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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


434023
STA0505-0011
Somm. e Sten. d'Aula n. 505 del 16 marzo 1999 (STA13-505)
(suddiviso in 254 Unità Documento)
Unità Documento n.11 (che inizia a pag.2 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.5)
SVOLGIMENTO: 2 - 01363; 3 - 02460; 3 - 01954; 3 - 01899; 3 - 02958; 3 - 03346; 3 - 02001; 3 - 03392; 3 - 01946; 3 - 03071. ...(Situazione in Albania dopo l'uccisione di Azem Hajdari)
...SVOLGIMENTO: 2 - 01363; 3 - 02460; 3 - 01954; 3 - 01899; 3 - 02958; 3 - 03346; 3 - 02001; 3 - 03392; 3 - 01946; 3 - 03071. ...(Situazione in Albania dopo l'uccisione di Azem Hajdari)
LUCA VOLONTE'.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO GIOVANARDI
ZZSTA ZZRES ZZSTA160399 ZZSTA990316 ZZSTA000399 ZZSTA000099 ZZSTA505 ZZ13
    LUCA VOLONTE'.  Mi dispiace dire, sottosegretario Ranieri,
  che non sono soddisfatto della sua risposta per una serie di
  ragioni sulle quali non mi dilungherò.  La prima è che mi
  sembra - mi scusi il termine - veramente ridicolo che in
  ordine ad un fatto accaduto il 12 settembre 1998, della cui
  gravità hanno parlato quotidiani nazionali ed internazionali,
  mettendo anche in seria discussione quanto il contingente
  italiano e la collaborazione bilaterale con il nostro paese
  abbiano conseguito in questi anni, si venga a rispondere il 16
  marzo 1999.  Capisco che al Ministero degli affari esteri siano
  stati rivolti moltissimi atti di sindacato ispettivo
  dall'inizio della legislatura ad oggi (forse 4 o 500), ma non
  mi sembra dignitoso che su un fatto di questo genere si
  possano far passare così tanti mesi per poi fornire
  argomentazioni certo alte, ragionevoli e piene di buona
  volontà, ma che alla fine, come lei, sottosegretario, ha
  affermato, non rispondono esattamente alla nostra
  interpellanza.
     Lei ci ha detto che il 12 settembre 1998, con l'omicidio
  di Azem Hajdari, si evidenzia in tutta la sua dimensione la
  carenza di sicurezza e di ordine pubblico in Albania,
  considerazione su cui concordiamo.  Io personalmente ed anche
  colleghi di altri gruppi abbiamo sempre posto alla pubblica
  attenzione, anche in questo Parlamento, quanto la situazione
  albanese, dopo quello che abbiamo sempre definito il colpo di
  Stato contro Berisha, sia caratterizzata da carenze di
  sicurezza, difficoltà nel mantenimento dell'ordine pubblico e
  da tutto ciò che a questo è connesso.
     Il Governo italiano, come abbiamo letto sui giornali di
  quel periodo, ha chiesto che i responsabili dell'omicidio
  venissero condotti in giudizio, ma ancora oggi, ad alcuni mesi
  di distanza, ciò non è stato possibile.  Il Governo ha chiesto
  inoltre che si riprendesse la via del dialogo, ma anche questa
  richiesta non è che un forte auspicio di cui la nostra
  diplomazia si convince senza che, però, oggettivamente vi
  siano dati reali che provino concretamente che il dialogo è
  ripreso.
 
