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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


433988
SMC0471-0181
Bollettino Giunte e Commissioni n. 471 del 16 marzo 1999 - edizione definitiva - (SMC13-471)
(suddiviso in 205 Unità Documento)
Unità Documento n.181 (che inizia a pag.181 dello stampato)
               ...COMMISSIONE PARLAMENTARE
           per l'indirizzo generale e la vigilanza
                 dei servizi radiotelevisivi
 
 
TRIBUNE REFERENDARIE. LAVCOMM
TRIBUNE REFERENDARIE.
Seguito dell'esame di una proposta di delibera relativa alle Tribune referendarie (rel. Falomi).
Martedì 16 marzo 1999. - Presidenza del Presidente Francesco STORACE.
ZZSMC ZZRES ZZSMC160399 ZZSMC990316 ZZSMC000399 ZZSMC000099 ZZSMC471 ZZ13 ZZD ZZC21 ZZFF
  (Seguito dell'esame e conclusione).
     La Commissione prosegue l'esame iniziato nella seduta
  di mercoledì 10 marzo scorso.
     Il deputato Francesco STORACE,  Presidente,  ricorda
  che al termine della scorsa seduta si è convenuto di rinviare
  ad oggi la discussione, incaricando il relatore di ricercare
  un'intesa tra i gruppi.  Nella scorsa seduta erano stati
  presentati emendamenti al testo della delibera: nove di
  questi, a firma Passigli, erano stati poi ritirati dal
  presentatore, e precisamente
 
                              Pag. 182
 
  quelli corrispondenti ai numeri 1.2, 1.3, 1.4, 1.6, 1.7, 2.4,
  2.5, 3.2 e 6.4. L'emendamento 1.8 era stato posto in votazione
  e respinto.
     Informa inoltre di aver incontrato questa mattina, assieme
  al relatore, una rappresentanza del Comitato per il NO.
     Il senatore Antonio FALOMI,  Relatore,  nel fare
  riferimento ai contatti intercorsi tra i gruppi, rappresenta
  l'esigenza di un ulteriore fase di concertazione informale.
     Il deputato Francesco STORACE,  Presidente,  sospende
  quindi la seduta.
       (La seduta, sospesa alle 11.10, è ripresa alle
  11.30).
     Il senatore Antonio FALOMI,  Relatore,  richiama a
  sua volta i contenuti dell'incontro con i rappresentanti del
  Comitato per il NO, nel corso del quale è emerso in
  particolare il tema della data di costituzione di eventuali
  nuovi comitati; peraltro, i contenuti della sua proposta di
  delibera non sono stati oggetto di richieste di rilevanti
  mutamenti.
     Ritira quindi il proprio emendamento 1.9, ed invita il
  presentatore degli emendamenti 1.1 ed 1.5 a fare altrettanto.
  Pur comprendendo le ragioni di questi ultimi emendamenti,
  difatti, egli nutre in proposito notevoli perplessità, e
  ritiene che essi sarebbero comunque in contrasto con
  l'ulteriore modifica che si riserva di presentare in
  riferimento all'articolo 2, al fine di adottare la tecnica del
  "confronto" anche per le trasmissioni riservate ai gruppi.
     Il senatore Stefano PASSIGLI (DS) ritira i propri
  emendamenti 1.1 e 1.5.
     Il senatore Antonio FALOMI,  Relatore,  presenta le
  ulteriori proposte di modifica n. 2.8 e 2.9, riferite
  all'articolo 2, e le illustra.
     La Commissione approva l'emendamento 2.9 del relatore.
     Il senatore Roberto CASTELLI (LNPI) ritiene che
  l'emendamento 2.8 del relatore, interamente sostitutivo della
  lettera  c)  del comma 1, non risolva il problema del
  tempo da attribuire a ciascun Comitato per il NO, in presenza
  di più Comitati.
     Il deputato Mauro PAISSAN (misto-verdi-U), parimenti
  riferendosi all'emendamento 2.8, ritiene che esso possa dar
  luogo ad una moltiplicazione strumentale dei Comitati per il
  NO, finalizzata ad ottenere maggiori occasioni di presenza
  radiotelevisiva.  E' inoltre del parere che la valutazione di
  rappresentatività cui l'emendamento si riferisce costituisca
  una scelta squisitamente politica, che non può essere delegata
  alla RAI, ma che dovrebbe essere compiuta da un organo della
  Commissione.
     Il deputato Francesco STORACE,  Presidente,  ricorda
  in proposito che l'articolo 8, comma 2, della bozza di
  delibera prevede, in analogia alle deliberazioni assunte in
  passato per altre Tribune, che tali questioni siano definite
  nella sede dell'Ufficio di presidenza.
     Il senatore Stefano PASSIGLI (DS) rappresenta l'esigenza
  di una riformulazione dell'emendamento 2.8, consistente col
  sostituire l'espressione "possono prendere parte" con "possono
  essere ammessi a prender parte".  In tal modo, la Commissione
  conserverebbe la potestà di apprezzare la rappresentatività e
  la rilevanza di ciascun Comitato per il NO che dovesse
  successivamente costituirsi.  Aggiunge che, nella restante
  normativa riferita ad analoghe esigenze, il termine
  rappresentatività non risulta mai definito  a priori,  per
  le difficoltà intrinseche che tale definizione comporterebbe;
  la bozza di delibera in discussione già prevede le norme atte
  a dirimere questioni eventualmente controverse, come già ha
  ricordato il Presidente.
     Il senatore Antonio FALOMI,  Relatore,  accoglie la
  riformulazione proposta dal collega Passigli, e ricorda che,
  oltre alle considerazioni svolte dal collega e dal
 
