| ROLANDO FONTAN. Noi riteniamo che questo sia l'emendamento
principale presentato a questo progetto di legge. Con
l'articolo 10 si provvede a conferire la delega al Governo per
disciplinare il rapporto di impiego del personale della
carriera prefettizia.
Innanzitutto quello che non ci piace di questo articolato
è la delega in una materia del genere. Noi riteniamo che da un
punto di vista procedurale sarebbe opportuno che il Parlamento
legiferasse in toto in questa materia.
Detto e premesso questo, è evidente che vi è una precisa
volontà, nonostante tutte le dichiarazioni rese in sede di
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campagna elettorale e nei convegni, sia da parte della
maggioranza di centro-sinistra, sia da parte del centro-destra
- come ritengo ovvio -, di mantenere l'istituto prefettizio.
Infatti, se si conferisce una delega al Governo, gli si dà la
possibilità di consolidare questo istituto ed è quindi
evidente che non esiste la volontà di modificarlo radicalmente
o, meglio, di eliminarlo.
La lega nord per l'indipendenza della Padania ha
presentato un progetto di legge tendente ad abrogare questo
istituto. Infatti, noi riteniamo che si possa procedere alla
sua abrogazione, trasferendo le competenze di ordine
amministrativo agli enti locali - comuni e province - e quelle
di ordine pubblico alle questure.
In effetti, questo istituto - non spetta a me ricordarlo -
è un istituto nato male e sviluppatosi peggio tanto, che già
sul nascere molti ritenevano che non fosse importante ed
essenziale. Nel prosieguo abbiamo visto che fine ha fatto e
che cosa, di fatto, ha prodotto. Con questo emendamento ci
troviamo quindi in una posizione radicalmente opposta a quella
che la maggioranza e parte dell'opposizione (mi riferisco al
Polo) cercano di sostenere. Riteniamo che sia giunto il tempo
di abrogare l'istituto prefettizio e di restituire veri poteri
di carattere amministrativo agli enti locali e competenze di
ordine pubblico ai prefetti e ai questori, al fine di
pervenire ad una unicità e ad una omogeneità.
Qui si parla molto di federalismo, di decentramento e di
autonomia, ma è evidente che in un sistema federale l'istituto
del prefetto non avrebbe alcun senso (peraltro, non ha alcun
senso neppure in questo sistema: figuriamoci in uno federale)!
Non solo, ma ciò sta ad indicare la falsità con la quale
questo Parlamento, ed in particolar modo questa maggioranza,
prospettano tali riforme e tale federalismo: da una parte,
dicono ai cittadini italiani e padani di voler fare la riforma
federale (falso!); dall'altra parte, delegano al Governo - di
nascosto al Parlamento - il compito di consolidare e
rafforzare l'istituto prefettizio. Nella sostanza, si
aumentano i poteri dei prefetti; si sindacalizza il sistema
(in questo caso, quindi, cade un ultimo baluardo); si erogano
una serie di aumenti di carattere economico; si aumentano i
privilegi (penso, ad esempio, all'assegnazione di alloggi e
alla copertura assicurativa del rischio di responsabilità
civile). Non capisco perché i dirigenti degli enti locali
debbano pagarsi l'assicurazione e la casa, mentre i prefetti
abbiano invece la responsabilità civile e le case pagate dallo
Stato!
Ho citato solo alcune questioni per dimostrare che nel
testo in esame non vi è la più pallida intenzione di
modificare questo istituto; vi è anzi la più bieca volontà di
conservazione.
Per questi motivi, chiediamo la soppressione dell'articolo
10 - perché in esso non vi è nulla di positivo - per fare una
vera riforma, rispetto alla quale mi pare, però, che questo
Parlamento sia sordo.
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