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ANTONIO LEONE. Non sono juventino, non mi interessa.
Dicevo che non so se dichiararmi soddisfatto o meno anche
perché mi chiederei, con tutto il rispetto dell'amico Loiero
(se mi consente tale appellativo), che cosa ci "azzecchi", dal
momento che l'interrogazione era rivolta, oltre che al
Presidente del Consiglio, al ministro degli affari esteri.
La valenza della mia interrogazione era diversa: non ero
interessato, come il collega Cento, all'argomento tecnico
attinente al mondo del calcio, perché, nel caso di specie,
siamo nel campo della politica estera. Sempre che non si
tratti di una mia svista, ritengo che oggi avrebbe dovuto
rispondere il ministro degli affari esteri.
Tuttavia, anche se ormai l'evento è avvenuto, dalla
vicenda si possono evincere alcuni elementi importanti.
Innanzitutto, l'inefficienza totale del Governo, proprio per
il tono della sua risposta in merito ad un fatto, una partita
di calcio, che ha inondato la nostra stampa e le nostre
televisioni per ciò che in quel particolare clima avrebbe
potuto rappresentare. Il sottosegretario ha detto, infatti,
che la partita si è svolta regolarmente, senza incidenti, per
cui "cosa fatta, capo ha".
Mi sembra - tra virgolette - indegno che un Governo
risponda in questo modo ad una interrogazione che, ripeto, non
atteneva ad un fatto calcistico, ma ad un evento di rilevanza
politica internazionale.
Ciò denota anche un altro aspetto: il menefreghismo del
Governo nei confronti dell'opinione pubblica. Si è trattato di
una vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso un'intera
nazione proprio per il timore che potesse accadere qualche
incidente; nella sua risposta, signor sottosegretario,
sottolineando che non è accaduto nulla, lei conferma che
qualcosa sarebbe potuto accadere. La tensione nel paese era
evidente, ma il Governo non ne ha tenuto conto.
Un altro aspetto riguarda il fallimento totale della
politica estera del Governo. Tra l'altro i nostri rilievi, ciò
che noi chiedevamo al Governo cinque giorni prima che si
disputasse la partita, erano evidentemente fondati. Perché?
Solo adesso possiamo dare un senso all'interrogazione che
allora presentammo e che, ancora oggi, anche se in presenza di
aspetti contingenti diversi, mantiene una sua valenza
politica. Ancora oggi, infatti, la Turchia vive in un clima di
terrorismo, lo stesso che rivendica la strage di qualche
giorno fa e che si richiama, così pare, alle frange estreme
del PKK. Tutto ciò a riprova che i timori da noi espressi con
questa interrogazione erano tutt'altro che infondati e
meritavano sicuramente una maggiore attenzione. A riprova del
più completo immobilismo del Governo, che non fece nulla,
allora, per arginare il rischio, vi è la conferma
dell'esisteva dello stesso, come lei stesso ha sottolineato
oggi nella sua risposta. Il Governo non ha fatto nulla per
arginare quel rischio, che abbiamo paventato e che oggi,
purtroppo, si è dimostrato una tragica realtà, anche se,
grazie a Dio, non nella nostra nazione.
E' in questo clima che esprimo tutto il mio disaccordo,
non solo per la risposta ricevuta, ma anche per la politica e
per l'operato del Governo in questa occasione, come in
altre.
Si tratta di un Governo che non è in grado di occuparsi
non solo della sicurezza dei cittadini in Italia, ma neanche
di quella dei cittadini italiani all'estero. Evidentemente, è
un Governo che si interessa dello sport solo quando ha
intenzione di mettere le mani sul CONI, così come sta tentando
di fare. Quando, invece, si tratta di tutelare l'Italia e gli
italiani in occasioni come questa, preferisce, colpevolmente,
infilare la testa sotto la sabbia come il più irresponsabile
degli struzzi, con una sola differenza: gli struzzi, con il
loro lungo collo, riescono a guardare lontano; questo Governo
non può alzare la testa per guardare al futuro e la tiene
bassa, forse per la vergogna.
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