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  Presidente, anche la prassi pregressa della Commissione può
  rappresentare un valido ausilio per la definizione di
  questioni controverse.  E' ovvio che la Commissione, in sede di
  interpretazione della delibera, privilegerà i Comitati per il
  NO che risultano maggiormente significativi.
     Il senatore Piergiorgio BERGONZI (misto-com) non condivide
  pienamente le modifiche ora proposte, e si interroga
  sull'opportunità di prevedere nuovi Comitati per il NO, in
  aggiunta a quelli già esistenti.  Non è difatti scongiurato il
  rischio di un uso strumentale dei nuovi Comitati.
     Il senatore Roberto CASTELLI (LNPI), nel dichiararsi
  convinto della possibilità di definire utilmente, nella sede
  dell'Ufficio di presidenza, le eventuali questioni relative
  alla formazione di nuovi Comitati per il NO, sottolinea che,
  tuttavia, il rischio di un uso strumentale di tali Comitati
  permane.
     Il deputato Francesco STORACE,  Presidente,  si
  richiama all'esperienza, già ricordata dal relatore, maturata
  dall'Ufficio di presidenza della Commissione in sede di
  interpretazione ed applicazione di precedenti delibere.  In
  quelle occasioni le decisioni dell'ufficio di presidenza sono
  risultate sempre equilibrate, tant'è vero che non sono mai
  state contestate dall'organismo plenario, né in altre sedi.
  Non vede, del resto, quali potrebbero essere le alternative
  alla competenza dell'ufficio di presidenza, dal momento che è
  piuttosto difficile ottenere la convocazione della Commissione
  plenaria in tempi talmente rapidi da consentire la soluzione
  di casi che spesso devono essere definiti entro poche ore; ed
  aggiunge che i contenuti del dibattito odierno potranno
  utilmente essere utilizzati dall'Ufficio di presidenza quali
  ulteriori criteri interpretativi, quasi di interpretazione
  "autentica".
     Il senatore Carlo ROGNONI (DS) è convinto che il problema
  sottolineato dal collega Bergonzi debba essere affrontato
  realisticamente, anche considerando che nella presente
  occasione i Comitati per il NO possono riferirsi all'ampio e
  variegato insieme delle forze politiche che va da Rifondazione
  comunista sino alla Lega nord.  Sarebbe più opportuno limitare
  l'emendamento 2.8 al solo suo primo periodo.
     Il senatore Giorgio MELE (DS) si riferisce al proprio
  impegno all'interno di un Comitato per il NO già costituito, e
  sulla base di questa sua esperienza, ritiene si possa
  ragionevolmente escludere l'ipotesi di eccessi strumentali
  cagionati dalla fittizia moltiplicazione dei Comitati: quelli
  già esistenti operano in stretto coordinamento tra loro.  Non
  vede, pertanto, la ragione di limitare la partecipazione alle
  Tribune di qualche altro Comitato che potrebbe essere
  costituito nel frattempo: la soluzione proposta dal relatore
  garantisce tutte le forze interessate.
     Il senatore Antonio FALOMI,  Relatore,  ricorda che
  nella precedente seduta la sua proposta, di limitare la
  partecipazione alle Tribune ai soli Comitati per il NO
  costituiti alla data di approvazione della delibera, era stata
  criticata da chi riteneva che questa scelta avrebbe precluso
  nei fatti la partecipazione di pressoché tutti i Comitati.
  Oggi, si ritiene che il termine di cinque giorni contenuto
  nella sua nuova proposta sia troppo ampio: riformula pertanto
  l'emendamento 2.8 nel senso di portare da cinque a tre giorni
  i termini in esso contenuti.
     Ricorda inoltre che la presenza dei Comitati per il NO non
  trova riferimento diretto in alcuna norma di legge, dal
  momento che il combinato disposto degli articoli 50 e 52 della
  legge n.352/70 individua, quali soggetti legittimati alla
  propaganda referendaria, esclusivamente i gruppi parlamentari
  ed il Comitato promotore del referendum.  La legittimazione dei
  Comitati per il No dipende pressoché esclusivamente dalla
  prassi della Commissione, che solo per un certo periodo fu
  codificata nel decreto-legge detto "della  par condicio",
  poi non convertito: tale prassi intendeva comunque garantire
 
