| ANTONIO GUIDI. Signor Presidente, l'intera Assemblea e
tutti i colleghi che non sono stati rieletti in questa
legislatura sanno benissimo che non ho mai utilizzato le mie
difficoltà fisiche né pro né contro, per captare benevolenza o
antipatia; non l'ho mai fatto neppure "splafonando" dai tempi
previsti. Non ho mai chiesto più tempo, anche se parlo un po'
più lentamente di altri, ma ritengo che per una volta, avendo
fatto due passi in meno per ragioni di lentezza e avendo avuto
difficoltà ad infilare la scheda, non sia possibile non
rispettare - non per me, ma in generale - difficoltà fisiche
che, lo ripeto, non ho mai strumentalizzato; si alzi chi può
affermare il contrario.
Aggiungo, signor Presidente, che in altri casi alcuni
leader, o pseudo tali, che certamente non hanno difficoltà
fisiche ma forse di altro tipo, sono entrati lentamente, sono
stati attesi e la votazione non è stata chiusa (Applausi
del deputato Fei).
Io non chiedo una eccezione per difficoltà che non hanno
carattere eccezionale, ma chiedo il rispetto che altre volte è
stato garantito a colleghi che forse non lo meritavano.
Chiedo a tutti - e concludo - come sia possibile parlare
tanto di pari dignità, di pari opportunità, quando non si
rispettano cinque secondi di difficoltà, se questi non
permettono l'espressione di un voto; poi, magari, si tengono
comizi per garantire a tutti di votare nella sede preposta. In
tale atteggiamento vi è una ipocrisia che non è accettabile;
non parlo per me ma per chi si dovrebbe vergognare quando non
rispetta una piccola grande difficoltà (Applausi dei
deputati dei gruppi di forza Italia, di alleanza nazionale e
della lega nord per l'indipendenza della Padania).
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