| ANGELA NAPOLI. Signor ministro, desidero ringraziarla per
avere oggi voluto rispondere personalmente alla mia ultima
interrogazione ma, in sostanza, alle numerose altre
precedenti. Considero infatti questa sua presenza anche la
risposta alla lettera che mi sono permessa di trasmetterle il
26 gennaio scorso, con la quale la invitavo a prendere
personalmente in mano la situazione creatasi con la grave
crisi agrumicola calabrese. Mi sento di ringraziarla perché la
sua presenza mi dimostra che forse ha effettivamente preso a
cuore il problema e che c'è qualche barlume di speranza per i
produttori agricoli calabresi.
Fin dal 1997, attraverso la presentazione di numerose
interrogazioni, ebbi a denunciare non solo la gravità della
crisi che colpiva i singoli produttori, le piccole aziende,
soprattutto quelle a conduzione familiare, esistenti nel
territorio calabrese, ma anche la scarsa trasparenza con la
quale venivano effettuati i controlli. Purtroppo, fino ad oggi
non ho ricevuto alcuna risposta. Prendo atto della
programmazione della quale lei cortesemente ha voluto
riferirci, anche se, me lo lasci dire, non è più sufficiente
parlare soltanto di piano agrumicolo, perché lei mi insegna
che, affinché tale piano possa diventare realmente efficiente,
sono necessari i piani regionali di programmazione operativa,
senza i quali non si potranno ottenere le efficienze
desiderate, soprattutto nel cambio
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della cultura della gestione agrumicola calabrese.
Lei ha fatto riferimento - e gliene sono molto grata - a
un controllo ministeriale, che peraltro le avevo chiesto nella
lettera inviatale. Ci tengo a riferirle che, in qualità di
componente della Commissione parlamentare antimafia, ho già
provveduto a trasmettere una circostanziata denunzia alla
procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, contenente
i nomi delle associazioni agricole e delle industrie di
proprietà delle associazioni stesse attraverso le quali viene
incrementato il sistema economico mafioso nel nostro
territorio.
La ringrazio e spero che quanto da lei affermato in questa
sede possa trovare conferma nell'attuazione operativa a
livello regionale, con il coinvolgimento di tutti gli enti
interessati.
Mi si consenta di concludere, però, con una piccola
critica, onorevole ministro. Certamente, lei oggi ci ha dato
atto di una volontà di programmazione che, se attuata,
sconvolgerà il settore; devo evidenziare, però, come di fatto
il problema dell'agrumicoltura sia stato scarsamente
considerato dal nostro Governo in ambito europeo. Desidero
ricordare che nei giorni scorsi, nella riunione dei quindici
ministri dell'agricoltura, l'Italia ha posto due sole
questioni: la fine del regime delle quote-latte e
l'adeguamento delle economie mediterranee a quelle
continentali. Il discorso sarebbe perfetto se non fosse che
l'adeguamento del quale si parla è stato previsto fin dal
pacchetto mediterraneo del 1978, le cui misure sono sempre
state colpite dalla costante opera di contenimento delle spese
comunitarie.
Concludo, signor Presidente, augurandomi che ancora una
volta questo richiamo non debba poi essere ulteriormente
ripetuto a livello comunitario.
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