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  l'espressione delle ragioni del NO, che solo in via eventuale
  potevano essere sostenute da alcuni gruppi parlamentari.
     La Commissione approva quindi l'emendamento 2.8, come
  riformulato dagli interventi del relatore e del senatore
  Passigli.  Risultano assorbiti gli emendamenti 2.6, 2.3 e
  2.7.
     Il deputato Francesco STORACE,  Presidente,  avverte
  che gli emendamenti 3.1, 3.4, 3.5 e 3.3 sono stati ritirati
  dai rispettivi presentatori.
     Il senatore Antonio FALOMI,  Relatore,  illustra il
  proprio emendamento 4.2, e ne raccomanda l'approvazione.
     La Commissione approva l'emendamento 4.2 del relatore.
     Il senatore Stefano PASSIGLI (DS) ritira il proprio
  emendamento 4.3 ed illustra l'emendamento 4.1, interamente
  soppressivo del comma 3 dell'articolo 4.  La modifica del comma
  2 del medesimo articolo, ad opera dell'emendamento testé
  approvato, rende ancora più delicate le questioni ad esso
  sottese: è inopportuno che la RAI, organo tecnico e  super
  partes,  sia incaricata di illustrare, in particolar modo,
  le conseguenze che discenderanno dall'abrogazione delle norme
  oggetto del  referendum.  Questa valutazione ha infatti
  caratteristiche essenzialmente politiche, considerando anche
  le differenti aspettative che ciascuna forza politica nutre
  sull'assetto del sistema elettorale successivo al
  referendum.
     Il senatore Antonio FALOMI,  Relatore,  condivide le
  considerazioni del collega Passigli: la valutazione delle
  conseguenze giuridiche del  referendum  non può essere
  disgiunta da quella sulle conseguenze politiche.  Propone
  quindi che l'emendamento 4.1, interamente soppressivo del
  comma 3, sia riformulato nel senso di sopprimere
  esclusivamente le parole "le conseguenze prevedibili
  dell'abrogazione sul sistema elettorale e politico".
     Dopo un intervento del Vicedirettore delle Tribune e
  Servizi parlamentari, Pierluigi CAMILLI, il deputato Francesco
  STORACE,  Presidente,  condivide le opinioni del relatore
  e manifesta favore per la riformulazione da lui indicata.
     La Commissione approva quindi l'emendamento 4.1, come
  riformulato.
     Il senatore Antonio FALOMI,  Relatore,  invita al
  ritiro degli emendamenti riferiti all'articolo 6 della
  delibera.
     Il senatore Stefano PASSIGLI (DS) ritira il proprio
  emendamento n. 6.3. Quanto ai restanti emendamenti,
  soppressivi dei commi 3 e 4, nutre perplessità
  sull'opportunità di ritirarli.
     Il deputato Mauro PAISSAN (misto-verdi-U) rileva che
  l'attuale comma 3, oggetto di una proposta di soppressione,
  dovrebbe essere interpretato nel senso di chiarire che
  l'informazione sui temi oggetto del  referendum  deve
  attuarsi non in ciascun singolo notiziario, ma nell'insieme
  dell'informazione radiotelevisiva.  Manifesta consenso con
  l'emendamento 6.2, soppressivo del comma 4, ricordando le
  circostanze specifiche nelle quali tale norma fu inserita in
  occasione di altre Tribune referendarie.
     Il deputato Francesco STORACE,  Presidente,
  sottolinea che la soppressione del comma 4 non sembrerebbe
  giustificata, in considerazione delle fattispecie individuate
  dal precedente comma 2, e chiarisce che i  talk-show  cui
  l'emendamento si riferisce devono considerarsi trasmissioni
  che rientrano tra quelle di informazione, secondo la tipologia
  individuata dall'Osservatorio di Pavia.
     Il senatore Stefano PASSIGLI (DS) sottolinea che, se nel
  corso del dibattito egli maturasse l'intenzione di ritirare
  l'emendamento 6.1, ciò avverrebbe in considerazione delle
  opinioni espresse dal deputato Paissan, circa la necessità che
  l'informazione sui  referendum  sia apprezzata in
  riferimento all'insieme della programmazione informativa.
 
