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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


434042
STA0505-0030
Somm. e Sten. d'Aula n. 505 del 16 marzo 1999 (STA13-505)
(suddiviso in 254 Unità Documento)
Unità Documento n.30 (che inizia a pag.9 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.5)
SVOLGIMENTO: 2 - 01363; 3 - 02460; 3 - 01954; 3 - 01899; 3 - 02958; 3 - 03346; 3 - 02001; 3 - 03392; 3 - 01946; 3 - 03071. ...(Situazione in Angola)
...SVOLGIMENTO: 2 - 01363; 3 - 02460; 3 - 01954; 3 - 01899; 3 - 02958; 3 - 03346; 3 - 02001; 3 - 03392; 3 - 01946; 3 - 03071. ...(Situazione in Angola)
UMBERTO RANIERI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. ZZGOV GOVERNO
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO GIOVANARDI
ZZSTA ZZRES ZZSTA160399 ZZSTA990316 ZZSTA000399 ZZSTA000099 ZZSTA505 ZZ13
    UMBERTO RANIERI,  Sottosegretario di Stato per gli
  affari esteri.  Signor Presidente, la situazione in Angola
  si è gravemente deteriorata negli ultimi mesi, a causa delle
  inadempienze dell'Unita nel rispettare gli accordi di Lusaka
  del 20 novembre 1994, consistenti in particolare nella mancata
  restituzione al governo di coalizione di diverse aree da cui
  trae le risorse per finanziare la lotta armata.  Lo stesso
  governo ha deciso il 3 dicembre di rispondere ad una diffusa
  ripresa di azioni militari da parte dell'Unita con una
  strategia diretta alla riassunzione del controllo di quelle
  aree.  Dopo alcuni successi iniziali, le forse governative sono
  state respinte dalle forze dell'Unita, dotate di un rinnovato
  armamento pesante e che hanno preso l'iniziativa anche in
  altre aree del paese, in particolare nelle province
  settentrionali.
     Il tentativo dell'Unita di occupare la zona petrolifera è
  stato peraltro sventato con la riconquista in febbraio di
  quell'area da parte delle forze governative.  La ripresa della
  guerra ha aggravato i problemi umanitari del paese: alle
  numerose vittime tra la popolazione civile si aggiungono le
  centinaia di migliaia di profughi ed una pericolosa ripresa
  della posa di mine, anche questa iniziata dall'Unita in
  maniera indiscriminata.
 