                               Pag. 3
 
     Lei ci ha detto che in quel periodo è arrivato un forte
  segnale da parte dell'Italia, della UEO e del Consiglio
  d'Europa affinché si attuassero tutti quei programmi diretti
  ad un rafforzamento delle forze di sicurezza locali ed al
  controllo dell'ordine pubblico.  Questo ordine pubblico nei
  mesi trascorsi dall'omicidio - come lei ci ha detto, sulla
  base immagino delle notizie che le hanno fornito - si sarebbe
  rafforzato e le forze di sicurezza locali si sarebbero
  maggiormente specializzate.  Mi spiace ricordarle che
  l'episodio dei gommoni di Valona è ancora oggi sotto i nostri
  occhi, essendo accaduto soltanto qualche settimana fa; la
  invito a tener conto di questo fatto grave, in occasione del
  quale le forze di sicurezza locali sono intervenute e il capo
  della polizia è stato sequestrato, a riprova che forse è più
  corretto affermare che, dall'omicidio di Hajdari in poi, il
  sistema di sicurezza pubblico albanese non è migliorato e,
  anzi, è forse peggiorato.  Mi chiedo, allora, se il forte
  segnale che da settembre l'Italia, l'Unione europea e il
  Consiglio d'Europa avrebbero mandato a questa giovane
  democrazia abbia avuto buon fine.
     Non voglio dilungarmi perché immagino che gli uffici le
  abbiano preparato questo appunto, forse con poca attenzione
  rispetto non all'argomento specifico ma a quel che è successo
  nei mesi successivi.  Desidero, però, come esponente di una
  componente che appoggia il Governo, invitare lei ed il Governo
  stesso ad aumentare la forza con la quale viene controllata
  l'attuazione dei piani bilaterali, perché se i controlli fatti
  da settembre ad oggi sono quelli sotto gli occhi di tutti,
  immagino siano ben poca cosa; è questo un altro motivo di
  insoddisfazione non nei confronti suoi e della sua cortesia,
  ma di quanto ci ha raccontato stamani.  I controlli finora
  svolti si sono rivelati inadeguati soprattutto in funzione dei
  piani bilaterali di adeguamento delle forze di sicurezza e di
  mantenimento dell'ordine pubblico, perché non è possibile che
  il nostro paese sia impegnato in prima persona, appunto con
  accordi bilaterali, anche e soprattutto in funzione di un
  compito specifico assegnatogli dal Consiglio d'Europa e dalla
  UEO e, poi, tutti i giorni viaggino gommoni sulla rotta tra
  Valona e le coste pugliesi come se niente accadesse.
     Mi chiedo allora se non sia opportuno per il nostro paese
  procedere ad una verifica puntuale, attenta e forte di tali
  programmi bilaterali; è vero, infatti, che siamo aperti
  all'immigrazione, che favorisce lo sviluppo nel nostro paese,
  ma mi chiedo come mai il commercio di carne umana, cioè di
  clandestini, debba necessariamente passare attraverso lo
  stretto di mare che separa l'Albania dall'Italia e non
  attraverso lo stretto di Gibilterra, che collega due nazioni
  più vicine, una europea ed un'altra extraeuropea.
     Invito fortemente il Governo, quindi, in primo luogo
  affinché non accada che a un'interpellanza così specifica si
  risponda dopo qualche mese e in secondo luogo perché si
  controlli con forza l'attuazione dei piani bilaterali e si dia
  un giudizio su questi mesi di impegno italiano, valutando cioè
  se tale impegno debba continuare in relazione all'esistenza di
  segnali di miglioramento.  Se tali segnali non vi sono,
  infatti, le possibilità sono due: o questo paese si sta
  avviando con forza verso la democrazia esclusivamente per
  ottenere qualche fondo europeo, per apparire democratico agli
  occhi del mondo in funzione dei vantaggi finanziari che ne
  possono derivare, mantenendo però una condizione di ordine
  pubblico da paese non del terzo ma del quarto mondo, oppure il
  nostro impegno non è abbastanza efficace e quindi, assieme al
  Consiglio d'Europa e alla UEO, l'Italia deve porre il problema
  dell'Albania davanti all'opinione pubblica europea e trovare
  soluzioni più confacenti ai problemi che si prospettano.
     Diversamente, seguitare a fingere che il nostro impegno
  dia dei frutti che nella realtà non esistono mi sembra
  significhi continuare a spendere denaro pubblico senza
  conseguire un risultato efficace dinanzi all'opinione pubblica
  e senza poter
 
                               Pag. 4
 
  giustificare, in termini di risultati, quanto abbiamo speso
  per il benessere dell'Europa e del nostro paese.
 
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