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     Dopo che il deputato Francesco STORACE,  Presidente,
  ha ritenuto che l'impegno ad informare sui  referendum
  dovrebbe riguardare perlomeno i notiziari di massimo ascolto,
  il senatore Carlo ROGNONI (DS) ritiene che il comma 3 disponga
  indicazioni ed orientamenti ai quali ciascun direttore di
  testata si conformerà, adoprando, sotto la propria
  responsabilità, i criteri professionali usuali.
     Il Vicedirettore dei servizi parlamentari, Pierluigi
  CAMILLI, rappresenta l'opportunità che la RAI possa contare su
  indicazioni certe.
     Il senatore Stefano PASSIGLI (DS) riformula allora il
  proprio emendamento, nel senso di sostituire le parole "devono
  informare" con le parole "assicurano una corretta
  informazione".
     Il deputato Maria Chiara ACCIARINI (DS-U) ritiene che
  anche la locuzione "temi oggetto del referendum", di cui al
  comma 3, possa generare confusione: più opportuno risulterebbe
  un riferimento a "notizie" o "avvenimenti".  La riformulazione
  ora proposta dal senatore Passigli attenua peraltro questa
  improprietà.
     Dopo che il deputato Francesco STORACE,  Presidente,
  ha ritenuto che la Commissione dovrebbe essere, in questo
  punto della delibera, estremamente chiara, in particolare
  circa l'opportunità che l'informazione sia garantita tutti i
  giorni del periodo considerato, il deputato Paolo ROMANI (FI)
  condivide le osservazioni della collega Acciarini: il testo
  originario della delibera sembra voler fare riferimento ad una
  informazione di carattere didattico e sistematico, che è già
  l'oggetto degli  spot  e delle schede previsti
  all'articolo 4.
     Il senatore Piergiorgio BERGONZI (misto-com) è favorevole
  alla soppressione integrale del comma 3, anche al fine di non
  chiamare la RAI alla difficile scelta tra il rispetto della
  libertà di informazione dei propri giornalisti e quello della
  lettera delle delibere della Commissione.  E' infatti opportuno
  che la Commissione rinunci ad imporre vincoli rigidi.
     Il senatore Roberto CASTELLI (LNPI) richiama l'importanza
  dell'odierno quesito referendario, anche in rapporto ad altri
  quesiti che in precedenza sono stati sottoposti ai cittadini.
  E' auspicabile che si realizzi il massimo dell'informazione
  possibile: un recentissimo sondaggio ha evidenziato che circa
  la metà dei cittadini non sono a conoscenza del quesito.
  Ritiene pertanto preferibile il testo originariamente proposto
  dal relatore.
     Il senatore Carlo ROGNONI (DS) ritiene opportuno
  riformulare il comma 3 nel senso di riferirsi alla più
  corretta e più completa informazione; ed il comma 4, nel senso
  di meglio specificare l'impegno della RAI di invitare in
  alcuni  talk-show  rappresentanti delle due opposte
  indicazioni di voto.
     Il senatore Giancarlo ZILIO (PPI) ricorda che le notizie,
  concernenti il  referendum  e la relativa propaganda, che
  hanno interesse locale possono essere riportate anche dai
  telegiornali regionali.  In ogni caso, non ritiene opportuno
  specificare oltre un certo limite i doveri e le responsabilità
  dei giornalisti: se non si ritiene di sopprimere integralmente
  il comma 3, sarebbe almeno indispensabile pervenire ad una
  formulazione non tassativa, che faccia riferimento alla
  necessità di assicurare una corretta informazione sulla
  campagna referendaria.
     Il senatore Antonio FALOMI,  Relatore,  nel
  sottolineare la necessità di garantire l'autonomia dei
  direttori di testata, si dichiara favorevole alla
  riformulazione proposta dal senatore Passigli, espungendo da
  essa il riferimento all'informazione "nel suo complesso".
     Il senatore Stefano PASSIGLI (DS) formalizza quindi la
  riformulazione del proprio emendamento 6.1: in luogo della
  soppressione del comma 3, propone di
 
