| La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Sebastiano NERI (AN), relatore, osserva che le
proposte di legge in esame sono entrambe dirette a prorogare
la vigenza dell'articolo 41- bis dell'ordinamento
penitenziario, la cui scadenza è prevista per il 31 dicembre
1999.
Ricorda che la ratio dell'articolo 41- bis è
quella di impedire ogni legame tra il carcere ed il mondo
esterno al fine di isolare i detenuti appartenenti ad
organizzazioni criminose dalle medesime. Trattandosi di una
norma eccezionale che sospende in maniera incisiva i diritti
del detenuto, condannato per particolari reati di estrema
gravità, è stata formulata sin dall'origine come norma a
termine. Tuttavia, a seguito di gravi fatti eversivi da parte
della criminalità organizzata avvenuti negli ultimi anni, il
legislatore ha ritenuto opportuno di prorogare l'efficacia nel
tempo della disposizione in esame.
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Ricorda che sempre al fine di impedire contatti tra il
detenuto e le organizzazioni criminali di appartenenza è stata
approvata la legge sull'interrogatorio a distanza.
Ritiene che siano ancora attuali le motivazioni che sono
state alla base della precedente proroga della vigenza
dell'articolo 41- bis, in quanto la pericolosità delle
associazioni criminali, specialmente di stampo mafioso, non è
certamente venuta meno, nonostante che ne siano stati
catturati gli esponenti più pericolosi. In quest'ottica la
funzione dell'articolo 41- bis deve essere anche quella
di impedire una nuova riorganizzazione delle associazioni
criminose.
Ritiene pertanto che sia necessario prorogare per un
congruo numero di anni la vigenza dell'articolo 41- bis
dell'ordinamento penitenziario.
Mario GAZZILLI (FI), parlando a nome del suo gruppo
dichiara di essere d'accordo con il relatore che l'articolo
41- bis comporti la sospensione di diritti fondamentali
del detenuto, sia pure sulla base di ragioni certamente
condivisibili. Sottolinea tuttavia che tale sospensione di
diritti dura ormai da oltre sei anni, per cui appare
necessario approfondire se sia opportuno prorogare
ulteriormente tale disposizione e se si debba procedere anche
ad una revisione del contenuto dell'articolo stesso.
Pierluigi COPERCINI (LNIP) dichiara che le proposte di
legge in esame rappresentano il fallimento degli obiettivi
posti a fondamento dell'articolo 41- bis, per cui ritiene
che sia inutile stabilirne la proroga.
Armando VENETO (PD-U), parlando a titolo personale,
sottolinea la necessità di riformulare l'articolo 41- bis
dell'ordinamento penitenziario al fine di trovare un giusto
contemperamento tra l'esigenza di garantire la difesa della
società dalla criminalità organizzata ed i principi
costituzionali sulla pena e sulla sua funzione rieducativa.
Dopo aver sottolineato che debba essere prevista una nuova
disciplina della sospensione delle normali regole di
ordinamento penitenziario, denuncia vessazioni psicologiche e
morali a danno di alcuni detenuti sottoposti al regime
dell'articolo 41- bis, che nulla hanno a che vedere con
l'espiazione della pena.
Antonio BORROMETI (PD-U), intervenendo sull'ordine dei
lavori, rappresenta l'opportunità che la Commissione non
esamini in sede consultiva la proposta di legge C. 1551-B ed,
ai sensi dell'articolo 108 del Regolamento, la sentenza della
Corte Costituzionale n. 361 del 1998, in quanto i deputati
della Commissione appartenenti al suo gruppo sono attualmente
impegnati presso la Giunta per le autorizzazioni a procedere
in giudizio.
Anna FINOCCHIARO FIDELBO, presidente, dichiara di
essere d'accordo con la proposta del deputato Borrometi.
Avverte che la proposta di legge 1551-B e la sentenza della
Corte Costituzionale n. 361 del 1998 saranno esaminati non
appena saranno terminati i lavori della Giunta per le
autorizzazioni a procedere in giudizio.
