| FEI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -
Per sapere - premesso che:
risulta in programma, dal 4 al 6 febbraio 1998, la
visita del Presidente della Repubblica di Colombia, Ernesto
Samper, a Roma, dove incontrerà, senza alcuna difficoltà, il
Presidente Prodi e il Presidente della Repubblica Oscar Luigi
Scalfaro;
il 18 giugno 1996 il capo dei servizi segreti
colombiani, Marco Tulio Gutierrez, molto vicino al presidente
Samper, ha rassegnato le dimissioni;
a Ernesto Samper, dall'11 luglio 1996, è vietato
l'ingresso sul suolo degli Stati Uniti d'America, come
conseguenza del suo accertato legame con il narcotraffico, in
particolare con il cartello di Cali, che avrebbe finanziato la
sua campagna elettorale;
l'accertamento è avvenuto con indagini dei servizi
segreti, seguito da testimonianze di cittadini colombiani al
Congresso degli Stati Uniti;
nel luglio del 1996, il presidente Clinton ha revocato i
visti di 25 politici e militari colombiani vicini a Samper,
ritenuti legati al traffico di cocaina, su richiesta del
presidente della commissione esteri del senato, Jesse Helms,
il quale ha dichiarato: "Non riesco a capire perché gli
stranieri coinvolti nell'avvelenamento dei nostri bambini
debbano godere il beneficio di un visto";
il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton ha
"squalificato" la Colombia come alleato nella lotta contro gli
stupefacenti, accusando Samper di aver consentito ai cartelli
della cocaina di corrompere l'intero governo;
nel settembre del 1996 sono stati trovati 3,5 chili di
eroina nell'aereo personale di Samper;
il 12 settembre 1996, l'ambasciatore colombiano a
Londra, Humberto De La Calle, si è dimesso dal suo incarico,
dopo essersi dichiarato convinto dell'immissione di fondi
derivanti dal narcotraffico nella campagna presidenziale del
1994, che aveva contribuito alla vittoria del partito
liberale, suo partito, ed all'elezione di Samper e, in varie
occasioni, parlamentari colombiani hanno chiesto le dimissioni
del presidente Samper;
dall'elezione di Samper nell'agosto del 1994, la
Colombia è sprofondata in una pesante crisi politica,
istituzionale e sociale, la cui ripresa appare di lontana
realizzazione;
il partito conservatore, all'opposizione in Colombia, ha
proposto a varie riprese un movimento di "unità nazionale"
guidato dall'ex capo di stato Alfonso Lopez Michelsen, del
partito liberale, considerando che la soluzione alla crisi
politica del paese si trovi nella rinuncia del presidente
Ernesto Samper;
il popolo colombiano ha ripetutamente cercato di far
sentire la sua voce in dissenso e contro il presidente Samper,
sostenendo di vivere una vera e propria crisi di fiducia e
definendo il narcotraffico la principale minaccia alla
democrazia in Colombia;
nell'agosto del 1996, il presidente spagnolo José Maria
Aznar ha "rifiutato d'incontrare il suo omologo colombiano
sospettato
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di avere legami con i baroni della droga", come riportato dal
quotidiano El Pais;
il premio Nobel per la letteratura, Gabriel Garcia
Marquez, ha deciso, dal febbraio del 1997, di trasferirsi
definitivamente in Messico in esilio volontario per la
delusione nei confronti del governo colombiano. Ha inoltre
espresso l'intenzione di non far ritorno in patria fino a
quando Samper sarà presidente;
lo stesso premio Nobel ha definito il suo paese, la
Colombia, in un libro recente di successo, in cui descrive,
con nomi e cognomi, l'atroce realtà del mondo colombiano fatto
di narcotrafficanti, sequestri e contrabbando di armi, "Uno
Stato di perversione sociale", dove "il caos è diventato più
spaventoso dei sequestri" e "i sequestri hanno possibilità di
riuscire proprio grazie al caos" e dove "le menzogne dei
narcotrafficanti arrivano a essere più credibili delle verità
di governo";
inoltre, la situazione sociale e dei diritti umani in
Colombia è gravissima e preoccupante. Dati ufficiali
comunicano che: il 97 per cento dei crimini rimane impunito,
mentre la percentuale di crimini politici impuniti appare
superiore; ogni anno si registrano tra 85 e 90 omicidi ogni
100.000 abitanti; in continuo aumento è l'implicazione delle
forze di polizia in omicidi extragiudiziali; in gravissimo
aumento sono anche i morti ammazzati per la cosiddetta
"pulizia sociale", organizzata da veri e propri network, dei
quali fanno parte anche poliziotti, che colpisce in
particolare bambini della strada, poveri e barboni; sono più
di 1500 all'anno i sequestri di persona riportati (tra questi
anche vari italiani di cui non si sa nulla) e più di un
centinaio le "sparizioni forzate" per opera della polizia, dei
militari, dei paramilitari e della guerriglia; 900.000 bambini
sono sfruttati in lavori duri senza il rispetto neppure dei
requisiti standard per il lavoro degli adulti, in agricoltura,
vendite ambulanti eccetera; (tutti questi dati provengono dal
Department of State of America, dell'ufficio del
procuratore generale dei diritti umani in Colombia, la polizia
nazionale, la Commissione andina dei giuristi, l'ufficio del
Defensor del pueblo, il Centro di investigazioni e di
ricerca popolare Cinep);
la Colombia è da molti anni il paese in testa alla
classifica dei produttori ed esportatori di droga: cocaina,
marijuana ed eroina;
l'Italia, dopo gli Stati Uniti, è il paese che
maggiormente risente di questo primato colombiano, per la
quantità di droga che passa sul nostro territorio, per quella
che si ferma, per l'investimento di miliardi (soldi dei
cittadini) nella lotta al narcotraffico, per l'investimento
senza prezzo di vite umane (poliziotti, carabinieri, guardia
di finanza, tutti eroi sconosciuti) nella lotta al
narcotraffico, per i miliardi spesi ogni anno (sempre soldi
dei cittadini) per la lotta contro la droga con la
prevenzione, la sanità, l'assistenza ai malati -:
se pensi che ricevere il Presidente Samper, dati i
presupposti, giovi all'immagine internazionale dell'Italia;
se consideri di aver contribuito così tanto
all'acquisizione, da parte del nostro paese, di un'autentica
forza contrattuale in politica internazionale, da permettersi
un comportamento in contrapposizione con i paesi nostri
alleati;
se ritenga corretto ricevere il presidente Samper alla
vigilia delle nuove elezioni presidenziali in Colombia,
prestandosi quindi ad essere usato come alibi, alibi che
chiunque altro gli ha già rifiutato;
se incontrare il presidente Samper sia un gesto onesto
nei confronti dei cittadini italiani che rappresenta, e
rispettoso del mandato che questi gli hanno affidato;
se ritenga opportuno rinunciare all'incontro in
questione, per il rispetto della dignità di ogni cittadino
italiano o se tale considerazione non rientri nei suoi
principi morali, quegli stessi di cui dovrebbe rispondere nei
confronti dei cittadini italiani;
se questo incontro sia stato concordato per interessi
particolari, che possono
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impegnare soldi dei cittadini, in un momento difficile in cui
è richiesto un grosso sacrificio a tutti gli italiani;
come pensi, infine, di giustificare dinanzi al mondo una
simile azione politica, nel caso si ostini a portarla a
termine.
(3-01899)
(22 gennaio 1998)
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