| ARMANDO VENETO. Signor ministro, debbo esprimere il mio
compiacimento per la sua presenza qui in aula per rispondere
alle interrogazioni concernenti la crisi agrumicola.
Suo tramite debbo anche ringraziare il sottosegretario
Fusillo, che è venuto in Calabria, ha ascoltato le questioni
che gli venivano poste ed ha sensibilmente avvertito i termini
del problema, adoperandosi, nell'ambito del Ministero, per
dare almeno
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una risposta, per costituire un tavolo.
Tra l'altro mi compiaccio con il sottosegretario perché ho
avvertito dalle sue parole, non tanto per le cose fatte,
quanto per le aperture che ci ha voluto segnalare - per così
dire - fuori sacco, che si stanno prospettando fatti nuovi che
possono modificare strutturalmente l'intera vicenda relativa
al comparto agrumicolo.
Ho quindi piena fiducia che la sua azione, svolta in sede
europea per altri aspetti dell'agricoltura ma che comunque
denotano un grande impegno ed una elevata professionalità,
possa portare a compimento una vicenda che ormai si trascina
da troppo tempo e alla quale è legata una parte importante
dell'economia della nostra Calabria.
Voglio sollecitare l'attenzione del signor ministro sulla
circostanza degli aiuti diretti per albero, per ettarocoltura
per sottrarsi alla logica che ha creato professionisti
dell'associazionismo, che non hanno nulla a che vedere con gli
agrumicoltori ai quali va la gran parte degli utili
dell'Unione europea.
Al di fuori di tali questioni - che sono ben gestite dal
signor ministro, per la qual cosa mi ritengo soddisfatto della
sua risposta, almeno per le proiezioni che sono state fatte
intravedere, anche se alcuni risultati non sono stati ancora
raggiunti - mi permetto di segnalare alla sua attenzione
l'importanza della costituzione di un tavolo di concertazione
continuo, sistematico e bene organizzato innanzitutto
all'interno del comparto e, in secondo luogo, tra comparto,
regione e ministero. Senza questa concertazione non si può
procedere rispetto ad una questione, a mio avviso,
fondamentale. Non si può, infatti, pensare solo alla vicenda
attuale senza programmare cosa succederà nel medio e nel lungo
periodo.
E' chiaro che non possiamo andare avanti con
un'agrumicoltura assistita per produrre arance che devono
essere destinate all'industria. E' necessario concepire un
nuovo modo di intendere l'agricoltura in una zona come quella
calabrese, che davvero potrebbe dedicarsi quasi esclusivamente
a colture come quella degli agrumi o degli ulivi perché i
problemi sono più o meno simili.
E', quindi, necessario un grande sforzo di
sensibilizzazione: l'università, le scuole agrarie, i
produttori, il Governo, la regione e le persone interessate al
problema dell'agricoltura nel Mezzogiorno si devono fare
carico di una valutazione, di una modifica e di un
ammodernamento complessivo dell'intero comparto. Non è più
possibile - lo ripeto - produrre arance solo per l'industria,
non è più possibile produrre arance di carta!
Siamo giunti all'ultimo argomento: chi, come me, ha
assistito a fasi di lotta che si sono verificate nella piana
di Gioia Tauro, a Rosarno, a San Ferdinando e a Palmi, ha
ascoltato con le proprie orecchie quali somme debbano essere
pagate come tangenti all'AIMA, alla Guardia di finanza e via
di seguito. E' una vergogna, signor ministro, che non è
possibile tollerare oltre! Parimenti è una vergogna la vicenda
degli autocarri che entrano con una targa ed escono con
un'altra, per cui un autocarro viene pesato tre, quattro o
cinque volte per arricchire i delinquenti! Finalmente la
Calabria non protesta solo ma propone e questo mi sembra il
dato più rilevante per favorire il riscatto complessivo delle
genti di Calabria e della sua agricoltura.
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