| Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.
Marco SUSINI (DS-U), relatore, osserva che il
disegno di legge, già approvato dal Senato, dispone la
conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30
gennaio 1999, n. 15, recante disposizioni urgenti per lo
sviluppo equilibrato dell'emittenza televisiva e per evitare
la costituzione o il mantenimento di posizioni dominanti nel
settore radiotelevisivo.
Per quanto di competenza della Commissione bilancio,
segnala il contenuto dell'articolo 3, comma 3, del
decreto-legge, che attribuisce un indennizzo, a domanda, ai
soggetti titolari di emittenti televisive locali
legittimamente operanti al 31 gennaio 1999, che dismettano la
propria attività impegnandosi a non entrare nel settore nei
prossimi cinque anni. La misura massima di tali incentivi è
determinata in 100 milioni se si tratta di emittente operante
in ambito provinciale, e in 180 milioni se si tratta di
emittente operante in ambito interprovinciale.
La copertura dell'onere derivante da tale comma,
determinato, sulla base di apposita relazione tecnica, in 16
miliardi per il 1999, è posta a carico, ad opera del
successivo comma 3, del Fondo speciale di parte corrente,
utilizzando l'accantonamento relativo alla Presidenza del
Consiglio dei ministri.
Al riguardo, il Servizio del bilancio non ha nulla da
osservare per il profilo della quantificazione, in quanto
l'onere per lo Stato è limitato all'importo dello
stanziamento.
Relativamente alla norma di copertura, ricorda che il
Senato la ha modificata utilizzando l'accantonamento relativo
alla Presidenza del Consiglio invece che quello relativo al
Ministero degli affari esteri, a seguito del parere contrario
espresso dalla Sottocommissione per i pareri della Commissione
bilancio del Senato nella seduta del 24 febbraio 1999. Nella
sua nuova formulazione, la norma di copertura appare corretta
ed utilizza in conformità un accantonamento dotato della
necessaria capienza, benché in esso non compaia una specifica
finalizzazione.
L'articolo 3, comma 5- quinquies, del decreto-legge,
aggiunto dal Senato, prevede l'istituzione, presso le
strutture periferiche del Ministero delle comunicazioni, di un
osservatorio a supporto del Forum permanente per le
comunicazioni costituito presso il Ministero delle
comunicazioni istituito dall'articolo 1, comma 24, della legge
n. 249 del 1997. Sempre tale comma dispone che l'istituzione
dell'osservatorio non deve comportare oneri finanziari
aggiuntivi per lo Stato. Sulla effettiva non onerosità di
questa previsione, sembra opportuno acquisire l'avviso del
Governo. Al riguardo, il Servizio del bilancio non ha nulla da
osservare, nel presupposto che gli oneri per il funzionamento
dell'osservatorio siano a carico degli ordinari stanziamenti
di bilancio.
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L'articolo 3, comma 5- sexies, del decreto-legge,
anch'esso aggiunto dal Senato, concede alle emittenti
radiotelevisive locali la possibilità di dilazionare, fino a
dodici mesi, il pagamento dei canoni di concessione dovuti dal
1994 al 1998. Al riguardo, occorrerebbe che il Governo si
esprimesse sui prevedibili effetti negativi, quanto meno in
termini di cassa, sul bilancio statale di tale previsione. Al
riguardo, anche il Servizio del bilancio segnala che la
dilazione del pagamento del canone comporta effetti di cassa
sul bilancio dello Stato in termini di minori entrate.
Antonio BOCCIA, presidente, ritiene che la
questione relativa all'istituzione dell'osservatorio a
supporto del Forum permanente per le comunicazioni sia
superabile, risultando chiaro che ad essa si farà fronte con
le risorse disponibili, mentre più rilevante appare quella
concernente la proroga del termine per il pagamento del canone
prevista dall'articolo 3, comma 5- sexies. Giudica
peraltro eccessivo richiedere una modifica del testo in esame,
che comporterebbe la necessità di una terza lettura del
disegno di legge di conversione da parte del Senato, dal
momento che si tratta di minori entrate comunque di piccola
entità, riguardando unicamente gli interessi per le somme
dovute. Ritiene quindi opportuno segnalare tale problema in
una osservazione all'interno del parere che sarà espresso dal
Comitato.
Il sottosegretario Michele LAURIA ricorda che il
contenuto dell'articolo 3, comma 5- sexies, deriva da un
emendamento approvato dall'Assemblea del Senato, volto a far
sì che vengano effettivamente pagati canoni di concessione che
altrimenti lo Stato non riuscirebbe probabilmente ad
incassare. Per questa ragione il Governo non si è opposto a
tale emendamento.
Il sottosegretario Natale D'AMICO osserva che
l'articolo 3, comma 5- sexies, configura una sorta di
"condono": così come abitualmente accade in questi casi, in
sede di Commissione bilancio si può ritenere che da tale
disposizione deriveranno maggiori entrate. Inoltre, i crediti
di cui si tratta non sono stati inseriti nel bilancio di
previsione, per cui non si può parlare di perdita di
entrate.
Per quanto concerne l'istituzione dell'osservatorio,
conferma che dalla norma di cui all'articolo 3, comma
5- quinquies non deriveranno nuovi o maggiori oneri a
carico del bilancio dello Stato.
Guido POSSA (FI) si domanda come mai il provvedimento in
esame preveda un incentivo, peraltro di entità assai modesta,
agli operatori di un settore perché escano dal mercato: si
tratta di una regalia, presumibilmente a favore di soggetti
evasori, con la quale si buttano via 16 miliardi di denaro
pubblico. Non comprende inoltre come mai i crediti dello Stato
per i canoni di concessione dovuti dalle emittenti locali non
sono stati iscritti in bilancio in qualità di residui
attivi.
Il sottosegretario Natale D'AMICO, nel confermare che
si tratta di somme non iscritte in bilancio, sottolinea che le
stime relative alle entrate sono frutto di una valutazione di
tipo prudenziale e che nel caso di specie si è tenuto conto
del fatto che negli anni precedenti non si è registrato alcun
introito a tale titolo.
Antonio BOCCIA, presidente, concorda con quanto
osservato dal deputato Possa relativamente alla necessità che
i crediti delle emittenti locali debbano comparire nel
bilancio di previsione. Per il resto, rileva che l'intervento
del deputato Possa ha sollevato questioni di merito, estranee
pertanto alla competenza del Comitato, sulle quali peraltro il
sottosegretario Lauria, se lo ritiene opportuno, può fornire i
chiarimenti richiesti.
Il sottosegretario Michele LAURIA, in risposta alla
questione posta dal deputato Possa, precisa che gli incentivi
previsti dal decreto legge in esame sono volti ad agevolare la
predisposizione, da parte dell'Autorità per le comunicazioni,
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piano nazionale delle frequenze: poiché in Italia vi è un
numero eccessivo di emittenti locali, si rende necessaria una
razionalizzazione del settore, che le misure in esame
intendono agevolare.
Marco SUSINI (DS-U), relatore, formula la
seguente proposta di parere:
PARERE FAVOREVOLE
con la seguente osservazione:
valuti la Commissione di merito l'opportunità di
sopprimere l'articolo 3, comma 5- sexies, in quanto
suscettibile di recare oneri, pur di modesta entità, non
quantificati né coperti o, in alternativa, di modificare il
testo precisando, a seguito delle risultanze dell'istruttoria
legislativa, la quantificazione e la copertura degli oneri da
esso derivanti.
Il Comitato approva la proposta di parere formulata dal
relatore.
La seduta termina alle 14.20.
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