| ALBERTO LEMBO. Signor Presidente, non ho nulla da
obiettare a quanto risposto dal ministro De Castro, nel senso
che potrei considerare questa risposta soddisfacente. Avrei,
tuttavia, preferito una risposta più completa ed articolata,
in quanto vi sono molti altri elementi che entrano in
gioco.
Siamo di fronte finalmente ad una serie di interventi di
controllo, non importa da chi effettuati: l'importante è che
siano effettuati equamente ed individuino comportamenti
corretti, anomali o delinquenziali. I dati citati sono di
fonte governativa e, pertanto, li prendo per buoni: si tratta,
tuttavia, di dati preoccupanti per il loro valore in sé e per
quel che vi è dietro.
Si parlava di interventi a sostegno, di premi e di
interventi svolti non nell'ambito di un'attività dello Stato o
delle regioni, bensì, di un'attività strettamente correlata
con l'Unione europea e, quindi, con denaro pubblico che non è
né dello Stato italiano né delle regioni, ma viene attinto ai
fondi dell'Unione europea.
Vi è il fortissimo rischio di trovarci per l'ennesima
volta in una situazione di aggravamento della debolezza
complessiva del sistema economico, produttivo e lavorativo
italiano, nei confronti delle controparti dell'Unione
europea.
Non è, infatti, un problema che ha riflessi soltanto
interni. Se può essere lodevole l'effettuazione di questi
controlli, sono però preoccupanti i risultati degli stessi. I
fatti emersi, infatti, da una parte debbono sicuramente essere
perseguiti dall'autorità giudiziaria, ma dall'altra devono
preoccupare il Governo italiano e gli
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allevatori onesti delle varie regioni: alla fine, infatti,
gli effetti di ulteriori strette economiche, un'ulteriore
perdita di credibilità del sistema Italia all'estero, dal
punto di vista politico e non solo politico, non andranno a
colpire chi è vissuto di capre, di pecore o di bovini maschi
fantasma.
I fantasmi, purtroppo, risultano in numero estremamente
rilevante: qui non si parla di quote di carta, per quanto
riguarda il latte, ma di una serie di controlli. Il ministro
ha affermato che in realtà si tratta di controlli marginali,
effettuati soltanto in alcune regioni. Sono d'accordo, ma si
parla di oltre 1 milione 108 mila capi dichiarati contro circa
649 mila capi risultati effettivamente presenti. Una simile
differenza, insomma, non è certo un aspetto marginale rispetto
alla consistenza del patrimonio zootecnico nel settore degli
ovini, caprini e bovini maschi.
D'altra parte, le regioni in cui sono stati effettuati
questi controlli (Piemonte e Veneto in particolare, ma anche
Campania, Sicilia e Puglia) sono quelle in cui l'allevamento è
piuttosto sviluppato. E' sviluppato, potremmo dire,
l'allevamento reale dei caprini o bovini con quattro zampe, ma
evidentemente è molto sviluppato anche l'allevamento dei
bovini o caprini che non si sa quante zampe abbiano, perché in
realtà non ne hanno affatto, per il semplice fatto che non
esistono. E' risultato che, in alcuni casi, oltre il 40 per
cento dei capi denunciati non esisteva.
Quindi, signor ministro, mi fa piacere sentir rispondere
che l'autorità giudiziaria provvederà, ma il ministro italiano
per le politiche agricole, che deve rispondere al Governo
italiano, ma indirettamente anche all'Unione europea, è
sicuramente parte in causa e lo è ancor più nei confronti
degli allevatori di quei circa 650 mila capi effettivamente
esistenti, i quali hanno presentato la domanda, sono stati
sottoposti al controllo e giustamente pretendono il premio.
Gli altri non solo non devono avere il premio, ma devono anche
ricevere, e nei tempi adeguati, le dovute legnate, altrimenti
perdono di credibilità anche i primi.
Quindi, posso dichiararmi parzialmente soddisfatto per la
risposta del Governo, ma i truffatori devono andare in galera,
i ciarlatani devono essere esclusi dallo svolgimento di
qualunque tipo di attività economica; altrimenti, per ogni
ciarlatano, per ogni truffatore che la fa franca c'è un
allevatore onesto che viene bastonato ed insieme a lui viene
bastonata l'intera economia italiana, con un'ulteriore perdita
di credibilità - e già ne abbiamo poca - e con una riduzione
sistematica dei premi. E' noto, infatti, che le controparti
europee ci dicono: non usate i premi o, quando lo fate,
coprite truffe di questo genere, e allora cosa venite a
chiedere?
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