| ROBERTO MENIA. Signor Presidente, mi siano consentiti una
breve riflessione ed un invito al Governo a riconsiderare la
sua posizione in ordine a questo emendamento.
Noi abbiamo ovviamente accolto con favore le disposizioni
contenute nell'articolo in questione, in cui alla lettera
b) viene istituito il ruolo direttivo ordinario della
polizia penitenziaria, con una carriera analoga a quella
prevista per il personale di pari qualifica della Polizia di
Stato. Si interviene così su una vecchissima vicenda per cui
il personale della polizia penitenziaria era oggetto di una
effettiva sperequazione rispetto a quello della Polizia di
Stato. Con la norma in questione, anche il Corpo di polizia
penitenziaria, che sembrava essere un po' un fratello minore
rispetto ad altri corpi di polizia, viene di fatto parificato.
Con il mio emendamento 12.3 ho inteso però aggiungere
un'ulteriore specificazione in merito alle competenze, alle
funzioni, alla valorizzazione stessa del ruolo che si
istituisce. Con tale emendamento si prevede infatti
esplicitamente l'attribuzione ai funzionari direttivi della
polizia penitenziaria dell'effettiva gestione della sicurezza
in ambito penitenziario, come pure in ambito
extrapenitenziario, in occasione, cioè, delle traduzioni, dei
piantonamenti e della vigilanza nelle aule di giustizia, tutti
compiti che un tempo erano affidati ai
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carabinieri. Contemporaneamente, mi sono posto anche il
problema di un'attuazione immediata della norma, prevedendo
una forma di valorizzazione e di responsabilizzazione degli
attuali comandanti di reparto, con l'attribuzione ad essi
delle funzioni assegnate ai nuovi funzionari direttivi della
polizia penitenziaria, in attesa dell'effettiva istituzione di
queste ultime figure. Penso che il Governo possa realmente
riconsiderare la sua posizione negativa su questo emendamento
ed in tal senso formulo un sentito auspicio.
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