| SIMEONE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al
Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso
che:
a distanza di circa sette anni dalla fine della guerra
del Golfo, l'Iraq continua a pagare il suo pesante, drammatico
tributo all'impietoso imperialismo statunitense, accanitosi in
maniera oltremodo crudele nei confronti di un popolo che sta
inesorabilmente sprofondando in una condizione di
sottosviluppo;
il permanere dell' embargo nei confronti dell'Iraq
perpetua la tragica condizione di una popolazione stremata non
soltanto dal crudele isolamento internazionale ma soprattutto
dall'alto indice di mortalità per fame e per malattie che si
registra in tutte le fasce di età;
già con l'interrogazione n. 3/01030 del 28 aprile 1997,
atto al quale il Governo, nonostante sia stato sollecitato, a
tutt'oggi non ha ritenuto di dover fornire risposta,
l'interrogante metteva in evidenza come "in base ai dati
forniti dalla Fao, in Iraq mancano macchinari agricoli,
concimi e sementi; si registrano enormi difficoltà a livello
di reperimento dei prodotti alimentari essenziali, tali da
determinare gravissime carenze nutrizionali; il potere
d'acquisto dei salari è sensibilmente ridotto; la situazione
igienico-sanitaria è critica e si registra un allarmante
incremento delle malattie infettive";
tale situazione è andata progressivamente
incancrenendosi, risultando in tutta la sua drammaticità agli
occhi dei rappresentanti di tutti gli organismi umanitari
internazionali e degli stessi osservatori dell'Onu;
in un contesto siffatto e nel momento in cui il Governo
iracheno ha riconosciuto i confini del Kuwait, annunciando lo
smantellamento ed il blocco della produzione di armi chimiche
e nucleari, il Presidente degli Stati Uniti, forse anche con
l'intento di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica
Usa da scandaletti più o meno rosa nei quali è stato coinvolto
negli ultimi mesi, ritorna ad indossare il cappello dello "zio
Sam" in versione belligerante e ad assumere l'aria feroce di
chi intende punire in modo esemplare i "nipotini" più discoli,
per colpe che, sinceramente, è difficile ascrivere al
comportamento tenuto dall'Iraq negli ultimi tempi;
a differenza di quanto avvenuto in passato, gli intenti
di guerra del Governo USA non sono condivisi dai partner
dell'alleanza;
a tutt'oggi non è ancora dato sapere quale sia in
proposito la posizione del Governo italiano -:
a quale posizione intenda ispirarsi il Governo italiano
rispetto agli atteggiamenti minacciosi assunti dagli Stati
Uniti nei confronti dell'Iraq, atteggiamenti tradottisi negli
ultimi giorni in dichiarazioni del tipo "siamo pronti ad
attaccare l'Iraq";
se il Governo intenda censurare ufficialmente e
categoricamente la politica seguita dal Governo statunitense
nei confronti dell'Iraq;
quali iniziative intenda promuovere al fine di pervenire
alla revoca dell' embargo
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e allo sblocco dei beni iracheni attualmente congelati presso
banche estere di paesi aderenti all'Onu, nella misura e con
modalità tali da garantire il soddisfacimento delle primarie
esigenze di ordine sanitario e delle necessità alimentari
della popolazione.
(3-01954)
(11 febbraio 1998)
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