| La Commissione prosegue l'esame del provvedimento,
rinviato il 16 marzo 1999.
Giovanni CASTELLANI, presidente, avverte che il
rappresentante del Governo ha inviato la relazione tecnica
richiesta nella seduta di ieri.
Il sottosegretario Giampaolo D'ANDREA illustra la
relazione tecnica nei termini riportati in allegato (vedi
allegato 1).
Giuseppe ROSSETTO (FI) chiede al Presidente di
sospendere l'esame del provvedimento per consentire ai
colleghi di poter approfondire la relazione tecnica testè
consegnata dal rappresentante del Governo.
Giovanni CASTELLANI, presidente, sospende
brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 17, è ripresa alle 17.05.
Giuseppe ROSSETTO (FI) osserva che dalla relazione
tecnica si evince che il Governo ha ammesso la sua incapacità;
si evince inoltre la necessità di modificare la legge
delega.
In considerazione dei tempi complessivamente previsti per
l'espletamento della procedura, sottolinea che, se oggi il
testo unico sui beni culturali non è stato ancora emanato, la
responsabilità è unicamente del Governo ed è un diritto del
Parlamento controllare come il Governo stia esercitando il
potere delegato conferitogli e conoscere i veri motivi del
ritardo nell'adempimento.
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Ritiene comunque che il testo unico sui beni culturali
debba essere predisposto, trattandosi di un testo importante
per i cittadini in quanto consentirà di semplificare e
razionalizzare la complessa materia dei beni culturali, ma la
sua emanazione deve avvenire in tempi certi ed in tempi brevi,
con le opportune garanzie. Non si può continuare con le
proroghe infinite, il Governo deve assumere un impegno formale
davanti al Parlamento. Pertanto, chiede la garanzia assoluta
del rispetto dei tempi fissati dal Parlamento (non si possono
concedere proroghe su proroghe; se il Governo è incapace di
rispettare gli impegni, rinunci all'esercizio della delega) e
il rispetto del parere parlamentare e delle osservazioni e
modifiche proposte dalle competenti Commissioni. Il Governo,
infatti, deve tenere conto di come si è espresso il Parlamento
e deve garantire che rispetto allo schema non deve apportare
nessuna modifica se non le modifiche conseguenti al parere
parlamentare.
Alla luce di queste considerazioni, annuncia che
presenterà un emendamento.
Maria LENTI (misto-RC-PRO) ritiene che dalla relazione
tecnica si evince chiaramente che i tempi non hanno consentito
al Governo di esercitare la delega; pertanto, ora è
inevitabile concedere la proroga. Tuttavia, a suo giudizio,
non si deve abusare dell'istituto della proroga e pertanto
auspica che ciò non si ripeta nel futuro.
Luciana SBARBATI (misto-FLDR) sottolinea che, pur
essendo il suo gruppo, in linea generale, poco propenso alla
concessione di proroghe nel contesto di provvedimenti
legislativi, sottolinea che nel caso in esame la previsione di
una proroga è pienamente giustificata dall'opportunità di
consentire al Parlamento di compiere una verifica approfondita
della materia in esame.
Lamberto RIVA (PD-U), associandosi alle considerazioni
del deputato Sbarbati, ritiene che, data l'importanza della
materia disciplinata, sia necessario garantire alla
Commissione un tempo adeguato per l'esame del
provvedimento.
Angela NAPOLI (AN) prende atto della relazione tecnica,
ma il suo gruppo non può giustificare questo ulteriore ritardo
del ministro Melandri. Denuncia, inoltre, la limitata
attenzione del ministro rispetto alla materia dei beni
culturali.
Fabrizio BRACCO (DS-U) sottolinea che la gran parte
delle preoccupazioni manifestate nel corso dell'esame del
provvedimento sono superate dalla circostanza che un testo già
esiste e che la proroga rappresenta soltanto uno strumento per
consentire al Parlamento di esprimersi adeguatamente: l'iter
procedurale previsto, infatti, è piuttosto complesso e
richiede una serie di passaggi.
Ritiene, inoltre, che a suo giudizio il termine di proroga
dovrebbe essere ulteriormente ampliato e portato a sei mesi,
allo scopo di consentire al Parlamento l'effettiva possibilità
di svolgere le funzioni di competenza.
Maria LENTI (misto-RC-PRO), intervenendo per fatto
personale, chiede che nel futuro il suo pensiero non sia più
stravolto.
Il sottosegretario Giampaolo D'ANDREA precisa che il
testo unico è già stato elaborato, ma non è stato trasmesso
alle competenti Commissioni per decisione della Presidenza
della Camera, a garanzia del Parlamento. Infatti, il parere
delle Commissioni deve essere espresso quando è stato
completato l'iter previsto per l'emanazione del testo unico.
Ribadendo la complessità della materia, sottolinea che la
proroga consentirà di inviare alle Commissioni il testo una
volta acquisito il parere del Consiglio di Stato.
Fabrizio BRACCO (DS-U), relatore, chiede ai
colleghi se ritengano opportuno modificare il termine di
quattro mesi.
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Giovanni CASTELLANI, presidente, sospende
brevemente la seduta per consentire la presentazione di
emendamenti.
La seduta, sospesa alle 17.30, è ripresa alle
17.35.
Giovanni CASTELLANI, presidente, avverte che sono
stati presentati i seguenti emendamenti:
All'articolo 1, comma 1, sostituire le parole:
quattro mesi con le seguenti: sei mesi.
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