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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


434836
STA0506-0335
Somm. e Sten. d'Aula n. 506 del 17 marzo 1999 (STA13-506)
(suddiviso in 391 Unità Documento)
Unità Documento n.335 (che inizia a pag.54 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.314)
SVOLGIMENTO: 3 - 03551; 3 - 03552; 3 - 03338; 3 - 03239; 3 - 03416; 3 - 03590; 3 - 01661; 3 - 02004; 3 - 02463; 3 - 02779; 3 - 02988. ...(Controlli nel settore zootecnico)
...SVOLGIMENTO: 3 - 03551; 3 - 03552; 3 - 03338; 3 - 03239; 3 - 03416; 3 - 03590; 3 - 01661; 3 - 02004; 3 - 02463; 3 - 02779; 3 - 02988. ...(Controlli nel settore zootecnico)
ALBERTO LEMBO.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ALFREDO BIONDI
ZZSTA ZZRES ZZSTA170399 ZZSTA990317 ZZSTA000399 ZZSTA000099 ZZSTA506 ZZ13
    ALBERTO LEMBO.  Signor Presidente, non ho nulla da
  obiettare a quanto risposto dal ministro De Castro, nel senso
  che potrei considerare questa risposta soddisfacente.  Avrei,
  tuttavia, preferito una risposta più completa ed articolata,
  in quanto vi sono molti altri elementi che entrano in
  gioco.
     Siamo di fronte finalmente ad una serie di interventi di
  controllo, non importa da chi effettuati: l'importante è che
  siano effettuati equamente ed individuino comportamenti
  corretti, anomali o delinquenziali.  I dati citati sono di
  fonte governativa e, pertanto, li prendo per buoni: si tratta,
  tuttavia, di dati preoccupanti per il loro valore in sé e per
  quel che vi è dietro.
     Si parlava di interventi a sostegno, di premi e di
  interventi svolti non nell'ambito di un'attività dello Stato o
  delle regioni, bensì, di un'attività strettamente correlata
  con l'Unione europea e, quindi, con denaro pubblico che non è
  né dello Stato italiano né delle regioni, ma viene attinto ai
  fondi dell'Unione europea.
     Vi è il fortissimo rischio di trovarci per l'ennesima
  volta in una situazione di aggravamento della debolezza
  complessiva del sistema economico, produttivo e lavorativo
  italiano, nei confronti delle controparti dell'Unione
  europea.
     Non è, infatti, un problema che ha riflessi soltanto
  interni.  Se può essere lodevole l'effettuazione di questi
  controlli, sono però preoccupanti i risultati degli stessi.  I
  fatti emersi, infatti, da una parte debbono sicuramente essere
  perseguiti dall'autorità giudiziaria, ma dall'altra devono
  preoccupare il Governo italiano e gli
 
                              Pag. 55
 
  allevatori onesti delle varie regioni: alla fine, infatti,
  gli effetti di ulteriori strette economiche, un'ulteriore
  perdita di credibilità del sistema Italia all'estero, dal
  punto di vista politico e non solo politico, non andranno a
  colpire chi è vissuto di capre, di pecore o di bovini maschi
  fantasma.
     I fantasmi, purtroppo, risultano in numero estremamente
  rilevante: qui non si parla di quote di carta, per quanto
  riguarda il latte, ma di una serie di controlli.  Il ministro
  ha affermato che in realtà si tratta di controlli marginali,
  effettuati soltanto in alcune regioni.  Sono d'accordo, ma si
  parla di oltre 1 milione 108 mila capi dichiarati contro circa
  649 mila capi risultati effettivamente presenti.  Una simile
  differenza, insomma, non è certo un aspetto marginale rispetto
  alla consistenza del patrimonio zootecnico nel settore degli
  ovini, caprini e bovini maschi.
     D'altra parte, le regioni in cui sono stati effettuati
  questi controlli (Piemonte e Veneto in particolare, ma anche
  Campania, Sicilia e Puglia) sono quelle in cui l'allevamento è
  piuttosto sviluppato.  E' sviluppato, potremmo dire,
  l'allevamento reale dei caprini o bovini con quattro zampe, ma
  evidentemente è molto sviluppato anche l'allevamento dei
  bovini o caprini che non si sa quante zampe abbiano, perché in
  realtà non ne hanno affatto, per il semplice fatto che non
  esistono.  E' risultato che, in alcuni casi, oltre il 40 per
  cento dei capi denunciati non esisteva.
     Quindi, signor ministro, mi fa piacere sentir rispondere
  che l'autorità giudiziaria provvederà, ma il ministro italiano
  per le politiche agricole, che deve rispondere al Governo
  italiano, ma indirettamente anche all'Unione europea, è
  sicuramente parte in causa e lo è ancor più nei confronti
  degli allevatori di quei circa 650 mila capi effettivamente
  esistenti, i quali hanno presentato la domanda, sono stati
  sottoposti al controllo e giustamente pretendono il premio.
  Gli altri non solo non devono avere il premio, ma devono anche
  ricevere, e nei tempi adeguati, le dovute legnate, altrimenti
  perdono di credibilità anche i primi.
     Quindi, posso dichiararmi parzialmente soddisfatto per la
  risposta del Governo, ma i truffatori devono andare in galera,
  i ciarlatani devono essere esclusi dallo svolgimento di
  qualunque tipo di attività economica; altrimenti, per ogni
  ciarlatano, per ogni truffatore che la fa franca c'è un
  allevatore onesto che viene bastonato ed insieme a lui viene
  bastonata l'intera economia italiana, con un'ulteriore perdita
  di credibilità - e già ne abbiamo poca - e con una riduzione
  sistematica dei premi.  E' noto, infatti, che le controparti
  europee ci dicono: non usate i premi o, quando lo fate,
  coprite truffe di questo genere, e allora cosa venite a
  chiedere?
 
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