| PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lembo.
Colleghi, avendo letto sui giornali alcuni commenti che
riguardano i nostri lavori e l'affollamento - o lo
"sfollamento" - dell'aula in certi casi, desidero far notare
che, come vedete, anche la tribuna dei giornalisti è
"sfollata", il che significa che l'interesse è inversamente
proporzionale, qualche volta, alla facoltà di critica.
Quando si svolgono gli atti di sindacato ispettivo (faccio
questa precisazione perché, come sapete, Radio radicale,
Radio Parlamento e le trasmissioni via satellite della
Camera diffondono all'esterno i nostri lavori), vi è un
rapporto diretto tra il parlamentare ed il Governo. Non è un
rapporto che coinvolge l'intera Assemblea, visto che i
deputati sono impegnati nei lavori delle Commissioni: non
sono, quindi, latitanti, assenti o contumaci. Questo i
giornalisti lo sanno benissimo.
Se le sedute di sindacato ispettivo si svolgono in aule
solenni come questa, è perché è stabilito dal regolamento
della Camera. Ma ciò non vuol dire che debbano essere
coinvolti nel dialogo con il Governo tutti i parlamentari, i
quali possono non avere interesse a temi specifici. Pertanto,
visto che del Parlamento è più facile parlarne male che farne
a meno, ritengo sia giusto che chi presiede distingua
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quanto è volontario da quanto invece non lo è perché
appartiene all'articolazione dei lavori della Camera.
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