Maurizio GASPARRI (AN) ritiene che debba essere
accertata la reale portata dell'articolo 41- bis
dell'ordinamento penitenziario, che certo è diretto ad
impedire il collegamento tra il detenuto e l'organizzazione
criminosa di appartenenza e non ad infliggere sanzioni
ulteriori alla pena.
Sottolineando che sull'opportunità di prorogare la vigenza
dell'articolo 41- bis vi è un'ampia convergenza delle
forze politiche, auspica una rapida approvazione di tale
proroga. Ritiene tuttavia che sia opportuno anche
ridisciplinare il contenuto dell'articolo 41- bis ed in
particolare di stabilire la competenza del potere di decidere
l'applicazione delle misure restrittive previste in tale
norma. Attualmente tale competenza, rivendicata più volte
dalla autorità giudiziaria, spetta al ministro di grazia e
giustizia. Occorre
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riflettere anche sulla portata delle circolari del ministero
dirette ad interpretare, in alcuni casi in maniera estensiva,
la disciplina in materia di articolo 41- bis.
Conclude sottolineando che lo Stato deve dare un segnale
forte contro la criminalità organizzata, dimostrando di non
aver alcuna intenzione di cedere nei suoi confronti.
Giovanni MARINO (AN), parlando a nome del suo gruppo,
dichiara di condividere le osservazioni del relatore,
sottolinea che le proposte di legge in esame, risolvendo
tempestivamente il problema della vigenza dell'articolo
41- bis, rappresentano l'occasione per verificarne la sua
reale portata applicativa. A tale proposito ritiene che sia
opportuno procedere alle audizioni del ministro di grazia e
giustizia, del direttore dell'amministrazione penitenziaria e
del procuratore nazionale antimafia.
Dichiara di condividere le preoccupazioni espresse dal
deputato Veneto sugli abusi delle misure previste
dall'articolo 41- bis.
Nicola MIRAGLIA DEL GIUDICE (UDR) dichiara di essere
favorevole alla proroga della vigenza dell'articolo
41- bis, i cui abusi, costituendo dei fatti di reato,
devono essere comunque perseguiti.
In ordine alla proposta di procedere ad audizioni,
sottolinea che queste non dovranno essere limitate alla
opportunità di prorogare la vigenza dell'articolo 41- bis
ed ai soggetti indicati dal deputato Marino, ma dovranno
vertere sulla effettiva portata di tale norma, sentendo anche,
ad esempio, i procuratori distrettuali antimafia.
Ritiene inoltre che si debba riflettere anche sulla
opportunità di trasformare l'articolo 41- bis con gli
opportuni accorgimenti, in norma ordinaria e non più
eccezionale.
Carlo LEONI (DS-U), dichiarando di condividere le
osservazioni del relatore, sottolinea che la finalità
dell'articolo 41- bis non è di infliggere sanzioni
ulteriori rispetto alla pena, bensì di rendere impossibile
l'attività di direzione di associazioni criminali da parte di
soggetti detenuti. Ritiene pertanto che sia opportuno
prorogare la vigenza della norma, la cui funzione non si è
certamente esaurita come è stato più volte affermato dalla
Commissione sul fenomeno della mafia. Dovrà certamente
verificarsi anche l'effettiva efficacia di tale norma,
riflettendo sulla opportunità di trasformarla in disposizione
ordinaria prevedendo conseguenti modifiche del suo contenuto.
A tale proposito ricorda che è attualmente allo studio di una
Commissione ministeriale l'ipotesi di redigere un testo unico
sulle misure antimafia che ha per oggetto anche la norma in
esame.
In ordine al potere di decidere l'applicazione
dell'articolo 41- bis, ritiene che la competenza debba
spettare al ministro di grazia e giustizia e non alla
autorità giudiziaria per poter garantire l'univocità
nell'applicazione della norma.
Dichiara di non essere contrario alla previsione di
audizioni, anche se sottolinea l'opportunità di approvare
celermente il provvedimento, che rappresenta anche un segnale
politico al paese in ordine alla volontà dello Stato.
