilità di un incontro fra la Giunta e i presidenti dei
  gruppi parlamentari, per esaminare le questioni riguardanti il
  rapporto fra programmazione dei lavori delle Commissioni e
  dell'Assemblea.
 
     Luciano VIOLANTE,  Presidente,  rinvia il seguito
  della discussione alla prossima seduta, che avrà luogo domani,
  mercoledì 17 marzo 1999, alle 17.
 
     La seduta termina alle 15.40.
 
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