| ROBERTO MENIA. Signor Presidente, illustro il mio
emendamento 10.11 perché, coerentemente con quanto affermato
poco fa, esso tende a valorizzare il ruolo che attribuiamo
alla figura moderna del prefetto. In questo senso abbiamo
ritenuto di insistere soprattutto sugli aspetti della
valorizzazione e della salvaguardia del ruolo del prefetto
stesso, il che giustifica il riconoscimento di una rinnovata
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accentuata autonomia attraverso il rafforzamento della
specificità e dell'unitarietà del ruolo stesso.
In questo quadro abbiamo voluto ribadire due concetti
fondamentali, tra loro connessi: da una parte, la previsione
del concorso pubblico come unica modalità di accesso alla
qualifica iniziale; dall'altra, la conseguente preclusione di
ogni possibilità di immissione dall'esterno. Oltre a ciò
abbiamo ritenuto di proporre l'eliminazione della distinzione
tra le qualifiche direttive e dirigenziali e l'accorpamento in
tre qualifiche. A proposito di ciò, vorrei fare riferimento ad
una questione che attiene ad alcuni emendamenti successivi. I
miei emendamenti 10.22 e 10.8 si soffermano sulla possibilità
di ridurre a tre le qualifiche. E' una questione di cui si è
dibattuto parecchio in Commissione e sulla quale
verosimilmente questa sera si giungerà ad una soluzione
mediata; probabilmente, infatti, verrà presentato un ordine
del giorno al riguardo.
Ritiro, quindi, i miei emendamenti 10.22 e 10.8 proprio
per non registrare un voto negativo sulla vicenda delle tre
qualifiche e precludere l'ordine del giorno cui ho fatto
riferimento. Se il collega lo consente, vorremmo aggiungere la
nostra firma all'ordine del giorno dell'onorevole Palma, che
mira a conseguire il medesimo risultato.
Nel quadro dell'unicità professionale della carriera,
ribadisco che abbiamo voluto dare rilievo ai criteri
meritocratici correlati alla progressione della carriera
stessa ed al trattamento economico; raccomando pertanto
all'Assemblea l'approvazione del mio emendamento 10.11.
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