| TIZIANO TREU, Ministro dei trasporti e della
navigazione. Condivido l'affermazione di partenza
dell'onorevole Eduardo Bruno, ossia che ci troviamo dinanzi ad
una struttura strategica per il paese e che per questo è stata
fortemente voluta.
Sappiamo che è difficile rendere compatibili
infrastrutture di questo tipo con le esigenze della
popolazione circostante, un tema, questo, peraltro già
sollevato da altri interroganti. Si tratta di uno dei punti
che, come ho già detto, ci siamo impegnati ad affrontare.
Quanto alle questioni specifiche sollevate dall'onorevole
Eduardo Bruno, vorrei anzitutto dire che, proprio per evitare
che l'aeroporto diventi una sorta di cattedrale nel deserto,
abbiamo l'esigenza di recuperare traffico aereo che da anni si
era trasferito negli aeroporti del centro-Europa, in modo tale
che esso, insieme alle attività indotte, sia riportato alla
sede naturale: il nord-Italia in questo caso, dove vi è la
maggior parte del fatturato e delle esigenze di traffico.
Dai dati che abbiamo finora emerge che l'obiettivo del
riequilibrio non è stato ancora raggiunto ma la tendenza è
univoca, in questo senso, tanto è vero che da cinque mesi il
traffico di Malpensa è in costante crescita. La media annua è
di 15-16 milioni di passeggeri, in linea - direi - con le
previsioni più ottimistiche.
Per quanto riguarda il traffico merci è in fase di
avanzata costruzione la cosiddetta cargo-city.
Vi sono, quindi, tutti i presupposti economici per
un'effettiva crescita capace di favorire lo sviluppo e una
ripresa occupazionale consistente diretta e indiretta. E'
sufficiente pensare che le assunzioni previste, per quanto
riguarda gli operatori diretti presso lo scalo di Malpensa,
sono di oltre 1.000 unità. Questo è l'effetto diretto, mentre
quello indotto è assai maggiore.
Le disfunzioni originarie dello scalo sono andate
diminuendo; attualmente tutti i dati indicano che i ritardi
medi di Malpensa sono in linea... Attenzione, magari c'è
qualche ritardo in più causato da disfunzione ma vi è anche
qualche ritardo
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in meno determinato da congestione. Basta andare a Heathrow
per constatare come, pur arrivando in perfetto orario, si
debba rimanere in giro per il cielo 40 o 50 minuti, il che
rende molto elevati i ritardi da congestione.
Evidenzio che la procedura di verifica dell'impatto
ambientale - dal momento che lei solleva anche questo problema
- è valida fino a 12 milioni di passeggeri e che, ora che si
sta superando questo limite, è in fase di riattivazione. Mi
sembra che i benefici auspicati comincino ad essere visibili;
anche i collegamenti sono in fase avanzata. Abbiamo,
viceversa, il problema di migliorare la distribuzione dei
disagi.
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