                              Pag. 186
 
  modificare il comma nel senso di assicurare "una corretta
  informazione sulla campagna referendaria".
     La Commissione approva quindi l'emendamento 6.1 Passigli,
  nel testo da ultimo riformulato.
     Dopo che il senatore Stefano PASSIGLI (DS) ha ritirato il
  proprio emendamento 6.2, il senatore Antonio FALOMI,
  Relatore,  illustra il proprio emendamento 8.1, ed invita
  il presentatore dell'articolo aggiuntivo 8.01 a trasformarlo
  in un'indicazione rivolta al Presidente della Commissione,
  evitando il suo inserimento nel testo articolato.
     La Commissione approva l'emendamento 8.1, e conviene sulla
  opportunità di dar mandato al Presidente di rappresentare la
  necessità che anche le reti private, ed in particolare
  Mediaset, si attengano ai criteri enunciati nella presente
  delibera.  Il senatore Stefano PASSIGLI (DS) ritira pertanto il
  proprio articolo aggiuntivo 8.01.
     Il deputato Mauro PAISSAN (misto-verdi-U) rappresenta
  l'opportunità che la Commissione, pur rinunciando ad inserire
  nel testo articolato specifiche disposizioni circa i calendari
  delle Tribune, formuli indicazioni al riguardo rivolte alla
  RAI.
     Il senatore Antonio FALOMI,  Relatore,  nel ricordare
  che anche in precedenti occasioni la Commissione aveva
  rinunciato a redigere direttamente il calendario dei
  programmi, ritiene che il calendario riferito alla delibera in
  titolo possa ispirarsi ai seguenti criteri.  Il tempo
  attribuito ai confronti tra "sì" e "no" deve essere
  tendenzialmente uguale a quello attribuito ai confronti tra
  gruppi parlamentari, ovvero porsi rispetto a questi ultimi in
  rapporto di sessanta a quaranta.  L'evidente differenza con la
  scelta fatta nel 1997, allorché lo spazio concesso ai Comitati
  era di gran lunga superiore a quello concesso ai gruppi, si
  spiega con la circostanza che in quella occasione si dovevano
  illustrare i contenuti di ben otto distinti quesiti
  referendari.  Ciascuna trasmissione deve essere condotta, come
  già prevede la delibera, con la formula del "faccia a faccia",
  e può essere strutturata agilmente, evitando singole
  trasmissioni di durata eccessiva.  Le trasmissioni saranno
  programmate dal lunedì al venerdì di ciascuna settimana del
  periodo considerato, con l'esclusione del venerdì santo, e del
  lunedì successivo alla domenica di Pasqua.
     La Commissione conviene, ed approva quindi all'unanimità
  dei presenti, con la prescritta maggioranza, l'atto di
  indirizzo nel suo complesso, come risultante dalle modifiche
  approvate.  Autorizza il Presidente, ai sensi dell'articolo 90,
  comma 2, del regolamento della Camera, al coordinamento
  formale del testo, che sarà pubblicato in allegato ai
  resoconti di seduta.
 
     La seduta termina alle 12.50.
 
DATA=990316 FASCID=SMC13-471 TIPOSTA=SMC LEGISL=13 NCOMM=21 SEDE= NSTA=0471 TOTPAG=0212 TOTDOC=0205 NDOC=0181 TIPDOC=B DOCTIT=0000 COMM=C21D F PAGINIZ=0181 RIGINIZ=038 PAGFIN=0186 RIGFIN=050 UPAG=NO PAGEIN=181 PAGEFIN=186 SORTRES=9903163 SORTDDL= FASCIDC=13SMC 00471 SORTNAV=59903160 00471 b00000 ZZSMC471 NDOC0181 TIPDOCB DOCTIT0181 NDOC0181



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