| I problemi esposti nell'interrogazione riguardano
segnatamente i controlli sul livello delle acque del lago di
Garda e la eutrofizzazione delle alghe nel lago stesso, su cui
in più occasione ed anche recentemente sono stati acquisiti
elementi dal Magistrato alle Acque di Venezia.
Le attività di regolazione dei livelli del lago sono
curate dal Magistrato alle Acque, che ha realizzato lo
sbarramento di Salionze negli anni Sessanta, Lo stesso informa
che segue con costante attenzione il problema tenendo conto
delle complesse esigenze di monte e di valle per gli usi
plurimi della risorsa idrica, utilizzata per scopi civili,
industriali, irrigui, idroelettrici e di navigazione, attività
che è sempre conformata al più rigoroso rispetto della
salvaguardia della pubblica incolumità delle popolazioni della
Comunità del Garda, che più volte hanno segnalato la
pericolosità dell'innalzamento del livello sopra i m.
+1,35.
Tale quota, sullo zero idrometrico di Peschiera (che è
quota 64,03 sul livello del mare) rappresenta il massimo
livello operativo di invaso del lago di Garda che può elevarsi
eccezionalmente a m.+ 1,40 in occasione di eventi collegati a
possibili variazioni atmosferiche (l'11 febbraio 1997 veniva
raggiunta la quota di m. 1,39 quota che rientrava per
l'appunto fra tali eventi).
Lo scarico regolabile dal lago allo sbarramento di
Salionze consente di smaltire una portata massima di
alleggerimento di 200 metri cubi al secondo, efficace per una
valida e razionale regolazione del livello del lago almeno
secondo quanto si è potuto constatare sperimentalmente in
circa 40 anni di controlli continui e verifiche.
Il Magistrato alle Acque assicura di avere operato nel
settore con costante cura e nel rispetto delle vigenti leggi
in materia.
Per quanto attiene alla navigazione lacuale di norma la
variazione dei livelli è compresa tra la quota massima di m.
1,35 sullo zero idrometrico di Peschiera (eccezionalmente di
m. +1,40) e la quota minima di m. +0,40 (eccezionalmente di m.
+0,15).
Il Magistrato alle Acque ha fatto rilevare che mentre in
passato veniva effettuato il dragaggio degli scali del basso
lago in difficoltà, per tale operazione si sono rilevate
carenze di attività da parte della Società di Navigazione che
in qualità di utente dell'acqua pubblica del lago dovrebbe
assumersene la cura e le spese.
Le variazioni del livello del lago sono seguite con
monitoraggio continuo dal Magistrato predetto e dai suoi
Nuclei operativi di Verona e Mantova.
Per quanto riguarda la qualità delle acque, la crescita
smodata ed innaturale di alghe che ha avuto la sua
manifestazione più evidente nell'estate 1997 non è
verosimilmente da attribuirsi alle variazioni di livello del
lago di Garda se non come causa secondaria quanto piuttosto
come vera e propria causa primaria alla lievitazione di
fattori igienico-sanitari rappresentati da un esubero di azoto
e fosforo a cui può ricondursi sostanzialmente il fenomeno
della eutrofizzazione del lago e della connessa proliferazione
delle alghe.
Dal 1997 si sono svolti incontri, riunioni, consultazioni,
scambi di corrispondenza e di informazioni dalle quali è
emersa conferma che il fenomeno è da
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attribuirsi alla qualità delle acque del lago, per il
notevole apporto di tali elementi. Il problema che assume
rilevanza sulle questioni proposte, in definitiva è quello del
controllo sotto il profilo igienico-sanitario e più in
generale, ambientale
Il Consorzio concessionario gestore del collettore
fognario circumlacuale, sarebbe tenuto ad effettuare con
costante impegno le operazioni relative al continuo controllo
della qualità delle acque, sia per quelle reflue vere e
proprie all'interno delle tubazioni fognarie, sia e
soprattutto per quelle del lago adiacente alle condotte,
poiché queste ultime potrebbero risultare inquinate
dall'apporto di eventuali perdite o sversamenti a causa di
infiltrazioni e dispersioni attraverso giunti e flange o per
effetto di possibili perforazioni, corrosioni e dissesti
intervenuti e sopraggiunti sulle condotte.
Il controllo della qualità delle acque deve essere
effettuato per competenza dagli Uffici dei Comuni, della
Provincia e della Regione attraverso U.SS.L. (Unità Sanitarie
Locali), PMP (Presidio Multizonale di Prevenzione), ARPA
(Agenzia Regionale Protezione Ambiente), laboratori
specializzati appositamente incaricati, Autorità preposte alla
balneazione ecc. al fine di conoscere e valutare all'interno
(e soprattutto, nella fattispecie all'esterno) delle condotte,
i valori parametrici fisico-chimici di azoto, fosforo,
ossigeno disciolto, BOD (quantità biologica di ossigeno), COD5
(quantità chimica di ossigeno per 5 giorni), PH, metalli
pesanti ecc.
Le acque del lago devono essere controllate a tutta
altezza in maniera ottimale per una fascia della lunghezza
media di 100 metri a cavaliere di ciascuna condotta.
Si deve, infine, porre in evidenza che il Consorzio
Concessionario oltre ad assicurare l'effettuazione del
continuo controllo e della più efficace manutenzione
dell'intero impianto fognario (condotte, impianti di
sollevamento e di trattamento, eliminazione di fanghi e
detriti, ecc,) deve promuovere attivamente l'osservanza
dell'articolo 11 del decreto legislativo del 12 luglio 1993,
n. 275 sul monitoraggio delle acque di fognatura a cura della
Provincia.
Posso infine assicurare l'onorevole interrogante che la
situazione continuerà ad essere seguita dagli Uffici di questo
Ministero con l'attenzione che la rilevanza del problema
merita e con le necessarie sollecitazioni alle istituzioni e
agli organismi competenti perché effettuino i controlli e gli
interventi di loro pertinenza, rispetto ai quali mancano a
questa amministrazione gli strumenti giuridici per effettuare
atti di sostituzione.
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