Luigi SARACENI (misto-Verdi) ritiene che la materia
oggetto delle proposte di legge in esame meriti un adeguato
approfondimento da parte della Commissione. Ritiene che
l'oggetto delle audizioni, che si dovranno sicuramente tenere,
dovrà essere non tanto l'opportunità di prorogare l'articolo
41- bis, quanto piuttosto la sua compatibilità con i
principi costituzionali e dell'ordinamento comunitario. Si
dovrà trovare un punto di equilibrio tra le diverse
contrapposte esigenze di difesa della società e del rispetto
dei diritti umani del detenuto. Ritiene che, con l'obiettivo
di estendere al massimo le garanzie del diritto dei detenuti
in maniera da essere compatibili con le esigenze di sicurezza
dello Stato debba essere prevista una nuova e più articolata
disciplina dell'articolo 41- bis dell'ordinamento
penitenziario, il quale, adeguatamente modificato, potrebbe
anche diventare uno
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strumento ordinario e non eccezionale per l'ordinamento
penitenziario, che comunque dovrebbe rientrare nell'area delle
decisioni giurisdizionali.
Il sottosegretario Marianna LI CALZI ritiene che la
Commissione, nella prospettiva di una riforma dell'articolo
41- bis, debba sentire anche il professor Fiandaca, nella
qualità di presidente della Commissione ministeriale sulla
redazione di un testo unico delle misure antimafia.
Anna FINOCCHIARO FIDELBO, presidente, osserva che
dal dibattito appena svolto in Commissione emergono in
particolare due questioni tra loro non necessariamente
collegate. Da un lato, è stata sottolineata l'opportunità di
individuare una nuova disciplina dell'articolo 41- bis,
al fine di impedire qualsiasi collegamento tra il detenuto e
l'associazione criminosa di appartenenza; dall'altro, è emersa
l'esigenza di omogeneizzare l'applicazione di tale norma,
della quale si è prospettata anche una portata non più
eccezionale, ma ordinaria. Inoltre, vi è la questione della
proroga della vigenza dell'articolo 41- bis. Ritiene
pertanto che, considerati i brevi tempi di lavoro che avrà la
Commissione, a causa delle diverse scadenze elettorali, per
discutere le proposte di legge in esame prima della pausa
estiva, sia opportuno procedere alla proroga della vigenza
dell'articolo 41- bis, per poi verificare la portata
della norma.
In ordine alle audizioni che si dovranno tenere sulle
proposte di legge in esame, ritiene che dovrà essere sentito
il procuratore nazionale antimafia sulla effettiva
applicazione della norma, il direttore della amministrazione
penitenziaria sulle circolari applicative della medesima ed il
ministro di grazia e giustizia sulle linee di politica
generale di riforma della medesima. Tali audizioni potranno
essere svolte innanzi al Comitato permanente per i problemi
penitenziari.
Maurizio GASPARRI (AN) dichiara di essere favorevole a
quanto dichiarato dal presidente.
Sebastiano NERI (AN), relatore, dichiara di
condividere l'esigenza espressa dal presidente di approvare in
un primo tempo la proroga della vigenza dell'articolo
41- bis per poi verificare i termini di una riforma dello
stesso.
Pierluigi COPERCINI (LNIP) ribadisce in primo luogo i
propri dubbi sulla portata dell'articolo 41- bis e sulla
utilità di una sua proroga. Ritiene comunque opportuno che il
Governo fornisca un elenco dei detenuti soggetti al regime
stabilito da tale articolo, nel quale siano specificati anche
i reati commessi. Osserva che agli abusi dell'articolo
41- bis sono soggetti non gli esponenti delle
associazioni criminali, quanto figure di secondo piano delle
stesse.
Anna FINOCCHIARO FIDELBO, presidente, nessun
altro chiedendo di intervenire, dichiara chiusa la discussione
di carattere generale, rinviando il seguito dell'esame alla
seduta di martedì 23 marzo 1999, nella quale il relatore
presenterà una proposta di testo base.
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