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     Di fronte alla gravità della situazione, il Presidente Dos
  Santos ha assunto il 29 gennaio i poteri speciali previsti
  dalla costituzione, istituendo un gabinetto di crisi nel quale
  egli stesso ha assunto le funzioni di primo ministro.
  All'inizio di agosto Dos Santos aveva intimato all'Unita che,
  qualora i territori da essa occupati non fossero stati
  restituiti entro la fine di quel mese, i ministri dell'Unita
  stessa nel governo sarebbero stati allontanati.  Egli ha anche
  investito la corte suprema della possibilità di espellerne i
  deputati dal Parlamento, in presenza delle accertate
  violazioni degli accordi di Lusaka.  Di fronte al rifiuto di
  Savimbi, il 1^ settembre il governo angolano ha dato seguito
  all'allontanamento dei ministri, rimanendo in attesa della
  decisione della corte suprema per quanto riguarda i
  parlamentari.  In ambito europeo si sono concordati passi che
  la  troika  degli ambasciatori dell'Unione a Luanda ha
  effettuato per manifestare gravi preoccupazioni in merito a
  tali iniziative.
     Il 2 settembre si era intanto verificata una spaccatura
  all'interno del movimento, con la nascita dell'"Unita
  rinnovata", cui ha aderito la maggioranza dei parlamentari,
  mentre l'ala militarista ha mantenuto il controllo delle
  capacità militari.  Il congresso del nuovo movimento il 15
  ottobre ha deciso di annettervi in blocco tutti gli
  appartenenti all'Unita, a meno che essi non chiedessero
  espressamente il contrario.  Il governo angolano non ha quindi
  dato seguito alla sua richiesta alla corte suprema per
  l'espulsione dei deputati ed ha reintegrato nel governo i
  ministri ed i sottosegretari dell'Unita, con due sole
  eccezioni.
     Dopo la ripresa della guerra, nel mese di dicembre,
  numerosi deputati dell'Unita, posti tra le pressioni
  governative di aderire al nuovo partito, alleato del Governo,
  e quelle dell'ala militarista di Savimbi, hanno preferito
  abbandonare Luanda.  Il Consiglio di sicurezza, che aveva già
  approvato numerose risoluzioni di condanna dell'Unita per le
  sue inadempienze, introducendo sanzioni nei suoi confronti, il
  3 dicembre ha esplicitamente attribuito a Savimbi la
  responsabilità del deterioramento del processo di pace e del
  peggioramento della situazione umanitaria.
     Anche a seguito dell'abbattimento di due suoi aerei in
  missione umanitaria, attribuito all'Unita, le Nazioni Unite
  hanno deciso in gennaio il ritiro della loro missione di
  osservatori entro il 20 marzo.  Tale rientro era stato
  richiesto dallo stesso Presidente angolano che aveva rilevato
  l'inutilità, in una situazione di guerra, di una missione
  incaricata di controllare l'attuazione di un processo di pace
  ormai interrotto.  Dos Santos ha inoltre attribuito alla MONUA
  la responsabilità di non essere stata in grado di verificare
  il riarmo dell'Unita nel corso di questi anni.  Anche il
  Consiglio ministeriale Unione europea - l'organizzazione di
  cooperazione dell'Africa australe - aveva riconosciuto, nella
  riunione di Vienna tenutasi all'inizio di novembre, le
  responsabilità di Savimbi nell'interruzione del processo di
  pace chiedendo, peraltro, al Governo di non interrompere il
  dialogo con coloro che intendono onorare gli accordi di
  Lusaka.
     Il Governo italiano è gravemente preoccupato per la
  ripresa di una guerra che allontana nuovamente le prospettive
  di stabilità indispensabili allo sviluppo; prospettive
  prefigurate dagli accordi di Lusaka ed ora vanificate.  La
  posizione dell'Italia e, quindi, la nostra azione diplomatica
  sul posto, attraverso l'ambasciata e le sedi internazionali in
  cui la questione viene trattata, è riflessa nella
  dichiarazione dell'Unione europea del 28 dicembre 1998 in cui
  si afferma, tra l'altro, l'importanza di mantenere una forte
  pressione internazionale sull'Unita, in particolare,
  attraverso l'applicazione effettiva ed universale delle misure
  decise contro l'organizzazione dalle pertinenti risoluzioni
  del Consiglio quale strumento per spingere l'Unita a
  rispettare i suoi obblighi.
     La crisi in Angola, come quella in Congo, in Sierra Leone,
  in Guinea Bissau e nel Corno d'Africa, ripropone il problema
  di come la comunità internazionale possa contribuire a
  risolvere i conflitti ai
 
                              Pag. 11
 
  quali, a tradizionali motivi di contrasto locali ed alla
  fragilità delle strutture statali nate dalla decolonizzazione,
  si aggiunge la difficoltà a controllare flussi di risorse, di
  prodotti minerari e di armamenti che li alimentano.
     Si impone, su questo tema, una riflessione in ambito
  internazionale per individuare le concrete iniziative da
  adottare.  L'Unione europea, che in materia di vendita di armi
  osserva un rigido codice di condotta, ha già avviato tale
  riflessione e l'Italia intende mantenere un ruolo importante
  in questa riflessione e nell'attuazione delle politiche che ne
  conseguiranno.
     Per quanto riguarda i quesiti specifici relativi ai
  parlamentari Abel Chivukuvuku e Sabino Sakutala, dagli
  accertamenti effettuati dalla nostra ambasciata, risulta che
  agli inizi di ottobre l'automobile su cui viaggiavano la
  moglie dell'onorevole Chivukuvuku, capo del gruppo
  parlamentare dell'Unita, ed il suo autista è stata oggetto di
  colpi di arma da fuoco che non hanno provocato danni alle due
  persone a bordo.  Si è probabilmente trattato di un
  condannabile atto di intimidazione compiuto nell'atmosfera di
  forte tensione che cresceva nel paese.  L'onorevole Chivukuvuku
  aveva preso le distanze sia da Savimbi sia dal gruppo
  dell'Unita rinnovata.  Egli ha continuato ad operare in
  Parlamento, sui banchi dell'opposizione.
     L'onorevole Sabino Sakutala è stato effettivamente
  arrestato il 13 ottobre con l'accusa di essere l'ispiratore
  dell'atto di violenza contro l'automobile di Chivukuvuku.
     Risulta che la normativa vigente relativa ai parlamentari
  sia stata osservata: egli è stato rilasciato dopo alcuni
  giorni, ma è stato nuovamente arrestato, in gennaio, assieme
  ad altri quattro parlamentari con l'accusa di favoreggiamento
  della lotta armata.
 
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