| FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, il gruppo di alleanza
nazionale si asterrà sull'emendamento 12.32 del Governo.
Riteniamo che gli organici della polizia penitenziaria siano
insufficienti alle esigenze reali, che voglio qui
rappresentare. Recentemente ho visitato un istituto carcerario
di Vicenza, simile a tutti gli altri istituti carcerari
italiani, ed ho constatato che vi è un agente di polizia
penitenziaria per ogni cento detenuti, che vi sono forti
carenze di organico per i servizi di traduzione (che rientrano
tra i nuovi compiti assegnati alla polizia penitenziaria) e
che, cosa ancora più grave, ci si è completamente dimenticati
di problemi che vorrei definire di natura esistenziale.
Approfitto della presenza del rappresentante del Governo per
fare un esempio. In ragione degli organici ridotti le missioni
effettuate dagli agenti di polizia penitenziaria sono solo "in
andata", nel senso che, per esempio, per fare una traduzione
da Vicenza a Reggio Calabria, la missione viene pagata solo
per l'andata: per il ritorno gli agenti impegnati si devono
arrangiare. A ciò si aggiunge che essi devono anticipare di
tasca propria il compenso di missione. Considerando che lo
stipendio medio è di due milioni al mese, l'anticipazione del
costo di quattro o cinque missioni significa che lo stipendio
si decurta della metà. E' davvero vergognoso!
Vi è poi un'altra vergogna da denunciare: gli agenti di
polizia penitenziaria attendono il pagamento degli
straordinari da quattro mesi ma le tasse, comprese quelle
sugli straordinari, vengono addebitate ogni mese insieme al
pagamento dello stipendio. Lo Stato dunque ritira prima una
parte di quello che dà poi.
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